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Il Napoli, il Sud e la lealtà sportiva

Dal Napoli alla Juve Stabia: la mappa del calcio meridionale

Cara, vecchia, adorata Campania! In quanti guai mi cacci! Mentre a Sorrento, la Sorrento di Gambardella e di Diodato Scala, esce brutalizzata dalla semifinale con il Verona, vedendo svanire il sogno di una finale con la Salernitana oltre all’accesso alla serie B, assisto al Menti di Castellamare ai ludi della cortesia. Mentre scrivo la Salernitana perde a Verona 2 a 0: Breda contro Mandorlini. L’italiano Vullo allenatore dell’Avellino, in gita di piacere nella più bella Città della marine siciliane, Trapani.
A Castellamare, grande speranza di raggiungere la B ma grande attenzione alla costruzione del settore giovanile. A Di Maio (che è di Castellamare, figlio di un grande calciatore del Sorrento in B), Alberico Turi ha affidato la squadra dei giovanissimi (classe 97); a Napoli eleganti svolazzi di Cavani in zona tiro, nell’attesa che gli arrivino compagni di reparto di peso e di qualità (si fanno i nomi di Airone Caracciolo, Trezeguet ed Amauri).

Vanno male le campane impegnate nella corsa verso l’accesso in serie D. Perde la Sarnese e perde, in casa, l’Internapoli con i siciliani delle Due Torri; a Napoli il dr. De Nicola impiega tre minuti per partire per l’Argentina e soccorrere il bravo Hugo Campagnaro, steso da un bruttissimo incidente automobilistico alle 6 del mattino.

Cara vecchia Campania, quante me ne combini! Ma quanta colpa ha la gente minuta, spicciola, il tifoso, lo appassionato, il giocatore in se per se? E quanta altra invece il dirigente? Colui che dovrebbe condurre e non conduce, colui che dovrebbe fissare il tema e non fissa? E in certi luoghi, dove pure dovrebbe nascere lo sport, che odori si percepiscono? Sono centri di sport o sentine puzzolenti?

Maneggioni, perfidi, ben protetti, spiano e speculano. Su tutto e con un cinismo, e una disonestà che può portarli, prima o dopo, anche a Poggioreale, un carcere molto più brutto ed inquieto di quello di Cremona, dove da qualche ora hanno lasciato, per passare agli arresti domiciliari, Erodiani e Pirani.

Maneggione (o accattone) però non è l’ex giocatore che per sbarcare il suo difficile lunario, gira e osserva; maneggione non è il tecnico rimasto senza posto e quindi adattatosi a scoprire talenti; questi fanno parte del mondo naturale dello sport, vi appartengono di diritto; devono restarci. Maneggione è chi si spaccia per dirigente e non lo è. Maneggione è colui che coltiva le simpatie del presidente – fesso, spacciandogli per vere mille menzogne, falsando la realtà; maneggione però finisce con lo essere anche il presidente che si fida troppo di lui! Su di loro indaga la Procura Napoletana della Repubblica. Su di loro, sui maneggioni, indagano i Pubblici Ministeri napoletani, Melillo, D’Onofrio, Cantelmo, Quadrano, Lepore. Sui maneggioni Michel Platini ha chiesto l’intervento delle Polizie Europee.

C’entra in questo discorso anche la Lega? Professionisti di A e di B, Lega Pro (la ex Serie C) o regionale che sia? Per carità! Ma se questi organismi non operano selezioni, se non aiutano, ad esempio, i tecnici e i giocatori locali ad essere utilizzati, se si prestano al caos che esiste, si fanno corresponsabili dell’andazzo e allora conviene intervenire.

Abete e Beretta sono lontani ma sono convinto che qualcuno si incaricherà di fargli leggere quanto stiamo scrivendo; oggi, grazie alla rete ed al web, un nostro articolo può essere letto in tutto il mondo. In Campania c’è odore di bruciato ma non nelle società, non nei giocatori, non in alcuni dirigenti, non nei veri talent scout, o nei manager seri, ma in “giretto” ormai individuato e quindi quasi fuori gioco.

In Campania accade quello che accade in qualsiasi parte d’Italia, compresa la Toscana e la Lombardia, con rispetto parlando; ma quel che accade qui subisce modifiche, stravisamenti, piccole, delicate ma importanti violenze. Il pinco che parla con palla, è fatto comune; ma da noi la speculazione è diventata legale. La discussione non va a parare dalle parti del moralismo, ma dalle parti dello sport che va difeso. Dalle parti del calcio che sta andando a puttane, per colpa innanzitutto di alcuni dei suoi dirigenti più noti. Ormai quasi tutti i dirigenti di Serie A, B e il resto saranno trascinati davanti al Tribunale di Cremona ed a quello di Napoli. Non viene trascinato, invece, Galliani, che è presidente del Milan. Galliani si sarebbe difeso con i suoi giornali e le sue televisioni, da par suo!

Cara vecchia Campania, dici che facciamo del moralismo spicciolo? Manco a pensarlo. Cerchiamo di dire la verità, convinti come siamo che solo le troppe verità taciute fino a oggi, ci hanno sconciato come sappiamo e vediamo. Dici che non cambia niente? Non è vero. Tante cose ho visto cambiare in 41 anni (ho iniziato nel 1970, con Sport 7, settimanale di critica e politica sportiva del Mezzogiorno d’Italia, con Maestro di Giornalismo, Guido Prestisimone) e passa di giornalismo, al servizio appunto del vero.

Ma non bisogna cedere.

 

Torniamo al Napoli, a De Laurentiis, a Riccardo Bigon, a Walter Mazzarri ed ai loro collaboratori, parliamo con loro di calcio mercato. Il mercato del calcio meridionale è prima che una mia invenzione una necessità sociale immediata. Spero che venga il prurito a De Laurentiis di organizzarlo lui! Vorrei tanto che nel consiglio direttivo parlassero di questa mia idea che tanto farebbe bene proprio al settore giovanile del Napoli. Guarda caso tutti adesso scoprono il calcio di casa. La Beretti di Felice Mollo, gli allievi di Ciro Muro, i giovanissimi di Nicola Liguori, tre tecnici di casa nostra: Sant’Anastasia, San Pietro e Frattamaggiore e tutti ad allenarsi a Casoria, nella zona poderale del ponte delle tre luci.

Aurelio, ormai tutti lo hanno capito, agisce di testa sua e certo non sta a sentire quei napoletani che si ritengono decisamente più furbi di tutti e, con lui, lo sanno Fassone e Micheli.

Deve, però, tenere conto di una nuova classe sportiva che è pronta: apra le porte a Ivan Pastore ed alla sua Nocerina, alla Juve Stabia, alla Salernitana, al Sorrento, al Benevento, a Mario Moxedano ed al suo Neapolis, all’Avellino (ha perso 3 a 1 a Trapani…..ma le vie della Lega Pro sono infinite……….), all’Aversa Normanna, a tutte le società dei Campi Flegrei, alla Turris, ai neo Sindaci, a cominciare da Luigi De Magistris, passando per Casoria, da Enzo Carfora,  una pizza ed un panzarotto da Gigino o russo e via per arrivare fino a Terzigno e Vico Equense.

Apriamo le porte ma diciamo loro di continuare ad avanzare nello sport non più con le astuzie e gli inghippi ma con l’intelligenza. Lo sport non è una gara tra furbi ma tra gente sana. Questi dirigenti poi non aduliamo ma con onestà critichiamo. Che sappiano costoro che saranno rispettati se sapranno rispettare. Che vinceranno se sapranno lottare (e, in questo, Walter Mazzarri è esempio meraviglioso!). La cara, vecchia Campania, il Sud tutto, hanno bisogno di un pizzico di amore e di onestà anche nello sport.

Vogliamo concederglielo?

Nando Troise

 

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