Dopo la paura, la rabbia. Poi le parole, dure, della società viola che all’indomani di quanto avvenuto sabato sera nel settore riservato ai tifosi della Fiorentina nello stadio di Torino, ha deciso di alzare la voce. E chiedere giustizia. «Devo difendere la dignità e il rispetto dei tifosi viola quando vanno in trasferta – è il commento dell’ad gigliato, Sandro Mencucci -. Sabato sera sono stati fatti oggetto di una pioggia di petardi e bombe carta: tre di loro sono feriti, uno ha una lesione alla cornea. Si tratta di un fatto premeditato perché dal settore degli juventini prima del lancio c’erano cori tipici di quando si sta per calciare un rigore».
Ed in effetti, i «botti» che all’improvviso hanno scosso il pubblico dell’Olimpico di Torino sono apparsi subito micidiali. E ovviamente pericolosi per chi ne era il destinatario. «Sono cose inaccettabili – si fa duro Mencucci -, ho avuto paura che potesse succedere una tragedia. Non ce l’ho con la Juventus, nè con il ministero dell’Interno, ma mi sembra che la tessera del tifoso in questi casi non funzioni. E mi pare anche strano che l’arbitro, nonostante l’ambulanza a bordo campo per soccorrere un nostro tifoso, non abbia preso provvedimenti, ad esempio sospendendo la gara».
La storia, certo, non può finire qui. La Fiorentina vuole, si aspetta ed è convinta che chi ha sbagliato, chi ha mandato all’ospedale quei tifosi viola, dovrà pagare il conto. Ancora Mencucci: «Mi aspetto sanzioni dure nei confronti dei responsabili di simili gesti. Solo così potremo sconfiggere la violenza». Già, quella violenza che ha portato il calcio italiano a tu per tu con i tornelli, la tessera del tifoso, l’ordine pubblico che deve rimanere appostato fuori dagli stadi in occasione delle partite più delicate e le limitazioni decise di quanto in quanto per non far andare i tifosi in questa o quella trasferta.
«Mi domando: che cosa dico ai miei tifosi – conclude Mencucci – che sono andati a Torino e sono stati colpiti da bombe carta? Ok, io ai nostri sostenitori faccio ancora una volta i complimenti perché sono rimasti calmi, nonostante la grave provocazione». Punto, argomento chiuso. Rimangono solo tanta rabbia e tanta voglia di dire basta a un calcio che non può essere schiavo e vittima di pochi violenti.
La Redazione
C.T.
Fonte: La Nazione
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