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Inzaghi: “Per riportare il Milan in Europa non dormo più. Ma ce la farò”

SuperPippo tra progetti e ricordi: "Durante la cena in cui Berlusconi mi incoronò giocava l'Italia. La guardammo insieme. E si ruppe Montolivo"

La sera dell’incoronazione, quando Silvio Berlusconi gli affidò ufficialmente la panchina del Milan, Pippo Inzaghi fece a se stesso una promessa che ne mette in luce l’indole sognatrice, il carattere ambizioso e la smisurata fiducia nello speciale rapporto che ha con il club rossonero: “Resterò qui finché non riuscirò a emulare il mio maestro Ancelotti, che vinse con il Milan la Champions prima da giocatore e poi da allenatore”. Sognatore sì, pazzo no: Inzaghi sa bene che ci vorrà molto tempo, molto lavoro, traguardi intermedi di valore e l’aiuto della società. In questa intervista, la prima ad ampio respiro da tecnico rossonero, Pippo chiede il tempo giusto, promette lavoro incessante, fissa i primi due traguardi (vittoria in Coppa Italia e rientro immediato in Europa) e non si sbilancia sugli aiuti della società, che poi altro non sono che grandi acquisti.
Com’è il primo bilancio? 
“Sono stati giorni belli, emozionanti, intensi. Faccio un lavoro meraviglioso in una società che mi ha dato tanto. I tifosi mi sono vicini, spero di dare tante soddisfazioni a loro e al presidente. Per fortuna ho trovato un gruppo sano che lavora con grande impegno. Presto crescerà anche l’autostima dei ragazzi: ci vuole il tempo giusto per immagazzinare ed elaborare tutto”.
Sei giornate sono sufficienti per farsi un’idea: è un Milan da terzo, da quarto, da quinto posto o più giù? 
“E’ un Milan da Europa, perché il Milan non può stare fuori dall’Europa. Quindi noi dobbiamo innanzitutto fare meglio dello scorso anno e poi guadagnarci la qualificazione a una coppa. Vedremo poi quale sarà. Dopo la prossima sosta faremo un nuovo bilancio: per adesso siamo soddisfatti pur sapendo che dobbiamo migliorare molto”.
Fonte: gazzetta.it
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