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Rizzoli, un fischietto dal fiato corto

Ripercorriamo la storia che ci lega a Nicola Rizzoli; un passato fatto di penalties negati

               Rinnovati i passaporti, ci si appresta all’epilogo di quella che, dagli spalti di un San paolo gremito, è stata definita “un’annata stupenda”. Una stagione memorabile a prescindere da quelle che saranno le partenze, diceva, ancora ed in altre parole, questo stesso striscione. La prossima sfida ci vedrà in casa della Vecchia Signora a ripetere l’impresa di un anno fa, scolpita nel cuore e sulle corde vocali di una città intera.

                È Giovedì, e come di consueto, la redazione di iamnaples.it si appresta alla pubblicazione dell’ultima puntata di quella che è stata la rubrica “Focus sull’arbitro”, un brainstorming settimanale sulle designazioni arbitrali di questa stagione di serie A.

                Domenica tocca a Rizzoli, un arbitro, come detto nel titolo, dal fiato corto. Non perché non riesca a coprire il campo in corsa nelle fasi di gioco, quanto per la reticenza a fischiare lì quando si deve, lì quando il regolamento vuole che si fischi. Un fischietto al quale è mancato troppe volte il fiato -e forse anche il coraggio- per assegnare rigori, punizioni, recuperi. Ma procediamo con calma.

                Nicola Rizzoli di Bologna, è alla sua decima stagione nella CAN di A e B. Dopo aver arbitrato in serie C ed in serie B viene promosso in massima serie, e debutta dirigendo Venezia Perguia 0-2.

                Il fischietto bolognese incontra per la prima volta il Napoli il 20 Novembre 2003, in occasione di Napoli – Ternana 2 – 1. Nei suoi primi incontri azzurri Rizzoli scorre senza macchia e senza onore, marcando, al massimo, il cartellino in eventi importanti per la società azzurra. Assiste, infatti, ad uno dei primi match in massima serie: Empoli – Napoli, conclusosi con uno sterile pareggio, 0 a 0. Inoltre, è testimone del primo goal in campionato di Lavezzi al San Paolo, in occasione di Napoli-Reggina. Il Pocho, atterrato qualche minuto prima in area di rigore, procura un penalty alla squadra, successivamente sbagliato da Calaiò. L’argentino seppellisce l’amarezza della squadra nei minuti successivi spiazzando il portiere con un tiro che sfila fra le numerose gambe di una difesa che non riesce ad intercettare la traiettoria della sfera.

                Le prime frizioni cominciano, invece, il 2 marzo 2008, in occasione di Napoli – Inter. Sarà il blasone che incute timore reverenziale o saranno le ansie da prestazione, ma in ogni caso il fischietto modenese in  più occasioni viene meno ai suoi doveri, alla faccia del regolamento. Sull’1 a 0 per gli azzurri, Zalayeta (resosi protagonista in occasione dell’1 a 0 con un pallonetto magistrale) consegna il pallone, di tacco, a Mannini, smarcandolo e lanciandolo in area di rigore. “Millemiglia” non si fa pregare e si lancia in volata, ma a stenderlo ci penserà la difesa nerazzurra. Un difensore sulla caviglia destra, un altro sulla sinistra. Sul pallone, nessuno. Rizzoli, non vede nulla. Poco più avanti, Julio Cesar esce dai pali, e se la prima volta che lo fece, in quel match, gli costò il disonore di un pallonetto, la seconda volta gli è costato un rigore. E non l’ha assegnato Rizzoli, ci mancherebbe. Lui, sul fallo del portiere su Gargano aveva fatto proseguire, fu il suo assistente a rinfrescargli la mente.

                A grande richiesta, il 28 gennaio 2009, in occasione di Fiorentina-Napoli, Nicola Rizzoli si ripete nelle sue performance. Nel primo tempo lascia correre un’azione in evidente fuorigioco, con due viola al centro tra il portiere e la linea difensiva azzurra, proprio dove non dovrebbero essere. Uno dei due scaglia un tiro che un novello Sepe, allora 17enne, blocca, mostrando il suo talento con i guantoni. Quelli da portiere, ovviamente. Su vantaggio viola, Vitale s’invola sulla sua fascia, e con un esterno sinistro lancia la palla in area: ne scaturisce un tiro spettacolare che parte come cross ed arriva a destinazione come tiro d’esterno basso, sul quale nulla può l’estremo difensore toscano, che finisce nella porta, a far compagnia alla sfera. Nelle battute finali, sul 2 a 1, Rizzoli nega il pareggio agli azzurri impegnando gli occhi a guardar chissà cosa mentre un difensore viola devia con mano un colpo di testa di Maggio in area di rigore. Non vede, non fischia, e il Napoli non vince.

                Ci sono episodi in cui, però, il fischietto bolognese nulla ha potuto contro la corrazzata azzurra. Quando qualcosa deve succedere, succede. Il 28 ottobre 2009 il Milan di Leonardo credeva veramente di poter venire al San Paolo ed, in quattro minuti, conquistare la vittoria. Non andò proprio così. Mentre Galliani abbandonava vittorioso la tribuna d’onore, Cigarini, al volo, insacca da fuori area. Un gol spettacolare. Dopo qualche minuto, German el Tanque Denis incorna un pallone messo in area da Maggio, sbattendo la porta sul naso dei rossoneri, che se ne tornano dalla “madunina” con la coda fra le gambe. Napoli-Milan termina 2-2. Tuttavia Rizzoli, a scanso di equivoci, poco prima, aveva negato un rigore a Lavezzi, ed un rigore a Gargano, di modo che non si potesse dire che fosse un arbitro imparziale.

                Ce ne sono ancora tanti di episodi incriminati, si potrebbe scrivere un libro per passare su carta i ricordi infelici che legano gli azzurri all’arbitro romagnolo, ma saremo brevi, ripercorrendo solo i passi più eclatanti di questa incredibile storia. In Napoli – Sampdoria del 10 gennaio 2010 Rizzoli non vede un’evidente trattenuta su Denis in area di rigore. In Napoli – Roma del 28 febbraio 2010 perde di vista, invece, un intervento da dietro di Juan su Quagliarella. Un altro rigore negato. In Napoli – Milan del 25 ottobre (storia di questo campionato), Rizzoli dice di no per ben tre volte a Lavezzi, bypassando per due volte le braccia larghe e le spinte di Papastathopoulos, e per una volta una spinta di Zambrotta. Non contento dei tre regali al premier, aggiunge anche la superiorità numerica, espellendo Pazienza con criteri tutto sommato discutibili.

                Fortunatamente gli obiettivi a cui miravamo, li abbiamo messi in tasca. Quella di Torino è una formalità, ma nemmeno tanto. C’è da concludere in bellezza questo campionato, espugnando per l’ennesima volta la rivale di sempre. Le statistiche sono dalla nostra, d’altronde: l’ultima volta che Rizzoli ha diretto questa atavica sfida, gli azzurri prevalsero per 3 a 1 in un Napoli-Juventus. L’arbitro di Bologna assegnò addirittura un rigore a nostro favore. Più favoriti di così …

Servizio a cura di Mariano Sisto

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