Terzo e ultimo turno del girone C, che deciderà le sorti delle tre squadre ancora in corsa per i quarti di finale, mentre l’Eire del Trap è già eliminata. Da una parte c’è Spagna-Croazia e la fobia del famigerato “biscotto”, dall’altra Italia-Irlanda e l’ansia da prestazione per una partita da vincere per forza. Se Del Bosque assicura che la Spagna giocherà per la vittoria, Prandelli assicura che ci sarà (finalmente) qualche cambio per l’impegno con i “verdi” irlandesi. Un po’ tardivo, se si considera che la gara con la Croazia rappresentava l’insidia maggiore: ci sarebbe stato bisogno di più coraggio, piuttosto che perseguire il “principio della continuità”. Dato che già contro la Spagna non tutto aveva girato a perfezione.
COSA NON VA – In verità sono diversi gli ingranaggi non troppo oleati nel meccanismo del 3-5-2 europeo dell’Italia. Se la difesa funziona bene (l’amnesia di Chiellini è un episodio), il centrocampo invece ha visto un Thiago Motta fuori posizione e fuori condizione; così come fuori ruolo (sebbene in buona forma) è apparso Giaccherini sulla sinistra nella doppia veste di terzino e ala. Maggio ha giocato bene contro la Spagna e meno contro la Croazia, mentre l’attacco è stato piuttosto sterile, incapace di colpire. In fondo, anche mal assortito, perché privo di un vero centravanti “di razza” (torna in mente una domanda: perché Destro è rimasto a casa, tenendo Borini che è un doppione di altri doppioni?).
COSA VA – L’esperimento – questo, coraggioso – di De Rossi in posizione arretrata è stato il dettaglio tattico che ha convinto di più, ma pare sia stato concepito solo per l’emergenza-Barzagli, e destinato ad essere archiviato. Produttiva anche la decisione (quasi ovvia) di affidare le chiavi del centrocampo a Pirlo. Anche Marchisio ha fatto vedere buone cose, e Buffon è la solita certezza. Cassano è stato discreto, ma forse sarebbe più adatto ad una linea offensiva di tre elementi (come nel Milan), in cui potrebbe fare da rifinitore con meno sforzo e meno corsa, avendo due compagni nelle vicinanze a dettare i passaggi.
PROBABILE CAMBIO DI MODULO – Ma l’Italia non gioca con tre punte: al massimo, Prandelli potrebbe decidere di disfarsi del 3-5-2 sperimentato in questo Europeo e tornare al caro 4-3-1-2 a rombo. Con il rientro di Barzagli, Bonucci andrebbe a sedersi in panchina e De Rossi tornerebbe a centrocampo, mentre le ali verrebbero arretrate (con Balzaretti al posto di Giaccherini e Maggio forse rimpiazzato da Abate). Nel mezzo ci sarebbe ovviamente Pirlo a dettare il gioco,fra Marchisio e De Rossi. Motta va verso la conferma ma nel ruolo di trequartista e Balotelli pare destinato a partire dalla panchina.
Ecco le probabili formazioni della gara:
VARIANTI SULLA TATTICA – Al di là del modulo scelto, la formazione sulla quale sarebbe orientato Prandelli lascia vive alcune perplessità: Motta non ha messo in mostra una grande forma e non ha proprio le caratteristiche migliori per agire dietro le punte. In questo ruolo, inoltre, ci sarebbe Diamanti che è un trequartista puro, oppure Montolivo. Ma passando alla difesa a quattro, e disponendo di tre centrocampisti di alto livello come De Rossi, Pirlo e Marchisio, non sarebbe una cattiva idea schierare Cassano dietro due punte nel ruolo di rifinitore, conservando un centravanti fisico come Balotelli e uno tecnico come Di Natale. Tanto più se si considera che l’Irlanda va battuta con molti gol di scarto. Ma Prandelli non ha dato alcun segnale riguardo a una simile opzione.
L’EIRE PER L’ONORE – L’Irlanda, dal canto suo, ha poche motivazioni in quanto già eliminata: resta solo l’orgoglio e la voglia di salvare la faccia. C’è da aspettarsi che Trapattoni cercherà di evitare una goleada, proprio quella che invece servirebbe agli Azzurri: bisognerà aggredire con intensità ma facendo attenzione a non scoprire il fianco al contropiede. Senza voler pensare all’idea di un 2-2 concordato fra Spagna e Croazia, l’Italia deve vincere per 3-0 o 4-1 per passare il turno senza la necessità di troppe combinazioni complicate.
Lorenzo Licciardi
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