Come sempre, e senza retorica o falsa ironia, l’arbitraggio non può mai essere una scusante. Il calcio italiano lascia la Champions e tutte le competizioni europee: il Milan soccombe contro una squadra che, statistiche alla mano, è inarrivabile quanto a possesso palla e tiri in porta. Eppure, di fronte a questo Barcellona tornano gli echi, con un sorriso, dei porqué di Mourinho: Zlatan Ibrahimovic ha dichiarato di capire finalmente i pensieri che affliggono l’attuale tecnico madridista.
In fondo viene da chiedersi perché una squadra come quella possa aver bisogno di più di un aiutino arbitrale per prevalere. Se non altro, sarebbe anche bello per il calcio non veder vincere sempre gli stessi, vivere qualche colpo di scena, sperimentare il brivido dell’imprevedibilità. E invece, quando il Milan si porta sull’1-1 e rimette tutto in discussione, ecco che un arbitro olandese che risponde al nome di Björn Kuipers fischia il secondo rigore per i padroni di casa nello stesso incontro. Qualcosa che capita molto di rado, solo quando il fallo è così plateale da non poter essere trascurato. Invece, la trattenuta di Nesta su Busquets avviene quasi a palla ferma, è di quelle che si vedono a decine in una singola partita, e per giunta Nesta subisce fallo da Puyol. Ma per Kuipers è rigore. Messi trasforma come sempre, 2-1 e match in discesa per il Barça.
Per intendersi: Kuipers è lo stesso arbitro che diresse la trasferta del Napoli a Monaco di Baviera (clicca qui per l’articolo), mostrando in quell’occasione di “sentire” l’atmosfera rumorosa dell’Allianz Arena, che probabilmente influì su una direzione di gara poco equa e con diversi errori.
Se stavolta si trattasse di un singolo episodio, ovvero del fallo o non-fallo commesso da Nesta, si potrebbe anche parlare di valutazione giusta o sbagliata. Purtroppo per Kuipers, però, il suo arbitraggio di Barcellona-Milan è stato un insieme di decisioni che spesso sono sembrate tutt’altro che equilibrate: a partire da un contrasto subito da Ibrahimovic in area di rigore e non fischiato, non molto diverso da quello subito da Messi in occasione del primo rigore concesso ai padroni di casa. Ma non si tratta di uno o due episodi isolati: a lasciare perplessi è stato l’andamento del fischietto di Kuipers, e soprattutto l’equità nella gestione dei cartellini. Ai calciatori del Milan sono stati mostrati ben sette cartellini gialli, ai blaugrana soltanto uno. Strano, perché si sono viste parecchie entrate piuttosto rudi da parte dei catalani, alcune persino non rilevate come falli. E una conduzione di gara simile non è certo ininfluente, anzi è più determinante di un paio di episodi, perché condiziona l’intero atteggiamento di una squadra, inibendone l’agonismo e caricando invece la “libertà agonistica” della squadra più tutelata.
Due indizi non fanno ancora una prova, ma ci siamo quasi: su Kuipers non si può esprimere un giudizio definitivo, né sarebbe logico dedurre che abbia qualcosa contro le italiane, ma almeno si può dire con quasi certezza che è un arbitro sensibile, che percepisce e assorbe tutte le “sensazioni” provocate dagli stadi caldi delle big d’Europa.
Lorenzo Licciardi
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