Continua la rubrica “Uno su mille ce la fa” curata dalla redazione di Iamnaples.it e che va a raccontare le storie di vita di giovani calciatori alle prese con la difficile scalata nel mondo del calcio. Oggi è il turno di Bruno La Gatta, centrocampista della Juniores del Pomigliano allenati da Luigi Romano. Ha esordito l’anno scorso in serie D con la maglia granata, disputando i play-off contro il Rimini; mai esordio fu così inaspettato. La domenica prima aveva assistito alla partita della squadra da semplice tifoso, la domenica dopo era in campo da calciatore, a causa dell’infortunio del centrocampista Alessio D’Imporzani.
Bruno cosa hai provato quando il mister Giovanni Ferraro ti ha convocato?
“È stata un’emozione fortissima, non potevo credere alle mie orecchie. Ho guardato fisso negli occhi il mister, pensavo stesse scherzando! E invece? ..era tutto vero! Avrei dovuto esordire in una partita forse decisiva.”
Adesso Bruno è di nuovo nella Juniores, si allena tre volte a settimana per circa tre ore. Bruno, raccontaci come procede la preparazione di un giovane calciatore?
“Nel calcio la fase dell’allenamento è la più importante, devi essere preparato e pronto, anche perché dopo, in campo, tutto il lavoro svolto si vede, guai a non essersi preparati bene! Personalmente poi ho dovuto impegnarmi ancora di più perché ero aumentato di peso e ho dovuto necessariamente riconquistare la forma ed è stato questo uno dei motivi che mi ha fatto tornare a giocare nella Juniores”
Hai già dei rimpianti per la tua carriera?
“Certo, giocare in prima squadra è un’altra cosa, ti dà più stimoli, più emozioni, ma anche con la juniores cerco di dare il massimo”
Come sta andando il vostro campionato Juniores?
“Abbiamo vinto solo una gara in trasferta contro l’Internapoli”
Dove hai realizzato anche un goal, vero?
“Si, all’ultimo secondo sul calcio di punizione segnando il risultato decisivo del 2-1”
Bruno, cosa pensi attualmente della prima squadra, cosa manca rispetto all’anno scorso?
“Sicuramente la prima squadra è molto compatta, ci sono vari giocatori che meritano la mia stima e dei tifosi, ma credo che gli stimoli non siano gli stessi dell’annata precedente, una squadra per andare in alto ha bisogno di avere stimoli sia interni che esterni”.
Quando parli di stimoli esterni ti riferisci ai tifosi?
“No, mi riferisco ad un insieme più complesso di cose che non va, i tifosi non vanno mai rimproverati perché sono loro il nostro sprint e non posso che condividere la loro delusione per i continui pareggi”.
Cosa pensi riguardo alla situazione del calcio nell’area campana?
“Non è molto brillante, ci vorrebbero scelte più decisioniste e soprattutto più capitale investito. Intollerabile è poi la presenza di elementi incompetenti che solo per il fatto di avere capitale finanziario hanno voce in capitolo”.
A cura di Maria Chiara Di Lorenzo
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