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Universiadi, beffa Palabarbuto: tetto troppo basso. Niente partite di pallavolo e basket

Troppo costoso il restyling

Il PalaBarbuto fu costruito nel 2003 in cento giorni facendo così terminare l’esilio a Monterusciello del Napoli Basket targato Maione. Al PalaBarbuto la Carpisa ha vinto la Coppa Italia, al PalaBarbuto Lynn Greer ha portato gli azzurri ad un passo dalla finale scudetto. Al PalaBarbuto la Napoli del basket di Mason Rocca ed Ansu Sesay ha conquistato una storica vittoria (66-64) sul Barcellona nell’Eurolega del 2007. Per giocare quella, come altre partite della principale competizione di basket continentale, Maione anticipò 2,8 milioni di euro per costruire le tribune suppletive in modo da aumentare la capienza dai 4mila ai 5.500 spettatori previsti dall’Eurolega.
Peccato che, se allora l’avesse saputo, avrebbe potuto abbassare il terreno di gioco di tre metri (o alzare il tetto) e così Napoli si sarebbe dotata dei requisiti minimi per avere un palazzetto dello sport capace di ospitare tornei internazionali di pallavolo. Già, perché, nonostante il milione e 542mila euro che la Regione investirà sul palazzetto che si erge di fronte il fu Mario Argento, oggi ridotto a parcheggio con lo scheletro delle tribune protese verso il nulla, il PalaBarbuto è il grande escluso dalle Universiadi napoletane e regionali. La Fisu, ad oggi, ha previsto solo qualche allenamento per l’impianto più centrale di tutti i Giochi universitari. Peccato perché tutti i lavori di messa in sicurezza ne avevano permesso la riapertura ad inizio anno dopo mesi di stop. Lavori di messa in sicurezza relativi ai percorsi di accesso e di uscita per il pubblico, impianti anti-incendio, vie di fuga, balaustre, agibilità a quota 3500 spettatori. Niente pallavolo per motivi di altezza, dunque, e niente basket nella casa del basket partenopeo. Le gare della pallacanestro si svolgeranno al PalaDelMauro di Avellino, al PalaCercola, al PalaMaggiò di Castel Morrone ed al Palaveliero di San Giorgio a Cremano. Al PalaBarbuto restano le briciole del «Training», vale a dire campo per allenamenti della pallavolo. Nemmeno il basket calcherà il parquet essendo stato dirottato presso la nuovissima palestra del Cus Napoli. Eppure, a maggio scorso, la Vesuvio cup portò a Napoli Argentina e Giappone in una sfida di altissimo livello che purtroppo non potrà essere replicata. «A Napoli la pallavolo di alto livello non si può giocare – tuona il presidente regionale della Fipav Ernesto Boccia – perché manca tutto. Manca un impianto che rispetti le prescrizioni della federazione internazionale, vale a dire circa 13 metri di altezza, aria condizionata, ed una capienza di almeno seimila spettatori. Il PalaBarbuto ed il Palavesuvio sono alti una decina di metri ed hanno una capienza decisamente inferiore. A settembre del 2015 abbiamo anche organizzato la provocazione del Palavesuvio con l’amichevole della nazionale femminile, diecimila spettatori in due giornate con la speranza che fosse da stimolo per le istituzioni per mettere in sesto il palazzetto. L’unica struttura in Campania dove si possono giocare gare internazionali al momento è quella di Eboli dove si giocheranno le finali delle Universiadi».
Ma il discorso si fa più ampio sulla carenza di strutture: «In quaranta anni è cresciuta solo l’impiantistica annessa alle nuove scuole secondarie superiori, laddove sono stati fatti dei grossi investimenti dall’ex Provincia di Napoli costruendo delle nuove scuole con annesse palestre bellissime, come ad esempio l’ultima aperta in via Terracina. Però incontriamo la difficoltà di accesso per l’autonomia scolastica perché i presidi, nella loro autonomia, decidono di limitare l’uso alle associazioni sportive come accade in via Terracina. Si cerca di poter accedere ma ci sono difficoltà da parte delle istituzioni scolastiche. Le capisco anche, ma vista la carenza di impiantistica e l’impossibilità di costruire nuovi palazzetti, penso che l’ente proprietario potrebbe espropriare la struttura nel tardo pomeriggio per lo sport. Se non si fa così gli sport da palestra moriranno». Attualmente il PalaBarbuto ospita una quindicina di società, molte delle quali in «fuga» dal Polifunzionale di Soccavo chiuso sempre per lavori relativi alla messa in sicurezza delle palestre del pianterreno (per le Universiadi saranno utilizzate come training camp di pallavolo). La principale, ovviamente, è la Cuore Napoli Basket di serie A2. Cosa sarà fatto, dunque con il milione e mezzo della Regione? Sicuramente il parquet sarà completamente rifatto. Poi l’adeguamento funzionale degli spogliatoi. Sarà riportata la capienza ai 5mila posti originari eliminando i gabbioni che impediscono la presenza degli spettatori negli anelli superiori. Aumentandone la capienza, si dovranno affrontare anche le problematiche relative alle vie di esodo con l’aumento del numero delle porte ed i centri di raccolta in caso di evacuazione immediata dell’impianto. Tutti interventi strutturali che faranno del PalaBarbuto un impianto che magari non ospiterà le Universiadi, ma potrà tornare ad essere la casa di grandi eventi del basket napoletano.

fonte: ilmattino

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