MILANO – «Cristiano Ronaldo intende lasciare il Real per i problemi con il fisco spagnolo? Beh, se il Real vuole Donnarumma, siamo pronti a parlarne con Perez. Naturalmente, senza partire dalla base di 400 milioni di cui parla la stampa spagnola». La battuta di Massimiliano Mirabelli è fulminante. Rende bene l’idea dell’aria che tira in Casa Milan, al quarto piano della modernissima sede, il giorno dopo la rottura con Gigio. L’aria di chi, da questa vicenda, è uscito nel modo migliore, avendo presentato al mondo 25 milioni di buone ragioni. […]
L’INPUT CINESE. L’appuntamento con Mirabelli era stato fissato quattro giorni prima che esplodesse il caso dell’anno. Il Corriere dello Sport-Stadio voleva raccontare la storia di uno dei due uomini che, in soli due mesi, hanno cominciato a rifare grande il Milan: Musacchio, Rodriguez, Kessie, André Silva, prossimamente Conti (ma alle condizioni dell’Atalanta).
Massimiliano Mirabelli, 47 anni, calabrese, 13 campionati vinti nelle diverse categorie in cui ha lavorato, uno strepitoso lavoro di scouting all’Inter, ha salito a uno a uno i gradini che l’hanno portato da Rende a Casa Milan, dov’è approdato per raccogliere l’ennesima sfida lanciata a se stesso. «Nel settembre di un anno fa, quando Marco Fassone mi ha illustrato la prospettiva cinese, ho lasciato la confortante posizione che ricoprivo nell’Inter e ho deciso di fare un salto nel buio. Perché di questo si trattava e, questo, per otto mesi è stato, fra rinvii, colpi di scena, closing annunciati e poi procrastinati, maldicenze, insinuazioni». […]
«NON HA PREZZO». E adesso, che cosa succede con Donnarumma? «Per il momento, nulla. L’input della proprietà è non accettare offerte. Anche perché, per noi Donnarumma non ha prezzo. Non lo vendiamo. Per ora». Beh, almeno una cosa che vi unisce a Raiola, c’è: lui ha detto che Balotelli è come la Gioconda e Donnarumma è il Maradona dei portieri. Entrambi, a suo dire, non hanno prezzo. Mirabelli sorride: «Volevamo regalare un simbolo ai nostri tifosi. E Donnarumma aveva tutto per diventarlo: avrebbe avuto la fascia di capitano e, francamente, l’offerta era enorme, considerata la sua giovanissima età e l’onere per il Milan: 25 milioni netti in 5 anni significano 50 milioni lordi a carico della società». Se ci fosse ancora la lira, sarebbero 100 miliardi. Ma allora, perché Donnarumma ha rifiutato? «Umanamente, ci siamo rimasti male, anche perché, mi creda, non c’è stata trattativa e non è vero che durante l’incontro di giovedì ci sia stata tensione con Raiola o che abbiamo litigato con lui. Le parti hanno preso atto della situazione e ognuno è andato per la propria strada». […]
SFIDA ALLA JUVE. Palpabile la sensazione che Mirabelli e il Milan abbiano le idee chiare. Intanto c’è Plizzari, classe 2000, protagonista ai mondiali Under 20 in Corea del Sud conclusi con lo storico terzo posto dell’Italia di Evani. Poi ci sono Neto (che la Juve valuta 10 milioni di euro, senza dimenticare come i bianconeri puntino De Sciglio) e Szczesny: il primo è sul mercato perché il secondo andrà a Torino, come ha rivelato pubblicamente Buffon («Penso che con Donnarumma in Nazionale e con Szczesny alla Juve mi stiano preparando la pensione, ma è giusto così»). Andrà o andrebbe? Mirabelli è serafico. Gli riferisco delle dichiarazioni mattutine di Marotta che non lasciano adito a dubbi: la Juve è su Donnarumma. Il direttore sportivo sorride. Sopraggiunge Marco Fassone: «Mi sarei stupito se Marotta avesse affermato il contrario. Marotta è molto abile: se gli interessa un portiere, noi siamo qui». […]
Fonte: Corrieredellosport.it
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