«Ci sono in bacheca due mondiali da difendere ma soprattutto una storia, quello che sta accadendo è una vergogna»: si è sfogato Maradona, mai tenero con i vertici dirigenziali della sua federazione. Ha lottato per decenni contro il potere nemmeno tanto occulto di Julio Grondona, nemici a tal punto che Diego (oggi facente parte del consiglio dei saggi della Fifa) non lo ha risparmiato nemmeno quando Grondona è passato a miglior vita: «Ho sempre sostenuto che fosse un ladro, non vedo perché debba cambiare idea soltanto perché è morto». Maradona era ieri nel palazzo del potere calcistico al centro di Buenos Aires. La sua analisi impietosa lascia poche speranze di sopravvivenza: «Hanno parlato tra club, di organizzazione dei campionati senza alcuna logica». Interpellato dai dirigenti, ha sbattuto la porta: «A queste condizioni non me ne frega niente di dare una mano, io chiedevo pulizia e trasparenza nella gestione federale, mi rispondevano di superlega a trenta squadre, impossibile da allestire perché manca tutto. Non è cambiato niente, è sempre la stessa mafia che c’era ai tempi di Grondona. Metterò Infantino al corrente di tutto, non so se la Fifa può liberare l’Argentina da questi cialtroni».
Fonte: Il Mattino
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