Sembravano lontani anni luce gli Europei di Basket del 1999 o del 2003, o ancora le Olimpiadi ad Atene del 2004. La pallacanestro si faceva spazio nel nostro paese grazie ai successi dell’ItalBasket. Un periodo florido, ricco di soddisfazioni per il secondo sport nazionale. Che però è andato via via a sfumare. Non solo con le uscite deludenti della nostra Nazionale, ma anche per la scarsità di risorse e sempre meno investitori pronti a lanciarsi in questo sport.
Son bastate cinque partite, per riaccendere quell’entusiasmo scomparso da un po’ di tempo. Certo, cinque partite. Ovviamente per chi guarda da fuori. Le vittorie contro Russia, Turchia, Finlandia, Grecia e Svezia, non proprio le ultime arrivate, hanno mostrato la forza del gruppo. Una forza che, tuttavia, non può essere stata prodotta in due settimane circa. Alle spalle c’è il lavoro di chi non ha mai smesso di credere. “In questi anni, abbiamo lavorato per tornare ad essere stabilmente tra le prime squadre d’Europa”. Parola di Simone Pianigiani. Un nome ed una garanzia. Di sicuro uno degli artefici principali. Se l’Italia è l’unica Nazionale agli Europei rimasta imbattuta, tanti sono i meriti che vanno al coach ex Siena.
Alla vigilia c’è chi non avrebbe scommesse un euro su questa Italia. Chi addirittura preventivava una disfatta. Una figuraccia annunciata. Il gruppo di Pianigiani, però, è stato caparbio, motivato a smentire queste strane voci. Anche senza l’aiuto dei tanti infortunati che non hanno potuto prendere parte a questa spedizione slovena. Bargnani, Gallinari, Hackett, Mancinelli, Gigli, Polonara. Giocatori senza dubbio importantissimi, tra i migliori del palcoscenico italiano.
C’era scetticismo intorno a questa Italia. Un po’ il destino di questo sport in un Paese troppo calciofilo. Ma Belinelli e Datome che per mano hanno condotto la Nazionale, insieme ad Aradori e Diener (che tra l’altro ha rimediato un infortunio alla caviglia), verso queste cinque vittorie nei momenti più difficili, non hanno mai smesso di credere. Con l’aiuto prezioso degli operai mai domi Gentile, Cusin, Cinciarini, Melli, Rosselli, Vitali, Poeta, Magro si è centrato un obiettivo insperato. Un gruppo che dalle difficoltà ha trovato la forza necessaria per rialzarsi e disputare un grande europeo.
Ora il gioco si fa duro. Inizia la seconda fase di questo torneo. All’Italia basterebbe anche una vittoria per avere la certezza di partecipare al prossimo mondiale. Un motivo in più per gettare il cuore oltre l’ostacolo. E provarci. Come quella Italia di Tanjevic che nel 1999 strappò in finale un oro alla Spagna. Proprio quella Spagna che sarà affrontata a Lubjana dagli azzurri. Prima, però, c’è la Slovenia. Un match duro, una prova per questi ragazzi che stasera affronteranno alle 21 i padroni di casa.
I paralleli, i confronti in questo caso sono d’obbligo. Perchè come quelle delle annate 1999, 2003, 2004 questa è un’Italia tosta, che piace e che diverte. Un po’ la Nazionale di tutti, anche di quelli che preferiscono altri sport. Da Myers a Belinelli, da Basile a Datome, da Tanjevic e Recalcati a Pianigiani. Questa Italia ci crede. O meglio, torna a farlo…
Servizio a cura di Stefano D’Angelo
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