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L’ex bianconero Caceres nei guai: l’ombra dell’estorsione sulla Juventus

Il difensore fotografato in compagnia di una diciassettenne

«È urgente… C’è un papà arrabbiato qui alla porta che sostiene che qualche calciatore della prima squadra se la fa con la figlia minorenne. Adesso sta venendo lì in sede». Così dice un addetto dell’ingresso di Mondo Juve di Vinovo telefonando agli uffici della sicurezza della sede bianconera, a Torino. La telefonata, intercettata dalla squadra mobile, è dell’11 marzo 2014. La vicenda è inserita negli atti dell’inchiesta sull’infiltrazione della criminalità organizzata nei gruppi ultras bianconeri, per la gestione del bagarinaggio. Il calciatore che stava cercando quel papà è Martín Cáceres, oggi non più juventino. Non risulta indagato, ma la vicenda è ancora al vaglio della procura.

LA FIGLIA DICIASSETTENNE  

Gli investigatori incappano in questa storia ascoltando i telefoni dei manager juventini. Ma per capire meglio lo scenario allargano il raggio d’ascolto alla famiglia della ragazza, diciassettenne nel 2014, residente in prima cintura. «Anche se la famiglia non sembra avere rapporti con gli esponenti della compagine criminale su cui si indaga – si legge negli atti – le modalità di contatto con il personale della società inducono a ritenere che lo stesso (il papà ndr) possa essere in relazione con gli ambienti ’ndranghetistici e abbia ideato una probabile estorsione ai danni dei calciatori e dei dirigenti sportivi». Ma c’è un secondo motivo di interesse per i pm: «Occorre – scrivono ritenendo indispensabile intercettare la famiglia – svolgere accertamenti sulla vicenda che presenta inquietanti profili attinenti anche a reati concernenti la sfera sessuale di soggetti minorenni». Gli incontri, stando alle accuse del genitore, avvengono nel parcheggio dell’8 Gallery. Un paio di volte, grazie a contatti whatsapp. Un incontro sarebbe stato filmato e fotografa to da amici della ragazza e da una sua sorella. Da qui l’ipotesi estorsiva degli investigatori: dalle intercettazioni si scopre infatti che un amico della diciassettenne, in quei giorni, cerca senza successo di vendere il materiale ad un’agenzia giornalistica per 20 mila euro. Tutto avviene mentre il padre fa pressione sulla security della Juve per incontrare Caceres, per «rimproverarlo». E dice al telefono: «Ho le sue foto in auto…», «Sono un padre, voglio vederlo in faccia». Poi nega di essere a conoscenza del tentativo di vendere le foto. Il calciatore, convocato in sede nei giorni successivi, giura di essere estraneo alla vicenda: dice che «non è successo niente» e afferma di avere le prove. Anche questo aspetto emerge da un’intercettazione tra l’addetto alla security del club e una sua amica.

 

I SOSPETTI  

La polizia, nei giorni successivi all’11 marzo, rintraccia la ragazza e la verbalizzata. «Gli agenti ci hanno preso i cellulari per cercare le foto» dice il papà. La figlia avrebbe confermato di aver incontrato Caceres. Le intercettazioni, inserite negli atti dell’inchiesta coordinata dai pm Toso e Abbatecola, non sono state stralciate e le indagini non sono ancora chiuse.

 

Fonte: La Stampa

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