Da Bergamo arrivano tablet e pc per i bambini della scuola “Falcone” allo Zen. Un gesto concreto per ricambiare l’assistenza nei confronti dei bergamaschi curati in città. “Abbiamo un debito con Palermo. I nostri concittadini sono stati accuditi e coccolati, ora vogliamo restituire una disponibilità e una solidarietà che abbiamo ricevuto”, ha detto il sindaco della città lombarda Giorgio Gori.
Sono stati per quindici giorni in quarantena i 24 turisti bergamaschi alloggiati all’hotel Mercure, compagni di viaggio della prima positiva al Covid-19 in Sicilia. Durante quei giorni sono state tante le dimostrazioni di solidarietà da parte dei dipendenti della struttura e di molti cittadini. Proprio ieri, inoltre, è stato dimesso e riportato a casa con un volo militare il secondo bergamasco giunto a Palermo in fin di vita il 13 marzo e ricoverato in Rianimazione all’ospedale Civico di Palermo, perché in Lombardia non c’erano più posti letto. Già a marzo il sindaco Goti aveva tenuto a ringraziare tutti i palermitano con un messaggio inviato al sindaco Leoluca Orlando.
Tanti bergamaschi hanno voluto ricambiare con altrettanta generosità, rispondendo all’appello lanciato durante la trasmissione “Le Iene” dalla scuola “Giovanni Falcone” del quartiere Zen, i cui studenti, senza tablet e pc, non possono seguire la didattica a distanza. Strumenti che sono stati donati da artigiani, cittadini e dalla Protezione civile di Bergamo, la cui raccolta è ancora aperta. Prova ulteriore di un “gemellaggio” solidale che ha unito le due città nonostante le distanze.
Fonte: repubblica.it
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