Una telefonata arriva a tarda sera: “Suo padre non ce l’ha fatta, ci dispiace”. Dall’altra parte del telefono un figlio e la sua famiglia che distrutti dal dolore si fanno forza e con un macigno nel cuore mettono in moto l’iter comune. Avvisano gli altri familiari, conferiscono l’incarico ad una agenzia funebre, si preparano per andare in ospedale, al SS Trinità di Sora dove l’anziano era ricoverato. L’agenzia funebre lavora. Vengono affissi i manifesti in città. Dopo un po’ alla camera mortuaria, ormai è tutto pronto. Qui però appena la famiglia può vedere la salma del caro padre, si scopre che l’uomo non è chi si credeva. È troppo diverso, la malattia non può averlo cambiato così, il dubbio mano a mano diventa certezza: non è lui. Anche i segni di una vecchia ferita non ci sono.
Si scopre così che il vecchietto in realtà è vivo e vegeto e proprio in quel momento era impegnato in reparto a fare colazione.
L’identità esatta del deceduto si scopre solo qualche ora dopo.
Fonte: tg24.info
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