Dal calcioscommesse ai successi ed alle strategie per il futuro del Napoli, la redazione di Iamnaples.it per la rubrica “La Telefonata” intervista lo storico segretario Giuseppe Sasso (al Savoia ai tempi di De Canio, ndr) che ha visto nascere negli anni ’80 la legge 91 che disciplina il professionismo sportivo.
In passato come ancora oggi sentiamo parlare di partite truccate, e di alcune delle più grandi società che si trovano coinvolte in questo scandalo calcistico, che nuovamente affligge lo sport più amato al mondo, ovviamente parlando dei confini italiani. Ragazzi profumatamente pagati e baciati dalla fortuna che cedono a tali mezzucci per intascare qualche soldo in più. Come si possono ammettere, da dei professionisti che devono dare l’esempio, dei comportamenti del genere, e cosa balla nella loro testa in quei momenti secondo Lei?
“Il “fenomeno delle partite truccate” del passato e le durissime sanzioni inflitte ai calciatori dalla giustizia sportiva non è bastato al ripetersi di tali bruttissimi episodi. Oggi, purtroppo, l’avvento delle agenzie di scommesse sportive legalizzate e non, ha creato il sogno della vincita a tutti i costi, stimolando l’illecito sportivo, ciò non è giustificabile per professionisti già ben retribuiti dalle loro società, ma si sa il denaro non basta mai. Forse per troppa leggerezza e ingenuità non di certo ammissibile, si è dimostrata poca professionalità, si ascoltano promesse “esterne” al mondo del calcio che assicurano omertà. In alcuni calciatori la cultura dell’onestà non esiste, il guadagno “facile”e l’ignoranza di alcuni valori essenziali del vivere civile secondo etica porta all’illecito, a volte considerata una “bravata””.
Dopo 25 anni finalmente il Napoli guidato da Mazzarri è riuscito a riportare gioia e entusiasmo nella città partenopea vincendo la Coppa Italia con un’impresa che ricorderanno tutti a lungo; soprattutto perché conquistata contro un’acerrima rivale come la Juve. Cosa manca dal punto di vista tecnico o anche tattico per raggiungere quel tanto agognato scudetto che tutta la piazza ormai chiede alla società per ritornare nell’olimpo delle grandi del calcio?
“La vittoria della Coppa Italia ha riscattato una città e un popolo grazie al calcio, il gioco più bello del mondo, una vittoria attesa da troppo tempo, il merito della vittoria va a Mazzarri, un allenatore che ha creduto in un “gruppo” compatto di calciatori desiderosi di spendere sino all’ultima goccia di fatica pur di raggiungere un ambito traguardo”.
Lei se fosse in De Laurentiis o in Mazzarri su quale traguardo punterebbe di più; proverebbe a costruire una squadra per andare infondo in Europa League provando a vincerla o cercherebbe di fare il salto di qualità definitivo in Italia costruendo una squadra più funzionale alla bagarre per lo scudetto e di conseguenza qualificandosi per la prossima Champions League, che tante soddisfazioni ha dato in questa stagione?
“Grazie ad una gestione oculata la Società diretta dal Presidente De Laurentiis ha riportato le sorti della stessa e della squadra dalla serie C, in solo pochi anni, a vittorie tanto prestigiose; al posto del Presidente continuerei nella politica fin qui adottata puntando alla vittoria dello scudetto con conseguente partecipazione alla Europa League, con l’innesto in questa squadra di due forti difensori dando fiducia alla maggior parte dei calciatori già in organico e con il rientro dal prestito da altre società di calciatori che hanno dimostrato la loro “bravura” lontano da Napoli”
Un’ultima domanda sulla legge 91 del 1981 che ha segnato una svolta profonda nell’ambito della tutela dello sportivo come lavoratore dal punto di vista giuridico. Una delle conquiste più importanti per la categoria, una delle vittorie più significative che permise a qualunque sportivo che esercitasse in maniera continuativa e onerosa un determinato sport di essere riconosciuto nell’ordinamento giuridico sportivo. Lei che ha vissuto quel periodo in prima persona, essendo stato un personaggio importante nel calcio, cosa ci può dire a tal proposito; una opinione personale che si fece all’ epoca all’atto della promulgazione di questa legge?
“La legge 91 del 1981, vissuta da me in prima persona, quale responsabile della segreteria del Savoia di Torre Annunziata fino alla vittoria del Campionato di C2 con allenatore Gigi De Canio, ha sì segnato una svolta profonda per la tutela degli sportivi, ma ha portato la fine del “puro” dilettantismo, creando in molti calciatori l’illusione di una sicura fruttuosa professione. Ma quanti giovani di belle speranze …. si perdono per strada, portati lontano dalla famiglia e dagli studi per poi ritrovarsi fuori dal mondo del lavoro in età in cui è impossibile crearsi un futuro “certo”. Questa legge, inoltre, ha portato le società a rispettare criteri molto rigidi imposti dalla F.I.G.C. per poter sopravvivere. Purtroppo, molte società sulla spinta di sempre più esigenti “ultras” hanno aggravato i loro bilanci con ingaggi elevati, non sopportabili, portando così al fallimento e alla scomparsa di tante blasonate società. Solo una politica equilibrata fra ricavi-spese e soprattutto valorizzando i tanti giovani desiderosi di mettersi in mostra, potenziando i vivai, può portare ad un bilancio sano e alla sopravvivenza nel mondo del calcio”
Valentina Iacono
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