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Lotito senza freni: ”Agnelli? Andreuccio mi odia. E poi quel cretino di Abodi…”

Emergono ancora ulteriori particolari delle chiamate nelle chiamate registrate del presidente della Lazio

Riprendiamo e pubblichiamo un’intervista a Claudio Lotito realizzata da Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera:

Si volta, rabbrividendo. 
«Me sento la febbre… sto proprio accroccato». 
Si volta ancora. 
«Quella telefonata è stato un agguato organizzato. C’è una regia… Ma io non mollo, io voglio cambià il sistema, io so’ testardo. Certe volte, per quanto so’ testardo, me faccio paura da solo». 
Camminiamo in un corridoio con le pareti di marmo, le colonne di marmo, arazzi medievali e lampadari luccicanti, aquile d’argento e putti d’oro massiccio, tappeti persiani, statue, affreschi: lui avanti dentro una grisaglia grigia, tossisce, risponde al cellulare – urla: «Tanto io querelo tutti! Stavolta i soldi me li portano con la carriola!» – tossisce più forte, poi accende la luce della biblioteca di Villa San Sebastiano, il suo quartier generale. 
Si siede. 
Seguono dieci minuti in cui Claudio Lotito si esibisce in un monologo, passando dal romanesco al latino, e s’interroga, si risponde, ironizza, polemizza. 
Dieci minuti bastano.

Va bene, presidente: adesso però cominciamo l’intervista. Le sue affermazioni. in quella telefonata con il dg dell’Ischia, Pino Iodice, sono gravissime, inaccettabili.
«Allora: intanto fatevi spiegare da Corrado Ferlaino che razza di personaggio è questo Iodice…». 

Lei gli risponde con tono affabile, però.
«Io rispondo a tutti, purtroppo. Stavo a pranzo. Il cellulare all’orecchio, masticavo, la forchetta in mano… perché come si sa io sono sinestetico, riesco a usare più sensi contemporaneamente. Comunque no, dico, l’ha ascoltata la registrazione? Io a quello gli spiego solo che voglio trovare una soluzione ai problemi della Lega Pro. In quel momento parlo come proprietario, sia pure al 50 per cento, della Salernitana e quindi…». 

Poi racconta di aver detto ad Andrea Abodi, il presidente della Lega di B, che se in A salgono squadre come il Carpi e il Frosinone, «che non contano un cazzo… tra tre anni non c’avremo più una lira».
«E certo che gli ho detto così! Provi a immaginare una seria A con Carpi, Frosinone, Latina, Sassuolo, Empoli, Cesena… città magnifiche ma squadre piccole, deboli… economicamente, la fabbrica-calcio salterebbe. È un ragionamento elementare». 

È un ragionamento tremendo.
«Vede, io di bilanci mi intendo, sono quello che ha fatto prendere 1,2 miliardi alla Lega di A, ho fatto parlare Murdoch e Berlusconi… Beh, insomma: ho proposto la riforma dei campionati immaginando che dalla B salga in A solo la prima classificata, e che le ultime due della A e la 2, la 3, la 4 e la 5 della B facciano spareggi… Ma quel cretino di Abodi, niente, vuole la certezza che dalla B ne salgano sicure tre! E perché?». 

Perché?
«Perché se ne frega dei conti, dei diritti tv, non gli importa che salti il banco del calcio italiano… Lui ha un solo piano: tenersi buoni i voti delle società, screditarmi e puntare alla presidenza della Lega di A». 

Torniamo alla telefonata con Iodice. Ad un certo punto, lei afferma: «Beretta conta zero».
«Embè? E perché non è così? Il ruolo di Beretta, come presidente della Lega di A, è quello di garante. Sono i presidenti che decidono». 


L’ha sentito, Beretta, nelle ultime ore? È offeso? 
«Offesooo? Macché! La registrazione della telefonata l’abbiamo risentita insieme, e come rideva Beretta… poveraccio, stava piegato…».
(A Lotito squilla il cellulare. «Mhmm… sì sì, l’ho letto Merlo su Repubblica… ah ah ah! Vabbé, dai, che mo’ sto a fa’ un’intervista col Corriere»). 

Presidente, dove trova la forza di ridere?
«Ma no, niente… era il mio avvocato… è fissato… mi ripete sempre che chi mi fa del male… o more, o fallisce, o va carcerato… ma non lo scriva, eh?». 

Il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, l’ha paragonata a Licio Gelli.
«Gelli? Allora se mi paragonava ad Alain Delon voleva dire che so’ bello?». 
(Squilla il secondo cellulare. «Eh sì, m’hanno fatto una bella mascalzonata… sei caro Luchetto… grazie, grazie, lo so che tu mi vuoi bene… me lo ricordo che mi vuoi bene…»).

Chi era?
«Luca Campedelli, il presidente del Chievo. M’ha voluto esprimere la sua solidarietà… E come lui stanno chiamando decine di presidenti…». 

In quella telefonata lei dice di controllare circa 17-18 voti nella Lega di A.
«Non sono potente, sono apprezzato da tutti. Tutti a parte quello che dice di essere il presidente della Roma e Andrea Agnelli… 
Andreuccio si capisce che m’odia proprio… E ora che ho pure chiesto il sorteggio integrale degli arbitri… Ah ah ah! Gli altri presidenti invece condividono la mia voglia di rinnovamento…». 

Lei, insieme a Galliani e Preziosi, ha eletto alla guida della Federcalcio Carlo Tavecchio, uno che fa battute razziste, che ride sugli handicappati e fa comprare dalla Federazione libri, chiamiamoli così, scritti da lui stesso. 
«Siete fissati con Tavecchio… è un ex alpino, uno che come me canta… Il Piave/mor-mo-ra-va/calmo e…». 

Canterà pure, ma l’altro giorno l’ha scaricata, censurando quella telefonata con Iodice. 
«Ma no… Carletto non voleva esprimersi in quel modo…». 

Mentre lei, Lotito, ha proprio definito Marcello Nicchi, il presidente degli arbitri, una testa di c… 
«Sa, io uso un linguaggio icastico… purtroppo lui è un po’ rigido su certe situazioni, questo sì». 

Gira voce che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, possa trovare la forza di intervenire nei suoi confronti spalleggiato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Sentito cosa dice Delrio?
«Vabbé, ha scritto una cosetta su Twitter… Se mi chiama, gli spiego chi ha organizzato la trappola di quella telefonata». 

Lei è molto potente ma comincia ad avere anche molti nemici.
«Io sono solo un uomo libero che si ispira al Vangelo».

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