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La furia di De Sanctis contro la Juventus: ”La sudditanza esiste, all’estero non vince come in Italia…”

De Sanctis su Juve-Roma: "Assurdo che 4-5 bianconeri protestino con l'arbitro, è una situazione studiata. Con loro non si gioca ad armi pari".

I ‘fantasmi’ di Juventus-Roma sono ancora dietro l’angolo e Morgan De Sanctis fatica a scrollarseli di dosso. Il portiere giallorosso torna sul big match ricco di polemiche andato in scena il 5 ottobre, lanciando ‘frecciate’ ai Campioni d’Italia.

Lo fa dalle colonne della ‘Gazzetta dello Sport’, dove afferma: “Come dicono a Torino? ‘Vincere non è importante: è l’unica cosa che con­ta’. Dovrebbero aggiungere:’E non ci interessa tan­to come’. Non parlo di furti, intendo dire che do­vrebbero ammettere di essere stati fortunati e non trincerarsi dietro la tesi dell’accerchiamento”.

De Sanctis è un fiume in piena: “La sudditanza psicologica esiste. Nel­l’Udinese devi accettare cose che non sempre si verificano ma non ti sorprendono. Con Napoli e Roma si verificano meno. Sulla Juve occorre fa­re una valutazione generale: tutto quello che ha vinto nel calcio italiano non è proporzionale a quello che ha vinto all’estero. Ed è un qualcosa che fa riflettere… “.

Allo Juventus Stadium – prosegue il numero uno romanista – l’arbitro arriva lì con 5 assistenti, non ne ha bisogno di altri cinque. Ho ancora nella memoria i flash dopo il primo rigore per il mani di Maicon e dopo il goal di Totti: è as­surdo che 4­-5 juventini debbano andare a protestare da Rocchi, che è bravissimo. E’ una situazione studiata che usano nei mo­menti d’indecisione. Prima di Calciopoli la classe arbitrale era poco libera nei fatti, l’attuale invece è libe­ra e bisogna concedere loro l’errore. Non c’è disonestà intellettuale, ma purtroppo il si­stema italiano si muove con leggi non scritte in cui il potente ha sempre ragione e gli si può concedere tutto”.

Sulle parole di Buffon, il ‘collega’ non condivide: “Io e Gigi siamo anziani e forse stiamo perdendo la memoria. Lui poi in carriera ha avuto molti più successi che delusioni. I giocatori della Juve sbaglia­no a sentirsi perseguitati. Sono uguali agli altri e si comportano alla stessa maniera: l’unica differenza è che in Italia vincono spesso. A Buffon posso insegnare come si perde; un giorno pe­rò spero di potergli insegnare anche come si vin­ce”.

Così come quelle di Platini, Nedved e ‘lady’ Agnelli: “Il primo ha una visione troppo ristretta, è stato solo ju­ventino. Spero abbia usato l’ironia, visto che ha det­to di non aver visto la partita. Ma da presidente Uefa non è stato opportuno parlarne. Le parole di Pavel su Totti sono state fuori luogo, mentre alla moglie di Andrea non rispondo: non è gentile farlo con una signora”.

Da De Sanctis, invece, elogi nei confronti del numero 10 della Roma: “I vincitori dovevano abbassare i to­ni e invece è stato il contrario. Io dico che discutere non è negativo. Il calcio vive di polemiche e teatrali­tà. Con 20 anni di calcio alle spalle, Totti ha fatto bene a parlare dopo il match. Bisogna saper perdere, ma si fa fatica ad accettare certe decisioni perché si ha la sensazione di non giocare ad armi pari”.

Lo Scudetto, comunque, è una questione tra piemontesi e capitolini: “A Torino abbiamo dimostrato di essere meglio di loro. Per la Champions faremo il possibile, ma la corsa è al titolo. Non vogliamo arrivare secondi ma vincere, possiamo farcela…”.

Le polemiche attorno al match con la Juve fanno tornare alla mente quella Supercoppa italiana di Pechino del 2012 ai tempi del Napoli: “E’ l’amarezza più grande della carriera. Anche quella una pagina non bella del calcio italiano. Disertammo la premiazione? Qualcuno di noi provò ad opporsi al presidente De Laurentiis, ma subimmo la sua decisione. Fu una cosa sbagliata”.

Sulla morte di Ciro Esposito, ecco il De Sanctis ‘pensiero’: “Napoli e Roma sono due città che si somigliano tantissimo e devono tornare amiche come una volta. Mi spiace che mamma Antonella abbia criticato Totti. E’ stata una strumentalizzazione perchè Francesco parlava della sua esperienza di 20 anni. Comunque in nome di Ciro dobbiamo fermare la spirale dell’odio”.

Infine, l’estremo difensore abruzzese parla di futuro: “La Roma mi ha fatto una proposta e sto riflettendo, entro dicembre darò una risposta. Vorrei chiudere nel migliore dei modi, altrimenti andrò negli Stati Uniti”.

Fonte: goal.com

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