Il Barcellona conquista all’ultimo assalto la Supercoppa Europea, aprendo alla grande una stagione nella quale i catalani puntano dichiaratamente a ripetere l’indimenticabile ‘Sextete’ dell’era Guardiola. Un trionfo arrivato con grande sofferenza e solo alla fine di 120 minuti nei quali il Siviglia ha sofferto ma è riuscito a recuperare una partita che sembrava finita, sotto di tre reti, costringendo gli avversari ai supplementari nei quali è stato decisivo Pedro, come nel 2009, in quella che forse è stata la sua ultima partita in blaugrana. Una partita che gli uomini di Unai Emery hanno iniziato alla perfezione, andando subito in vantaggio con una punizione perfetta di Banega, ma che poi ha visto salire in cattedra Messi: l’argentino ha replicato agli avversari con una doppietta fantastica su punizione al 7′ e al 15′ che ha ribaltato immediatamente il risultato. Il vantaggio ha moltiplicato l’entusiasmo e le folate offensive del Barcellona che ha trovato il tris prima con Suarez (gol annullato per fuorigioco inesistente) e poi con Rafinha, su assist dello stesso Suarez, a un minuto dall’intervallo. Vittoria e trofeo sembrano già colorarsi di blaugrana, anche perché in avvio di ripresa Suarez colpisce ancora e stavolta senza fischi arbitrali, per il poker che dovrebbe spegnere ogni velleità andalusa. Ma il Siviglia non molla: trova il 4-2 con Reyes, trema sulla traversa di Rafinha ma riapre tutto con il rigore che Vitolo si guadagna e Gameiro trasforma al 72′ per il clamoroso 4-3 e davanti ancora tutta una partita da giocare. Il Barcellona soffre e ha paura, con Iniesta fuori dopo un’ora, Emery ci crede: dentro Immobile. Ed è proprio l’attaccante italiano a servire un assist perfetto a Konoplyanka (la mossa precedente del tecnico per uno stanco Reyes) per il gol dell’incredibile pareggio che porta la sfida ai supplementari nei quali Pedro, entrato per Mascherano, ha infilato il gol del definitivo 5-4 insaccando da un metro una corta respinta del portiere su un tiro di Messi. Come nel 2009, l’eroe della Supercoppa è il canterano che sembra destinato alla partenza ma che lascia ancora il segno firmando un altro gol leggendario, forse l’ultimo regalo, il migliore che potesse trovare.
Fonte: Corriere dello Sport.it
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