Se fosse “serie B”, sarebbe un successo. Ma Parma si sta preparando anche alla peggiore delle ipotesi: la serie D. I tifosi hanno affrontato in prima persona il problema: in futuro vogliono essere protagonisti nelle scelte della società. “Il Parma siamo noi” è una proposta di azionariato popolare nata in seguito alla dichiarazione di fallimento pronunciata a marzo. L’obiettivo è quello di entrare con una quota di minoranza nel Parma Calcio. L’associazione senza scopo di lucro, con relativo conto corrente, sarà lo strumento su cui potranno confluire i versamenti di tutti gli associati. “Abbiamo i soldi per garantire che il Parma possa andare avanti e per riportarlo tra i professionisti entro qualche anno”. Ha spiegato Paolo Piva, avvocato che coordina il gruppo di imprenditori locali che sta lavorando per ridare vita alla realtà ducale nel caso di serie D. L’Associazione “Il Parma siamo noi” si legherebbe a questa cordata, offrendo impulso e linfa provenienti dagli abitanti del territorio e da tutti gli innamorati della maglia crociata. Intanto, dalla festa organizzata dai Boys 1977 a Lemignano di Collecchio, trapela un cauto ottimismo. I tifosi credono nell’iscrizione alla serie cadetta e dimostrano tutto il loro attaccamento alla maglia partecipando più numerosi che mai all’evento annuale preparato a fine campionato. Presente anche Alessandro Melli che ha sostenuto di percepire un vento nuovo sul centro sportivo di Collecchio, quartiere generale del Parma. Non è mancato neppure Fulvio Ceresini, figlio dell’ex presidente Ernesto, anche lui ottimista per il futuro gialloblù. Ora non resta che attendere il 9 giugno, giorno dell’ultima asta fallimentare. Manca davvero poco.
Fonte: gazzetta.it
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