Alla fine, con la cornice di attesa e polemiche degne dell’evento, è giunto il momento di Napoli-Juventus. Il meteo prevede nubi a tratti sul San Paolo, nubi che toccherà agli uomini di Mazzarri diradare per evitare il primo accenno di fuga in campionato all’invisa rivale e schernire l’antipatica ironia che tanti tifosi juventini hanno fatto sulla decisione di rinviare la partita dello scorso 6 novembre. Una pioggia di polemiche sterili ed odiose a pochi giorni dalle alluvioni liguri. Ma tant’è, il calcio pare essere un luogo a riparo dal buon senso.
Accantonate le fatiche di Coppa e le difficoltà dell’ultima trasferta di Bergamo, il Napoli è chiamato a quella che il campionato e la storia del club azzurro ha eletto a sfida dell’anno, almeno nei confini nazionali…
Da sempre la partita con i bianconeri nell’immaginario del tifoso napoletano è legata all’idea della sfida al potere calcistico e considerata termometro delle proprie ambizioni di grandezza. Sfogliando gli almanacchi è facile accorgersi di quante immagini e suggestioni richiami alla mente la sfida con la Juventus, per questa ragione ho deciso di non raccontarvi una sola partita ma di scorrere con voi l’album dei ricordi della sfida ai bianconeri.
Scelgo di iniziare il mio racconto dal lontano 18 gennaio 1953, quando i tifosi accorsi allo stadio Collana gremirono lo stadio vomerese ansiosi di rompere un digiuno di vittorie contro lo squadrone piemontese che durava ormai da dodici anni. Il presidente di allora, Achille Lauro, era stato autore di un faraonico mercato per provare ad insidiare gli squadroni del nord Italia, rinforzando la rosa con gli acquisti di Pesaola e Jeppson ad affiancare il “fornaretto” di Frascati Amedeo Amedei. Le speranze dei tifosi parvero, però, essere nuovamente deluse dalla falsa partenza degli azzurri, segnata dal repentino doppio svantaggio per le reti segnate da Hansen e Praest. Al decimo minuto era già due a zero per la Juventus. L’orgoglio e l’impeto del Napoli, e un ricco premio partita promesso da lauro ai suoi calciatori, permisero di raddrizzare la partita già nella prima frazione, grazie ai goal dei nuovi acquisti Pesaola e Jeppson. Il secondo tempo fu segnato dagl’incessanti attacchi azzurri che però non sembravano essere sufficienti a regalare ai tifosi napoletani la tanto agognata vittoria. A far esplodere l’incontenibile gioia di un’intera città riversatasi al Vomero fu proprio Amadei che all’ultimo minuto freddò il portiere juventino con un potente tiro dal limite.
Una gioia che i napoletani dovettero però attendere per altri cinque anni, quando il Napoli riuscì nell’impresa di battere per ben due volte la grande Juventus della prima stella bianconera. La partita fu una delle più emozionanti della storia delle sfide tra le due squadre, con un’altalena di goal che tennero sulla corda il pubblico partenopeo giunto talmente numeroso allo stadio da lambire il terreno di gioco. A portare in vantaggio il Napoli dopo quattro minuti ci pensò o’ Lione Vinicio ma Stacchino, al settimo, aveva già siglato il pareggio bianconero. Le rete di Brugola servito da Vinicio regalò nuovamente il vantaggio al Napoli, riacciuffato però a inizio ripresa dalla seconda rete di Stacchini. Vinicio, però, si caricò la squadra sulle spalle e la riportò in vantaggio con la sua personale doppietta. Le numerose parate di Bugatti sembravano regalare la vittoria al Napoli ma a cinque minuti dal termine Montico regalò l’ennesimo pareggio alla Juventus che dovette, però capitolare due minuti dopo per la rete di Bertucco che fissò il risultato sul finale 4 a 3. Indiscusso protagonista di quell’epica vittoria fu Vinicio che l’anno seguente avrebbe segnato nuovamente bianconeri decidendo la vittoria sulla Juventus nella gara d’inaugurazione dello stadio San Paolo. L’importante doppio successo sui bianconeri non valse però la conquista dello scudetto, vinto proprio dai bianconeri. Il Napoli giunse quarto a undici punti di distacco dalla prima.
Dopo l’esaltante esordio il nuovo impianto di Fuorigrotta dovette aspettare il dicembre del 1968 per festeggiare una nuova vittoria in campionato con l’odiata rivale, quando Montefusco con una doppietta riuscì a rimontare l’iniziale vantaggio juventino di Anastasi, in una partita dal clima infuocato sugli spalti ed in campo, con ben tre espulsioni, Salvadore per la Juve e Sivori e Panzanato per il Napoli. Dopo il nuovo successo dell’anno seguente con il rigore di Altafini a segnare l’1 a 0 finale, venne una un lungo periodo di delusioni per i tifosi del Napoli che non riuscì più ad imporsi sulla Juventus. Un lungo digiuno destinato a terminare grazie ad una prodezza del giocatore che, più di chiunque altro, ha segnato la storia del club azzurro, Diego Armando Maradona.
La sfida del campionato 1985/86 è quella tra due giganti del calcio mondiale. A sfidare Maradona l’imbattibile Juventus di Platini. Il Napoli offrì una prestazione convincente schiacciando la Juventus nella propria metà di campo ma la porta di Tacconi pareva inviolabile e l’entusiasmo degli ottantamila del San Paolo destinato ad arrendersi ad uno scialbo 0 a 0. Maratona, nel suo personalissimo rapporto d’empatia con la città, aveva già imparato cosa volesse dire per i napoletani vincere con la Juventus e regalò agli spettatori e a tutti gli amanti del calcio una delle sue reti più belle di sempre. La traiettoria con la quale calciò una punizione di seconda a pochi metri dalla linea di porta sfida tutte le leggi della fisica ma Diego non parve mai preoccuparsene, sicuro che avrebbe regalato alla sua gente quella vittoria. La sua gioia fu quella di un’intera città. Da quel giorno battere la Juventus non sarebbe stato più un sogno ma una ricorrente realtà.
Di seguito i video delle partite raccontate:
Ecco i video-racconti delle gare citate:
Clicca qui per vedere il video di Napoli-Juventus 3-2 della stagione 1952-53
Clicca qui per vedere il 2-1 della stagione 1959-60
Clicca qui per vedere l’1-0 della stagione 1968-69
Clicca qui per vedere l’1-0 della stagione 1969-70
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