BRUXELLES – Scuole chiuse e metro ferma. Bruxelles resta una città blindata: la conferma è arrivata dal premier Charles Michel, che dopo la riunione del consiglio di sicurezza convocato oggi nella capitale belga ha spiegato che la minaccia resta “seria e imminente”. “Speriamo di ottenere una nuova valutazione del livello di allerta domani pomeriggio – ha aggiunto – per tornare il più rapidamente a una vita normale”, ha aggiunto Michel.
“Confermo che temiamo una minaccia come a Parigi con molteplici attacchi e ondate di offensive contro luoghi pubblici. Gli obiettivi sono posti molto frequentati, vie commerciali, trasporti pubblici”, ha detto Michel. “Verranno presentate nuove misure, metteremo in campo più forze di polizia ed esercito e resta il numero di emergenza anticrisi”, ha aggiunto. Totale riserbo sull’inchiesta in corso, ha chiarito, alla quale le autorità “lavorano 24 ore su 24”. Domani resteranno chiusi anche molti asili nido, i centri commerciali e l’università. Michel ha annunciato anche che verranno aumentate le forze di polizia e dell’esercito presenti nella capitale. “Siamo a conoscenza che la chiusura di scuole e metro complicherà la vita professionale ed economica delle imprese e dei cittadini”, ha continuato il premier chiedendo comprensione per la decisione presa “sulla base delle informazioni a disposizione del governo”.
Città fantasma. Bruxelles oggi sembrava una città fantasma. Doveva essere il primo weekend di preparativi per il Natale. Ma la capitale belga – cuore dell’Unione europea – è sotto assedio per l’allarme terrorismo, con l’allerta al massimo livello, metropolitane e negozi chiusi, forze dell’ordine dispiegate ovunque. Il livello d’allerta 4, confermato oggi dal premier Michel, riguarda la regione federale di Bruxelles, formata da 19 Comuni, l’aeroporto, la città fiamminga di Vilvorde, da cui provengono diversi estremisti islamici. La misura più spettacolare, lo stop di tutte le 69 fermate della metro, resterà in vigore almeno fino a domani pomeriggio.
Salah a Bruxelles. L’allerta massima (livello 4 su 4) è scattata nella notte tra venerdì e sabato dopo che l’antiterrorismo ha valutato “nuove informazioni ricevute”, cioè dopo aver scoperto che il terrorista in fuga Salah avrebbe con sé la sua cintura esplosiva e si troverebbe a Bruxelles da giorni. Pronto a farsi esplodere – con almeno un’altra persona – secondo le testimonianze di uno dei due amici che sabato scorso l’hanno riportato da Parigi a Bruxelles, e che ora ha cominciato a parlare. L’eccezionale mobilitazione delle forze dell’ordine ha portato finora al ritrovamento di esplosivi e prodotti chimici durante alcune perquisizioni a Molenbeek e all’arresto di tre o quattro uomini. Ma una svolta nelle indagini potrebbe arrivare anche dalla cattura in Turchia di Ahmad Damani, considerato il basista delle stragi di Parigi. Un uomo che l’estate scorsa passò almeno dieci giorni in Italia con Salah Abdeslam.
Non solo Salah. Ma la minaccia in Belgio va al di là del solo Salah: “Cerchiamo molteplici sospetti, è per questo che abbiamo messo in campo una siile concentrazione di risorse”, ha detto il ministro degli Interni e vicepremier Jan Jambon in un’intervista a Vrt. Secondo France Info, sarebbero almeno una decina gli uomini ricercati, pronti ad attacchi come a Parigi. “Seguiamo la situazione minuto per minuto, non ha senso nasconderlo, c’è una minaccia reale, ma facciamo di tutto per fronteggiarla”.
Il fratello di Salah: “Meglio in carcere che morto”. Salah Abdeslam si nasconde a Bruxelles o nei dintorni e ha chiamato amici suoi chiedendo aiuto per scappare in Siria. Lo riporta AbcNews online citando come fonte due suoi amici che hanno chiesto di non essere identificati. Oltre a loro due Salah avrebbe contattato una terza persona via Skype attraverso un telefono cellulare. L’indicazione è stata confermata dal fratello di Salah, Mohamed, risultato estraneo ai fatti, che ha detto: “Credo non sia affatto lontano”. In un’intervista al primo canale della tv pubblica Rtbf (La Une) ha dichiarato: “Come famiglia non abbiamo paura, desideriamo che si arrenda, che si consegni per portare le risposte che tutti cerchiamo, preferiamo vederlo in prigione che in un cimitero”. Credo che i miei fratelli “non si siano radicalizzati ma siano stati manipolati”, ha continuato, “Certo che ero vicino a loro, conversavamo di cose banali, hanno avuto un cambiamento da sei mesi a questa parte ma non preoccupante. Quando tuo fratello ti dice che ha smesso di bere o che si interessa più di religione, non è necessariamente una cambio radicale”.
In periferia negozi aperti. Nella Grande Place, piazza icona di Bruxelles, un gruppo di operai con l’aiuto di tre gru completa l’allestimento dell’albero di Natale. Guardati a vista da un blindato dell’esercito. Ma a Molenbeeck e Anderlecht, i negozi restano tutti aperti. Nei quartieri più radicalizzati la presenza di polizia e forze armate, se c’è, è nascosta. Le strade dello shopping e della ‘movida’ bruxellese sono invece pattugliate. Squadre composte da un poliziotto e due militari, tutti con giubbotti antiproiettili e armi automatiche, battono le vie del Quartier Louise. I poliziotti sono sotto stress: “Facciamo turni di 13 ore”, raccontano.
Fonte: Repubblica.it
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro