Alcuni sostenitori del Lione hanno denunciato i metodi della polizia italiana nella loro trasferta romana e lo hanno fatto sull’edizione online del quotidiano francese 20minutes.fr. «Ci hanno perquisito almeno tre volte, palpandoci ovunque. Ci hanno chiesto addirittura di abbassare pantaloni e mutande, è stato umiliante, sfiancante, ci facevano passare solo in due o tre alla volta e gli agenti spesso ridevano di noi». Altre testimonianza hanno parlato del trasporto allo stadio. «Ci hanno messo sopra alcuni bus dove faceva un caldo soffocante – afferma Diego, un altro tifoso – ci hanno trattato come animali». E altri dell’uscita dall’Olimpico : «Ci abbiamo messo più di un’ora e mezza, la polizia sembrava un plotone di esecuzione».
I 400 ultrà lionesi temuti hanno acceso fumogeni e intonato cori nel centro di Roma, ma non ne sono scaturiti tafferugli: uno di loro, un agente della municipale francese, è stato denunciato per aver sfondato il vetro di un bus. E la Questura ha fatto arrivare questa replica alle accuse: «Eravano di fronte a sostenitori del Lione che una settimana prima in Francia si erano resi protagonisti di atti violenti. Hanno danneggiato gravemente mezzi che erano stati messi loro a disposizione per andare gratuitamente allo stadio, un vetro sfondato ha rischiato di ferire gravemente un nostro operatore. Sono persone individuate come pericolose, filtrate e controllate secondo la legge italiana. E giova ricordare che i palpeggiamenti cosiddetti privati, non hanno certo altri scopi, se li fa la polizia, che non siano quelli tesi a capire se nelle parti intime vengano nascoste cose che allo stadio non possono entrare».
Fonte: corrieredellosport.it
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