Il Maracanazo in confronto è stata una barzelletta. Al Mineirao è andato in scena un dramma collettivo in tinta verdoro con il Brasile che ha subito una mattanza sportiva a tutti gli effetti, il ko più pesante della sua storia. La Germania annichilisce in semifinale la Seleçao schiantandola per 7-1. Uno schiaffo storico, stampato sul volto dei padroni di casa apparsi inermi, disperati, con le lacrime agli occhi. Una sconfitta epocale che non ha precedenti nella storia della nazionale sudamericana. Ma a far clamore non è tanto l’eclatante risultato finale quanto il modo in cui esso è arrivato. La Germania di Kroos, Khedira, Schurrle, Muller e Klose (in gol anche oggi e miglior marcatore di sempre nella storia della Coppa del Mondo con 16 centri) ha incenerito la Seleçao nella prima mezz’ora. Cinque gol in diciotto minuti per chiudere il discorso nel modo più fragoroso. Oscar e soci trattati come un’esordiente qualsiasi, incapaci di reagire, in completa balia dell’avversario. Scolari in panchina osserva impotente la disfatta storica della sua Nazionale che si scioglie proprio al penultimo atto, umiliando anche l’attonito pubblico sugli spalti, rimasto sotto choc come l’intera nazione. La Germania, d’altro canto, è poesia applicata al calcio. Solida, cinica, organizzatissima: tutto il contrario dei propri avversari. Fra le due squadre ci sono tre categorie di differenza. Per gli uomini di Low la semifinale del Mondiale si è trasformata molto presto in una salutare sgambata. Ad aprire le danze è Muller all’11’ con un sinistro al volo sotto misura su angolo di Kroos. Per l’attaccante del Bayern è il quinto gol in questo Mondiale, il decimo in totale. Al 23′ arriva il raddoppio firmato Klose, che entra nella leggenda diventando il più prolifico bomber in coppa del Mondo (staccato Ronaldo, fermo a 15). La Germania è un rullo compressore, il Brasile va letteralmente in blackout e crolla mentalmente. In quattro minuti arrivano altre tre reti tedesche con la doppietta di Kroos e il sigillo di Khedira. Siamo 5-0 e l’orologio non segna neanche mezz’ora. Incredibile! Il Brasile non si riprende più e si arrende al suo dramma sportivo, inebetito e incapace di ogni minima reazione. Il sogno della vittoria mondiale in casa svanisce nel modo più cruento. La Germania (che mai era riuscita a segnare cinque reti in un tempo solo) rallenta per non infierire e, anzi, nella ripresa quasi cammina in campo, conservando le energie per la battaglia finale del Maracanà. Scolari toglie gli imbarazzanti Fernandinho e Hulk per inserire Paulinho e Ramires. Neuer si deve scaldare solo su un tiro di Oscar splendidamente deviato in angolo. Muller si prova dalla distanza ma Julio Cesar alza in angolo. Low leva Klose e Hummels per Mertesacker e Schurrle che prima chiude il primo set con un tocco sotto misura su assist di Lahm e poi insacca il 7-0 con una gemma di rara bellezza. Il pubblico brasiliano sbotta e comincia a fischiare i propri beniamini, in particolare il mediocre Fred, tolto dal campo per far posto a Willian. La Germania si prende con gli interessi la rivincita dopo la sconfitta in finale nel 2002 in Giappone contro il Brasile di Ronaldo. La disfatta è compiuta. Il Brasile da un incubo come questo ne uscirà chissà quando. La macchia, invece, resterà lì per sempre. Indelebile.
Fonte: corrieredellosport.it
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