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Tavecchio: “Più italiani in rosa. Extracomunitari? Come in Inghilterra”

Intervenuto ai microfoni di Radio Onda Libera, il presidente della FIGC Carlo Tavecchio ha parlato a tutto tondo dell’attuale situazione del calcio italiano, a partire dalla Nazionale di Antonio Conte che domani sera affronterà la Norvegia nelle gare di qualificazione ai prossimi Europei: “Penso positivo in vista dell’esordio in Norvegia per le qualificazioni ai prossimi Europei. C’è tutta la carica di Conte che è piacevolmente contagiosa. Nei giocatori c’è un’emulazione totale, c’è questo brivido nella schiena e mi fa molto piacere. Io li seguo soffrendo con loro. L’importante è iniziare bene e portare avanti il nostro progetto. Non sarà facile. Sono già avanti nel campionato e molto fisici. Dovremo usare tutte le nostro risorse tecniche per portare via un risultato positivo”.

Tavecchio fa il punto anche sulla situazione dell’Under 21 vittoriosa in rimonta sulla Serbia e potenzialmente prima nel suo girone se domani sera batterà i parietà di Cipro: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco. Abbiamo superato un rischio enorme sullo 0-2. Bisogna dare atto ai ragazzi di un recupero incredibile. Non ci credevo quasi più sul doppio svantaggio, però i giovani hanno dimostrato grande forza e attaccamento ai colori azzurri”.

Passa ancora tanto tempo vicino ai “suoi” Dilettanti, ma sulle polemiche inerenti Lotito e Chiellini non vuole sbilanciarsi: “Ho visto sabato Lecco-Mapellobonate di Serie Dma se è per questo ieri mattina ho seguito due partite di Pulcini ed Esordienti e nel pomeriggio il mio Ponte Lambro. Al cuor non si comanda. Questo è il mio mondo. Sto imparando che non ha senso intervenire su discorsi triti e ritriti. Non ci sto. Credo che il silenzio non sia mai stato utile come in questo momento”.

Il calcio italiano ha bisogno dei giovani talenti e Tavecchio continua ad esporre la sua ricetta che dovrà coinvolgere necessariamente anche il governo di Renzi: “Ci sono molti temi per costruire un sistema nuovo. In Italia c’è un bacino di 700mila giovani sotto i 18 anni. Per mostrarli e farli conoscere bisogna fare i centri federali che hanno una diramazione territoriale nelle province e poi nelle regione. L’incontro dei migliori giovani nelle singole regioni sarebbe una vetrina per il calcio professionistico che, con un pò di testa e d’intuizione, saprebbe dove andare a pescare invece che sempre all’estero. Ho dei contatti con il governo per quanto riguarda gli extracomunitrari che devono avere un certo curriculum per giocare in Italia, così come c’è una legge in Inghilterra. Sui comunitari è più difficile per il discorso della libera circolazione dei lavoratori. Potremmo fare altre cose, come ridurre le rose, per favorire un maggior utilizzo degli italiani. Abbiamo allo studio le riforme in un discorso da fare con la Serie A che detiene il monopolio di queste situazioni. La Federazione intende adoperarsi. Stadi? Servono sinergie tra governo, enti locali e società. Servono operazioni in sintonia e non andare ciascuno per conto proprio. Se ognuno fa da solo, non si va da nerssuna parte”.

La chiusura va, ancora alla LND: “Ci sono obblighi sull’utilizzo dei giovani che stanno dando buoni riscontri. Credo che la riforma dei campionati professionistici possa creare ulteriori oppportunità. Bisogna ridurre ancora il numero delle squadre e coerentemente pensare all’allargamento della Serie D che dovrebbe essere più territoriale, tenendo comunque conto delle pecularità delle grandi piazze. Il problema dei ripescaggi è la solita storia: noi facciamo i playoff e playout per dare garanzie, poi intervengono sempre una serie di situazioni. Penso che dopo l’esperienza di quest’anno un po’ deleteria, si debbano riguardare tutto”.

Fonte: calciomercato.com

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