TORINO – E ora che il progetto Berlino comincia a prendere forma, al netto della necessità di sostenere almeno un’oretta e mezza di inevitabili patimenti fra sei giorni al Bernabeu, la Juventus si sente sempre più forte. Sportivamente ed economicamente parlando: già, i due mondi viaggiano in parallelo e la Champions inseguita e comparsa l’altra sera allo Stadium, oltre a far venire i lucciconi ai nostalgici di Roma 1996, ha scatenato i conti del club di corso Galileo Ferraris. Lì dove si è già cominciato a ragionare su piani ben differenti da quelli del recente passato, fatto di sacrifici condotti sull’altare del bilancio, nel solco di una politica che presto porterà all’autofinanziamento. Pensate un po’ se i tetracampioni d’Italia dovessero riportare la Coppa dei Campioni a casa: 100 milioni globali in arrivo dall’Uefa tra premi, market pool, incassi da botteghino, varie ed eventuali, utili in gran parte per il rafforzamento della rosa sul mercato. Lecito attendersi più di un botto vero, come mai era accaduto nella nuova gestione e generalmente negli ultimi dieci anni.
MATADOR IN POLE – Edinson Cavani non è più un giovanotto di primo pelo, con i suoi 28 anni festeggiati a metà febbraio, ma rimane un obiettivo caldissimo nelle gerarchie di Beppe Marotta e Fabio Paratici. Nonché nei desideri del popolo bianconero, giustamente ambizioso e voglioso di godersi una squadra sempre più sul pezzo e brillante di stelle, anche per ovviare alle eventuali partenze di Andrea Pirlo, Carlitos Tevez e Paul Pogba in merito al quale l’amministratore delegato juventino ha appena ribadito, a Premium Sport: «Non abbiamo alcuna intenzione di venderlo». Il Matador, si diceva: bomber completo, artefice di un’ascesa che è andata di pari passo con la crescita del prezzo stampato sul proprio cartellino. Dai 5,1 milioni pagati dal Palermo al Danubio Montevideo, ai 17 sborsati dal Napoli fra prestito e riscatto, sino ai 64,5 della clausola rescissoria rispettata dal Paris Saint-Germain. La gente si aspetta l’ingaggio di Cavani, o di (almeno) un colpo alla Cavani: un uomo squadra, da prendere al momento giusto, quando la cessione è opportunità concreta, come in queste calde settimane vissute dall’uruguaiano all’ombra della Tour Eiffel. Paulo Dybala è più giovane di oltre 6 anni e mezzo rispetto al Matador, ma non per questo risulta essere un colpetto minore in caso di accelerata juventina, malgrado l’Inter concorrente e carica a pallettoni. «Sì, sono due nomi spendibili – ha chiarito Marotta – però non li conosco solo io. Entrambi sono giocatori bravi e appetibili».
Fonte: Tuttosport.it
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