MILANO – Se fosse per la Soprintendenza ai beni culturali, San Siro potrebbe anche essere abbattuto. Lo stadio non presenta alcun “interesse culturale”. Lo ha stabilito la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, rispondendo a una richiesta che – nel novembre scorso – era stata presentata dalla giunta guidata dal sindaco Beppe Sala.
La giunta voleva sapere se il Meazza avesse qualche valore architettonico, prima di dare il via libera al progetto presentato da Inter e Milan. Progetto che ne prevede, di fatto, l’abbattimento per realizzare un nuovo impianto sempre nel quartiere San Siro, a poche centinaia di metri. A suo tempo, la giunta sperava anche di trovare un sostegno all’idea del sindaco Sala che si era sempre dichiarato a favore della ristrutturazione del San Siro “storico”.
Una sponda che non è arrivata. Il Meazza non deve essere tutelato – si legge nel provvedimento appena arrivato in Comune – perché “trattasi, allo stato attuale, di un manufatto architettonico in cui le persistenza dello stadio originario del 1925-’26 e dell’ampliamento del 1937-’39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni” di tutela del patrimonio “perché non risalenti a oltre 70 anni”.
In altre parole, dello storico impianto nato a cavallo tra le due guerre mondiali rimane ben poco. E le successive trasformazioni, assai più consistenti, non fanno parte del patrimonio da conservare. Perché si tratta di interventi architettonici in divenire e legati alle esigenze della moderna società dello spettacolo. Come è spiegato nel dettaglio dal parere della commissione: “Le stratificazioni, gli adeguamenti e gli ampliamenti fanno dello stadio – come oggi percepibili nel suo insieme – un’opera connotata dagli interventi del 53-’55, oltre a quelli del 1898-’90, nonché dalle opere successive al Duemila, ovvero un’architettura soggetta a una continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo”.
La decisione spiana definitivamente la strada all’accordo tra i due club e l’amministrazione comunale per la realizzazione del nuovo stadio e della trasformazione del quartiere. Il sindaco ha ottenuto di “salvare” una parte del vecchio san Siro (una curva e parte di una tribuna) giusto come simbolo storico dell’impianto che ha visto Milan e Inter conquistare ben dieci Coppe dei Campioni. L’area su cui ora sorge il campo di gioco diventerà un parco/centro sportivo aperto al pubblico, mentre attorno l’area verrà trasformato ospitando un albergo, un centro commerciale e spazi ricreativi.
I tecnici del Comune e delle due società stanno giusto in queste settimane concludendo la trattativa per decidere “l’indice di edificabilità” e i servizi che saranno necessari al quartiere. Dopo il via libera del Ministero per i beni culturali, per l’annuncio dell’accordo potrebbe essere veramente questione di giorni.
Fonte: milano.repubblica.it
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