Michele Uva, direttore generale della FIGC e vice-presidente UEFA, ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Radio 24 nel corso di “Tutti Convocati”: “Posizione Ventura assolutamente mai in discussione, è una cosa che vado ripetendo da vari giorni, non c’è assolutamente nessun problema. Siamo un popolo di commissari tecnici, ognuno di noi ha le sue convocazioni, ognuno ha il suo schema di gioco, ma la Federazione ha intrapreso un percorso di cui è soddisfatta, ovviamente ci sono cose da tarare, da migliorare, questo fa parte non solo del lavoro tecnico, ma anche quello organizzativo, gestionale. Dopo la gara di Torino, contrariamente a diversi pensieri, ieri si è visto già il primo risultato nell’approccio, nell’atteggiamento di tutti, tutti dobbiamo fare un passo in avanti e uno laterale, avanti per crescere e laterale per aiutare chi si ha di fianco perché comunque ci sono personalità forti e meno forti, non parlo solo di squadra, di allenatore, di staff tecnico ma parlo di tutta la struttura organizzativa che è a supporto della Nazionale.Assolutamente non ci passa per la testa nessun tipo di messa in discussione dell’allenatore, che in questo momento sarebbe deleterio. Non c’è spaccatura assolutamente fra gruppo e allenatore – io quando parlo di allenatore parlo di staff tecnico. Assolutamente no, c’era probabilmente la necessità, come dicevo prima, di fare un passo avanti, tutti, perché l’Italia deve comunque essere sempre l’Italia, in campo e fuori. Frattura Spogliatoio? Mi dispiace che sia una sensazione esterna, dall’interno assolutamente non vedo, non percepisco, ma non perché non abbia un occhio attento, anzi, in questi ultimi quattro-cinque giorni l’ho avuto molto attento e mi permetto anche di dire che l’esperienza di Oriali, anche la mia esperienza in club gestiti in passato mi permette di conoscere bene le dinamiche di uno spogliatoio, di un gruppo. Non vado sulle parole del CT né tantomeno mi permetto, se per lui (il calcio italiano n.d.r.) è povero, rispetto il suo punto di vista. Secondo me non lo è perché vedo, osservo tutta la filiera diciamo delle squadre giovanili dove c’è talento: la Nazionale under 19 si è qualificata per l’elite round con un turno di anticipo. Quindi oggettivamente non vedo questa povertà. Piuttosto c’è bisogno di un cambio generazionale, questo è anche vero, probabilmente abbiamo avuto otto anni di buco, ma è un buco diciamo che può essere anche dovuto , non solo al lavoro fatto sulle nazionali, ma anche probabilmente succede nei cicli, e i nuovi gruppi – che vuol dire i ragazzi dai 23 anni in giù – sono gruppi ricchi di talento, ricchi anche di esperienza perché ricordiamo la federazione investe 35 milioni di euro l’anno su tutte le nazionali maschili e femminili, è uno dei più grandi investimenti in assoluto che la federazione fa. Non c’è povertà di talento: c’è bisogno solo di lavorare con metodologia, l’ha impostata Sacchi, l’ha continuata Conte e adesso tocca a Ventura, e Viscidi e al presidente Ulivieri coordinarle. Io sarei fiducioso per il futuro, bisogna aver pazienza e capire che c’è un momento in cui il cambio generazionale probabilmente ti fa pagare dazio”.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro