Il portiere brasiliano della Roma Alisson ha rilasciato una lunga intervista attraverso i canali ufficiali del club giallorosso, parlando tra l’altro del suo rapporto con la città capitolina: “Era bello quando ero piccolo, mi divertivo tanto. Mi sono fatto molti amici nel calcio e ho lavorato con tanti professionisti. L’esordio in Nazionale? Giorno indimenticabile. La giornata è stata splendida per me e la mia famiglia. Il mio sogno è divenuto realtà. Sono due anni che sono davanti alla porta brasiliana. Il Brasile ha avuto portieri bravissimi. Anche io devo essere sempre pronto, sono contendo di avere questo peso e di stare lì. Non mi accontento e voglio anche vincere con la Nazionale. Sarà un Mondiale difficile e dobbiamo fare del nostro meglio. Vorrei vincere un titolo qui. La squadra lo merita, lavora tanto. Vorrei far parte di questo. Anche nel vecchio stadio dell’International i tifosi che cantano e suonano sono quelli della Curva Sud. Adesso la Curva è diventata la mia casa. C’è molta rivalità qui a Roma, anche in Brasile c’è rivalità nell’International. Jesus mi ha aiutato molto qui a Roma. Lui conosceva la mia situazione. Sua moglie ha aiutato la mia. È stato importante. Anche i romani mi hanno accolto benissimo. Non è stato facile qui. È cambiato tutto. Sono arrivato qui e ho trovato un modo diverso di lavorare, giocando una volta ogni tre settimane, spettando le coppe. Ho aspettato il mio momento e ho preso la maglia numero 1. Non la lascerò mai. Penso che nessuno sia insostituibile, però, ogni giorno arrivo qui al centro sportivo pensando di fare del mio meglio e di fare bene sempre per aiutare i miei compagni. La cosa più brutta per un calciatore è non giocare. In panchina avevo voglia di entrare in campo. Ho avuto calma e tranquillità nell’aspettare il mio momento, che è arrivato. Sono arrivato qui per giocare e per fare del mio meglio. È stato bello ed emozionante per me. Cerco di giocare sempre col cuore. Tutte sono difficili ma la più bella è stata quella su Saul nella gara contro l’Atletico Madrid. Non la dimenticherò mai. In Brasile ho giocato la Libertadores ma non c’è paragone con la Champions in relazione ai tifosi e a ciò che c’è fuori dal campo. Quando entro in campo mi sento un grande lupo e questo raddoppia la voglia di giocare. Penso che la Roma sia cresciuta in questi ultimi 5 anni nell’atteggiamento e nel dimostrare la voglia di vincere”.
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