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“Vaccino da sperimentare in Africa” Da Eto’o a Drogba, la rivolta delle stelle

La discussione tra due medici francesi ha fatto infuriare alcuni volti noti del calcio

“Il bianco crede di essere così superiore”. “L’Africa non è un laboratorio”. E poi ancora: “Non siamo cavie”. “Non possiamo sopportare altro”. Sono frasi di poche parole (ma con un significato enorme) quelle affidate ai social da alcuni calciatori africani, nelle ultimissime ore. E che, purtroppo, riaprono una ferita che esiste da sempre. Mai sanata. Il razzismo. Tutto è nato da uno scambio di opinioni, andato in onda sulla rete francese LCI.

LA MICCIA – I temi principali, naturalmente, sono il coronavirus e la sperimentazione di un vaccino per combatterlo. “Potremmo fare uno studio in Africa, dove non hanno mascherine, trattamenti mirati e la rianimazione. Del resto, è quello che succede per l’AIDS: le “cavie” sono le prostitute, molto esposte e senza protezione. Che ne pensi?”. “Hai ragione, stiamo pensando a qualcosa di simile in Africa”. Gli interlocutori sono Jean Paul Mira, capo del servizio di rianimazione dell’Ospedale Cochin di Parigi e Camille Locht, direttore della ricerca presso l’Inserm francese, istituto di ricerca medica e sanitaria.
I SOCIAL – Loro parlavano e i social prendevano fuoco. Il primo a twittare è stato il calciatore senegalese Demba Ba (ex West Ham, Newcastle, Chelsea .Ora all’Istanbul Basaksehir). “Benvenuti in Occidente, dove il bianco crede di essere così superiore che il razzismo e la debolezza diventano una banalità. È tempo di alzarsi”. E poi ancora, Christian Atsu, il ghanese del Newcastle: “Ma non si vergognano?”.
ETO’O E DROGBA –  Più istintiva la reazione del camerunese Samuel Eto’o, ex Inter e Barcellona. Un insulto, senza troppi giri di parole. “Figli di p******”, l’Africa non è il vostro parco giochi”. Anche l’ivoriano Didier Drogba, ex giocatore del Chelsea, non si è nascosto dietro un dito: “L’Africa non è un laboratorio. Non prendete gli africani come cavie. Queste affermazioni sono degradanti, false e realmente razziste. Aiutiamo a salvare l’Africa dal coronavirus”. Certo è, che lo scambio di opinioni dei medici francesi (in un momento in cui ogni parola necessita di un peso maggiore, quando viene pronunciata, rispetto alla normalità) ha indignato i calciatori, ma anche tanta gente comune.

 

Fonte: Gazzetta

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