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Palermo, la procura indaga su un presunto buco di 120 milioni di euro

Partite le indagini della Guardia di Finanzia, ma il club rosanero smentisce

La procura apre un fascicolo di “atti civili” per verificare se ci siano le condizioni per avanzare al tribunale l’istanza di fallimento del Palermo calcio, dopo esposti e denunce di creditori. La società avrebbe un buco di 120 milioni.

Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza, sono coordinate dai pm del capoluogo siciliano Francesca Dessì e Andrea Fusco.  Al momento non ci sono indagati.

 La procura esercita il ruolo che la legge le consente anche sulle questioni civilistiche. L’obiettivo è capire se la società – si aspetta che il club passi da Maurizio Zamparini a Paul Baccaglini, ma il closing ritarda – possa essere considerata insolvente. In questo caso la procura chiederebbe il fallimento. Quest’anno la squadra è retrocessa in B.

Intanto, però, arriva la precisazione di Enrico Sanseverino e Francesco Pantaleone, dello staff legale del Palermo.: “Nessuna attività, a oggi, è stata effettuata dalla guardia di finanza per acquisire o sequestrare documentazione fiscale del Palermo calcio. Nessuna informazione di garanzia in merito è stata mai notificata a Maurizio Zamparini né parimenti risultano procedure presso la sezione fallimentare del Tribunale di Palermo. Per completezza, si precisa che la gestione economica della società, come tutte le società calcistiche, è controllata costantemente dalla Covisoc (Commissione di vigilanza e controllo sui conti delle società di calcio) e i relativi bilanci sono regolarmente certificati dalla società di revisione”.

L’indagine sul Palermo calcio è stata aperta un paio di mesi fa. Al momento non c’è stato alcun controllo della Guardia di finanza sui conti del Palermo che sono comunque certificati semestralmente.

Intanto, il ‘closing’ per il passaggio delle quote a una società inglese è in stand-by. L’indagine potrebbe essere stata avviata dopo il blocco del fido di 2,5 milioni da parte di Unicredit, o dopo il pignoramento da parte di Riscossione Sicilia per 200 mila euro sui conti correnti del Palermo presso Unicredit, per un contenzioso relativo agli anni ’93/94, ereditato dalla gestione Sensi (che negli anni ’90 non era tuttavia proprietario del Palermo). Il contenzioso, secondo il patron Maurizio Zamparini, era scaduto nei termini, perciò pretestuoso e non dovuto.

 

 

Fonte: Giornale di Sicilia

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