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PUNTO MERCATO – Chi si è rafforzato di più in Serie A? Il Napoli e le sue rivali

Napoli finalmente con due squadre, la Roma la più attiva, la Juve con l’incognita-Conte

Il mercato della serie A è cominciato con il botto: fuochi d’artificio però per la Ligue 1 e non per il nostro campionato, che in pochi giorni ha perso tre campioni stranieri: Lavezzi, Thiago Silva e Ibrahimovic. È praticamente da qui che hanno preso il via i maggiori spostamenti di mercato, per ribilanciare un sistema di equilibri che si sono necessariamente spostati. Qualcuno direbbe «Ben venga per il calcio nostrano» – secondo la filosofia della valorizzazione dei calciatori italiani – se non altro perché almeno il “Pocho” è stato rimpiazzato dal talento più promettente della linea giovane del vivaio locale, ovvero il già acclamato Lorenzo Insigne.

MERCATO NAPOLI, VOTO 7 – Restando in tema-azzurri, il Napoli ha fin qui operato con la solita prudenza e oculatezza, senza spese folli e con pochi e chiari obiettivi. Insigne a parte (che, tra l’altro, era corteggiato da diverse squadre), Pandev è stato acquistato a titolo definitivo, Behrami e Gamberini hanno integrato una rosa che necessitava ancora qualche ritocco, e alcuni giocatori in esubero sono già stati o a breve saranno piazzati altrove. Mancano ancora, in realtà, una punta centrale come vice-Cavani  e il tanto inseguito giocatore di fascia (sfumato Balzaretti, pare tornata a galla l’idea Cissokho). Per l’attacco, l’acquisto di un centrale renderebbe Vargas un esubero, e il cileno rischierebbe il prestito, preferito da Mazzarri ma non dalla società, che ci terrebbe a valorizzare il giocatore.


AZZURRI: 2×11
– Ma mai come quest’anno, il Napoli è orientato verso il privilegio di disporre di due giocatori per ogni zona del campo: obiettivo strategico che è stato mancato clamorosamente l’anno scorso, in occasione della prima apparizione in Champions League (impegno che il Napoli ha onorato sempre, pagandolo in campionato), e invece quasi raggiunto adesso che la competizione europea ad ospitare gli azzurri sarà la meno blasonata Europa League. Sarà, come si dice, questione di esperienza. O magari la società, quest’anno, ritiene possibile arrivare fino in fondo nel secondo torneo continentale?

Di seguito è proposta la probabile formazione con cui giocherebbe oggi il Napoli titolare, messa di fronte a quello che dovrebbe essere l’undici di riserva:

 

PUNTO SULLA TATTICA – La partenza di Lavezzi è senza dubbio una perdita oggettiva di qualità. Ma non tutto il male vien per nuocere: al di là del ritorno economico dell’affare (impossibile ritrovare un’occasione così), anche sul piano degli equilibri tecnici complessivi potrebbero esserci conseguenze positive. Hamšik, un po’ calato l’anno scorso, in questo precampionato sembra essersi ritrovato, forse proprio perché l’addio di Lavezzi gli ha restituito una certa responsabilità per quanto riguarda la leadership della manovra che si svolge alle spalle di Cavani. Tatticamente, senza il “Pocho” Hamšik sarà anche più libero di inserirsi e andare al tiro, caratteristica che lo aveva reso famoso nei primi anni napoletani e appetito da diverse big europee. L’assetto scelto da Mazzarri, con Pandev (in ottima forma) dietro Cavani e lo slovacco che parte allineato con gli altri due centrocampisti, sarà forse meno spettacolare rispetto all’anno scorso ma più compatto e permetterà ad Inler di esprimersi al meglio (aspetto da noi sottolineato più di una volta nello scorso campionato in sede di analisi tattica). Behrami sarà il “jolly” di Mazzarri, giocatore con tanta corsa e buona tecnica e utilizzabile un po’ ovunque a centrocampo, anche sulle fasce. Insigne, partendo dalla panchina, sarà il valore aggiunto. Cavani avrà il difficile compito di ripetere un terzo campionato ad alti livelli, ma da rivedere è soprattutto la difesa, che anche con il nuovo modulo più chiuso in precampionato ha continuato a traballare, specie sui calci piazzati. In difesa manca ancora un po’ di rapidità: Cannavaro, Gamberini, Fernandez e soprattutto Britos non spiccano per il passo svelto, Grava paga l’età avanzata.

LE ALTRE: JUVENTUS, VOTO 6,5 – Intorno al Napoli, le avversarie per i primi 5-6 posti non sono restate a guardare. La prima a muoversi è stata la Juventus, che ha messo subito in circolo diversi nomi di top-player per ora mai arrivati. Ma in mezzo a tanto fumo è riuscita comunque a prendere giocatori di valore, come Isla, Asamoah e Giovinco. In attesa di una prima punta che faccia sensazione, la vera tegola per i bianconeri, però, è la situazione squalifiche: oltre quelle ormai probabili di Pepe e Bonucci, desta preoccupazione quella legata all’allenatore, Antonio Conte. Se fosse squalificato salterebbero molti piani e la situazione sarebbe davvero complicata.

ROMA, VOTO 7,5 – A proposito di allenatori: dal coach è partita la nuova Roma, che con l’ingaggio di Zeman ha piazzato il primo colpo, facendo una scelta insieme coraggiosa e saggia, come coraggioso e saggio è lo stesso tecnico boemo. Che, quasi certamente, darà una personalità alla sua squadra. E la società in questo senso è stata, ultimamente, la più attiva sul mercato: Balzaretti, Bradley, Tachtsidis, Destro, e le incognite sudamericane Piris, Dodô e Castán sono i nomi nuovi, che si aggiungono a chi già c’era, fra tutti Stekelenburg, Burdisso, Pjanic, Marquinho, Totti, Lamela, Bojan. Sul piano cessioni la società capitolina ha fatto altrettanto bene. Dal centrocampo in su, la Roma appare davvero fortissima, di sicuro fra le prime tre del campionato. Il problema per ora è la difesa, ed è noto che le squadre di Zeman, se soffrono, soffrono proprio in quella zona. Staremo a vedere, ma di certo la società giallorossa è quella che ha fatto più passi avanti (e ne aveva anche più bisogno) durante questa estate di mercato.

MILAN, VOTO 5 ,5 – Il Milan per ora è la vera incognita della Serie A, dato che le cessioni illustri non sono state seguite da acquisti altrettanto altisonanti. Più che la perdita di Ibrahimovic (che potrebbe rilanciare Pato e lasciare più spazio al talentuoso El Sharaawy, ma si attende un acquisto importante come prima punta), pesa al momento la partenza di un colosso come Thiago Silva: proprio come Napoli e Roma, il Milan al momento ha il suo punto debole nella difesa, almeno sulla carta. Al centro, Bonera e Yepes sono piuttosto anziani, e restano Mexes e il neo-acquisto Acerbi, proveniente dal Chievo. Sulle fasce, Abate e Antonini sono buoni giocatori ma di certo non sono fuoriclasse. Galliani sta riflettendo, ma non sono spuntati nomi convincenti fino ad ora. A centrocampo, con l’arrivo di Montolivo i rossoneri sono a posto, mente l’attacco è piuttosto scarno quantitativamente, avendo perso Ibra, Maxi Lopez e Inzaghi. Possibile comunque qualche innesto, magari un colpo di coda conclusivo sul modello di Nocerino dell’anno scorso.

INTER, VOTO 7 – La Serie A negli ultimi anni non concede colpacci, e se i top-player non possono proprio venire in Italia, allora c’è da dire che l’Inter fin qui si è mossa bene: nessuna partenza di rilievo (Julio Cesar era ormai alla fine di un ciclo, Lucio in netta fase calante), mentre sono arrivati Handanovic, Silvestre, Mudingayi e Palacio. Il primo e l’ultimo, fra i migliori dello scorso campionato, gli altri due buoni rinforzi. E dall’Espanyol è rientrato Coutinho, che sembra essere finalmente maturato. Lo spavaldo Stramaccioni ha tutto il potenziale per far bene, e se non ci saranno passi falsi l’Inter è in pole per i primi posti, come dimostra anche la netta vittoria a Spalato in Europa League.

UDINESE E LAZIO 6, FIORENTINA 7 – La politica dei Pozzo è sempre la stessa: fare cassa con le “scoperte”. Ugualmente, l’Udinese negli ultimi anni si è affacciata spesso in Champions League, eliminata l’anno scorso solo per la sfortuna di aver beccato l’Arsenal nei preliminari (sfiorando anche la clamorosa qualificazione). Quest’anno le cessioni sono state importanti, tanto che Guidolin adesso ha davvero pochi ricambi. Ma è tornato Muriel dal prestito al Lecce: se esplodesse, il colombiano sarebbe davvero l’arma in più dei bianconeri. La Lazio fin qui ha fatto un solo acquisto rilevante, il centrocampista Ederson, brasiliano proveniente dal Lione, mentre Zárate è rientrato dall’Inter. Come la Roma, anche la Lazio di Lotito ha cambiato allenatore: il bosniaco Petkovic sembra un tipo tosto, ma viene dal campionato svizzero e dovrà dimostrare il proprio valore. Infine, una menzione particolare per la Fiorentina: dopo le numerose cessioni e il vociferato addio di Jovetic, Montella sembrava destinato ad allenare una squadra-fantasma. Invece in poco tempo sono arrivati il portiere Viviano e i difensori argentini Roncaglia e Rodriguez; a centrocampo Della Rocca, Cuadrado, il nazionale cileno Mati Fernández e soprattutto Aquilani e Borja Valero, quest’ultimo corteggiato dal Napoli l’anno scorso. In attacco, dall’Ajax arriva il marocchino El Hamdaoui, 19 reti nello scorso campionato olandese.

CAMPIONATO COMBATTUTO – Si profila dunque una Serie A con meno campioni affermati rispetto allo scorso anno, ma (e forse per questo) più combattuta, con una prima fila che comprende 4-5 squadre: la Juventus è la squadra campione in carica, la Roma ha effettuato il mercato migliore, il Napoli ha un svolto un precampionato promettente, l’Inter si è rafforzata e sta trovando la propria identità. Un passo indietro per il Milan, ma di certo ci sarà qualche cambiamento di qui a fine mese, mentre la Fiorentina ha fatto un netto balzo in avanti, quanto meno per la rosa a disposizione, e sullo stesso piano sono un po’ regredite Lazio e Udinese. Ma il mercato non è ancora finito.

A cura di Lorenzo Licciardi

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