Prima della conferenza stampa di vigilia di Milan-Juve, Sinisa Mihajlovic ha parlato a Milan Channel e ha fatto dichiarazioni importanti: “Sicuramente mi fa piacere quello che ha detto il dottor Galliani, ma io come tutti gli allenatori dipendo dai risultati. Vediamo come vanno queste partite e se si vincerà la Coppa Italia. Se le cose andranno male la cosa naturale sarà cambiare l’allenatore. Io cercherò di dare sempre il massimo fino a che sono qua. Non è mai mancata la vicinanza di Galliani, lo ringrazierò per sempre”.
CONFERENZA – Vigilia di Milan-Juventus a Milanello e conferenza stampa di rito per Sinisa Mihajlovic. Queste le dichiarazioni rilasciate dal tecnico rossonero ai giornalisti presenti, tra cui Calciomercato.com.
Cosa si aspetta dalla partita di domani?
“Incontriamo la squadra più forte nel momento più difficile: ti fa tremare i polsi o gonfiare il petto, a me la seconda e spero anche i giocatori. Vale per il prestigio, per ripagare i tifosi e vivere il finale di stagione in modo differente. Rispetto molto la Juve e i suoi giocatori per la rabbia, la personalità e la voglia di vincere che mettono sempre in campo, sono un esempio per tutti e non a caso li ho spessi citati: se non hai certi valori oltre qualità tecniche non puoi vincere 4-5 scudetti di fila. Partita difficile dove noi dobbiamo fare il nostro, ossia ricominciare a giocare come abbiamo fatto in quei mesi quando le cose andavano bene: questo ritiro ci è servito per confrontarci e vedere le cose buone che abbiamo fatto e che i giocatori si sono dimenticati di fare nelle ultime partite. Al di là del risultato spero che la squadra faccia una buona prestazione e non sbagli atteggiamento”.
Sente di non aver ottenuto quello che voleva dalla squadra?
“Sicuramente non è divertente dal mio punto di vista, non abbiamo trovato la continuità e questo mi dispiace. Questi ultimi mesi di Milan li ho vissuti come gli altri, abbiamo provato e fatto di tutto per cercare le soluzioni giuste e mi dispiace come ho detto anche a loro: pensavo che a un certo punto avremmo svoltato e invece ci siamo persi, non me l’aspettavo. Mancano comunque 7-8 partite e la Coppa Italia, abbiamo il dovere di arrivare almeno sesti e vincere la Coppa Italia, sono partite importantissime in cui dobbiamo dare tutto: anche se sappiamo che la Juve è forte abbiamo tutte le qualità per batterli, io non vado mai in campo pensando che non si possa vincere. Per me conta la prestazione domani, voglio vedere quello: il risultato può essere casuale, la prestazione no, dobbiamo cambiare marcia e trovare continuità. Ce lo siamo detti, non è un problema di gambe ma di spirito.
Pensa possa esserci l’addio al Milan?
“Come tutti gli allenatori al mondo sono giudicato per risultati e lavoro svolto, se nelle ultime partite facciamo schifo è normale e giusto che il primo a pagare sia l’allenatore. Non mi sorprenderei, ma sono sicuro che finché sarò l’allenatore del Milan darò il massimo e farò dare il massimo ai giocatori, ho la coscienza pulita e non mi fascio la testa pensando al futuro: farò quello che so e mi piace fare”.
Quanto pesa l’assenza di Niang?
“Per il lavoro che svolgeva in campo era diverso da tutti gli altri attaccanti, che non sono al massimo, ma non è la sua assenza l’unico problema, ci è mancato qualcosa di più nella testa e nello spirito: ci è mancata la voglia di vincere a tutti i costi, il problema non era se c’era Niang o no, la testa è il problema principale”.
Si vedrà lo stesso Milan visto con le big?
“Ci sono molte probabilità, mi aspetto che i giocatori domani facciano quello che devono fare a prescindere dal risultato”.
Si sente capro espiatorio dei problemi del Milan?
“Penso che quando le cose non vanno bene è giusto che paghi l’allenatore, il tecnico si deve prendere le proprie responsabilità, non cercare alibi o scuse ed essere uomo: è il mio modo di fare e pensare, non mi sento capro espiatorio ma sono l’allenatore di questa squadra e se manca lo spirito giusto io sono il primo colpevole. Loro vanno in campo, io devo trasmettergli certe cose: se non riesco a farlo ho fallito io”.
Domani occasione per Balotelli?
“Potrebbe essere anche per gli altri, abbiamo tre attaccanti tra cui scegliere. Deve sfruttare le sue possibilità, il tempo è sempre meno, ma quello che vale per lui vale per tutti”.
Che effetto le fa la difesa del gruppo a parole, mentre sul campo mancano i risultati?
“Magari gli faccio fare cose che vanno bene e vorrebbero tenermi come allenatore, non so (ride, ndr). Penso che tutti vadano in campo per fare il meglio, ma ci sono certe cose che è difficile correggere nonostante la buona volontà: certe qualità le hai o non le hai. Come ha detto Montolivo a volte è mancata concentrazione, e questo è un dato di fatto”.
Basteranno 7 partite a Balotelli per strappare la conferma?
“Dovete chiedere alla società, sta a lui guadagnarsela. Galliani ha detto che però non ha fatto abbastanza e credo abbia ragione, ora sta a lui: vedremo a fine stagione, ma dipende poco dall’allenatore”.
Possibile esordio per Locatelli?
“Se non gioca Montolivo gioca Locatelli. Io non ho mai avuto paura di rischiare, se vedo un giocatore che dà garanzie ha prospettive e mi piace gioca. Poi so che in una certa partita è più difficile ma bisogna anche conoscere il ragazzo: Locatelli per personalità e qualità ci può stare, anche se non è al massimo. Può avere una grande carriera davanti, non ho nessun problema a prendermi i miei rischi. Speriamo che giochi Riccardo ma se non ce la fa nessun problema a mettere Locatelli”.
Baratterebbe un pareggio domani per una vittoria in Coppa Italia?
“Io gioco per vincere tutte e due, non baratto niente: entro sempre in campo per vincere, poi magari le posso perdere tutte e due”.
Cosa invidia alla Juventus al di là dell’aspetto caratteriale?
“Non sto dentro alla società, non so bene, ma sono un esempio per tutti: lo stadio di proprietà, le qualità tecniche e certi valori senza i quali non vincerebbero 4-5 scudetti di fila. Un esempio da seguire non solo la squadra ma anche la società: sarebbe bello in Italia che tutti avessero gli stadi di proprietà come in Inghilterra, ma qui in Italia c’è troppa burocrazia. Mi ricordo anche i Della Valle quando volevano lo stadio di proprietà, in Italia va così: dopo il mio paese l’Italia è il paese più bello del mondo, sono contento di stare qua ma dopo vent’anni mi rendo conto delle differenze, la burocrazia è molto più lenta”.
Lei dice che i conti si fanno alla fine, ma quando si inizia a programmare la prossima stagione?
“Se si arriva alla fine (ride, ndr). Le società programmano le cose anche prima della fine del campionato, poi ogni società ha le sue difficoltà: non puoi programmare il futuro con un allenatore che magari non ci sarà l’anno prossimo o se non hai trovato il sostituto. Questa è una cosa di cui parlare con la società, ma per fare una cosa come si deve ci deve essere programmazione e cominciare a organizzare la prossima stagione, altrimenti i giocatori che cerchi magari li hanno già presi. Con Galliani parlo sempre di calcio e molte altre cose, ma ogni società è diversa: sono stato in società dove il mercato si faceva da marzo, altre dove si faceva da giugno. Con Galliani parlo sempre e abbiamo le idee chiare, ma vedremo”.
Lei si riconfermerebbe in caso di successo in Coppa Italia?
“Io non posso autoconfermarmi e mandarmi via da solo, non ho mai dato le dimissioni e non lo farò mai. Penso che per chiunque avere la coscienza pulita e avere la consapevolezza di aver provato e dato tutto è la cosa fondamentale. Poi magari non è bastato, si poteva fare di più, credo si potesse, non sono cose che dipendono da me: tutti gli allenatori sono giudicati per risultati e lavoro. Non mi sento né di confermarmi né di mandarmi via, non dipende da me”.
Domani giocherà Honda dal primo minuto?
“Vediamo come stanno i piedi e se la sua spada da Samurai è appuntita (ride, ndr)”
Fonte: calciomercato.com
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