Sono passati poco più di 10 anni – era il 5 giugno del 2002 – quando la Nuova Pallacanestro Napoli, targata Di Nola, conquistò la promozione dall’A2 all’A1 battendo in gara 5 in trasferta (83-92) Reggio Emilia. Era il club di Mario Maione con la squadra diretta da Piero Bucchi in tandem con Maurizio Bartocci e trascinata dall’estro di Dontae Jones, dalla guida di Henry Williams ma soprattutto dalla mira infallibile di uno shooter autentico come Mike Penberthy. L’americano di Los Gatos per tre stagioni con le sue triple ha mandato in visibilio prima il pubblico del PalaBlu di Monterusciello e poi quello del PalaBarbuto.
Pochi mesi prima della sua avventura napoletana per due stagioni vestì la prestigiosa canotta dei Lakers nella Nba. Amava sistemarsi dietro i blocchi monolitici di Shaquille O’Neal per scoccare le sue “bombe”. La sua avventura tra i professionisti gli portò qualche delusione di troppo tant’è che temporaneamente lasciò il basket e si impiegò presso un corriere espresso prima di tornare a crivellare le retine dei canestri.
Oggi quel formidabile cecchino ha 38 anni ed è tornato nella sua California dove vive a Valencia, nella contea di Los Angeles, con la moglie Wendy e i suoi tre bambini. Non gioca più, almeno a livello professionistico, ma il basket è un “virus” difficilmente debellabile soprattutto per chi è stato un cestista di alto livello. E Penberthy, neanche a dirlo, oggi si occupa proprio di “shoot”, come dicono negli States, di tiro dalla media e dalla lunga distanza seguendo due stelle Nba come Dwyane Wade che gioca con i Miami Heat e Andre Iguodala dei Denver Nuggets: trionfatore a giugno in Nba il primo mentre il secondo oro alle recenti olimpiadi londinesi con Team Usa.
Il nuovo Napoli-Sant’Antimo riparte proprio dalla Legadue per provare a raggiungere nel prossimo futuro la massima serie. «Ora non conosco il livello del campionato di Legadue. Ormai sono diversi anni che sono lontano dall’Italia ma conosco il coach Bartocci che per tre stagioni mi ha allenato e so che è l’allenatore giusto al posto giusto. Conosce l’ambiente e la categoria. Se la squadra ha talento è facile vincere».
Ricorda la stagione della promozione e i suoi 3 anni napoletani. «Napoli mi manca tanto. Sul mio profilo Facebook ho pubblicato la foto copertina di quando vestivo la canotta della Pompea eppure potevo mettere, per ricordare il mio “high” in carriera, un’immagine di quando ho giocato con i Lakers. Seguirò la squadra via internet. L’entusiasmo dei tifosi napoletani è super». L’accoglienza che i fans napoletani vi tributarono dopo il successo in gara 5 a Reggio Emilia fu incredibile. «Ricordo perfettamente quella gara. Ci accompagnarono in Emilia tanti tifosi di Napoli. Gli altri seguivano le partite da casa perché le finali erano in diretta tv. Jones fece il fenomeno, avrebbe segnato anche da casa sua in quella gara. Giocai una buona gara così come Turner e Williams ma fu importante anche la difesa frenetica di Nikolaidis su Nando Gentile negli ultimi minuti».
Magari potrebbe tornare a Napoli come allenatore. «Ovviamente, sarei entusiasta. Da voi ho tanti amici e sarebbe un’ esperienza molto formativa allenare nel campionato italiano. Il mio cuore è sempre da voi».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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