Grave lutto in casa Beckenbauer. Nella notte fra venerdì e sabato è venuto a mancare Stephan, figlio del Kaiser Franz. Scomparso a soli 46 anni in seguito a una lunga malattia, lascia moglie e tre bambini. Primogenito fra i cinque figli di Franz, è l’unico ad aver intrapreso la carriera sportiva. Pur avendo un buon talento è però stato schiacciato dal continuo paragone con il padre: “Era impossibile tenere testa a questo paragone – ha raccontato Stephan qualche anno fa in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung – papà era semplicemente troppo bravo”.
GIOCATORE — Come detto però Stephan le sue soddisfazioni da calciatore prima e da allenatore poi se le è tolte: cresciuto come difensore nel settore giovanile del Bayern, non è mai riuscito ad esordire con la Prima Squadra bavarese, decidendo quindi di trasferirsi a 20 anni al Monaco 1860, all’epoca impegnato nel campionato dilettanti. Dopo le esperienze con i Kickers Offenbach e con i Grenchen, nel 1992, a 23 anni, passa al Saarbrücken giocando finalmente in Bundesliga. Esordisce nel massimo campionato tedesco il 14 agosto nella partita pareggiata in casa del Bayer Leverkusen. In quella stagione colleziona 12 presenze (le uniche in Bundesliga). Il Saarbrücken finirà il campionato all’ultimo posto, a 4 punti dalla salvezza, a causa di un incredibile crollo finale (9 sconfitte nelle ultime 9 giornate). Anche nella stagione successiva Beckenbauer giocò col Saarbrücken: il 24 febbraio del 1994, nella trasferta contro gli Stuttgarter Kickers, riuscì a segnare il suo unico gol fra i professionisti. Tornato al Bayern Monaco (giocò però solo con la seconda squadra), terminò la carriera a 29 anni a causa di un brutto infortunio al ginocchio.
ALLENATORE — Ne approfittò per diventare immediatamente allenatore delle giovanili del Bayern. Riuscì a forgiare giocatori come Schweinsteiger, Hummels e Müller, che l’anno scorso in Brasile sono diventati campioni del mondo. “Bastian ha sempre provato particolare gioia nel giocare a calcio – ha raccontato Stephan in una intervista a spox –. Allo stesso tempo non gli sono mai mancate la passione, la determinazione e l’amore per questo sport”. Nel 2012, dopo 11 anni di servizio, aveva lasciato l’incarico.
Fonte: gazzetta.it
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