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Il Meridione, il Napoli ed il piede d’opera locale

Focus sulla ripresa della scuola calcistica napoletana

Allora chiarisco: definitivamente. E’ una mia invenzione, desidero brevettarla, etichettarla. Come esiste nella industria, nel commercio, in ogni altra attività il rispetto per la mano d’opera locale, così nel calcio non si può evitare di considerare il “piede d’opera locale”. Per carità, non il sollevamento di nuove frontiere, ma il rispetto. 

Anni fa ci fu un referendum in Svizzera, conseguente alla proposta xenofoba di James Schwarzenbach e i risultati che hanno dato lievemente battuta appunto l’idea razzista di mettere fuori dai cantoni elvetici gli stranieri.

L’esplosione razzista lì dove il reddito è alto è da condannare e da liquidare, ma che Napoli ancora così asfissiata da bisogni e di altri non cerchi di fare un po’ di spazio ai suoi ragazzi, anche nel calcio, è imperdonabile errore. Passabile di pena e altro. Per fortuna se al “piede d’opera locale” non badano i dirigenti, in tutt’altre faccende affaccendati, ci pensino i tecnici. Perfino Verona, la tanto odiata Verona, ha messo in orbita Esposito (un boy liquidato dal Napoli) ha ascoltato la nostra invocazione, schierando, contro la Salernitana, un gruppetto di bravi boys meridionali (Russo, Abbate). E non se n’è lamentato. Mi lamento piuttosto io della mancanza di sensibilità mostrata da quanti non hanno messo in risalto questa interessante ripresa della scuola napoletana, per un certo periodo apparsa come la migliore del sud.

Ancora più lamentevole che il rilancio non lo abbia realizzato una società meridionale ma una veneta per Gennaro Esposito.

Lode quindi al procuratore Paolo Palermo e non certo solo a Mandorlini che va a congiungersi idealmente con il settore giovanile del Napoli protagonisti dell’affermazione di Esposito, il migliore in campo almeno contro la Salernitana. Si attende adesso che l’esempio venga seguito dagli altri; dai beneventani e dagli avellinesi, per non parlare dei torresi e dei bagnolesi così straniti da aver dimenticato che per anni hanno giocato il calcio meglio degli altri.

De Laurentiis, pur investendo poco, ha portato il Napoli giovanile sul tetto d’Italia. Tre squadre nelle finali scudetto, con la Berretti campione d’Italia ed i giovanissimi secondi in Italia, dietro solo la Fiorentina; gli allievi, invece, si sono dovuti inchinare solo alla Roma che è poi diventata campione d’Italia.

O storia, assurda storia di Napoli, chi mai ti racconterà con il rispetto della verità che ti è dovuto!

Antonio Corbo, intanto, passa per un luminare della scienza calcistica. Monica Scozzafava era al Corriere del Mezzogiorno (auguri per il suo incarico nel Napoli).

Castellamare di Stabia è in tripudio. I supermercati raddoppieranno gli affari; Braglia è riuscito a portare la Juve Stabia in B. Al primo anno, dice Amodio, pur realizzato.

Percorriamo ormai la Campania come robot. Ci invitano a conoscerla, chi mai si può opporre? Anche Afragola, feudo antico normanno, attraversiamo. Una riunione importantissima avverrà il 27 giugno . Un caffè letterario voluto dal prof. Marco Corcione con Archivio Storico Afragolese. Ci sarà l’ottimo Sindaco e con lui vorrei parlare di calcio, come dovrebbe essere giusto. Dei vecchi tempi, della trasferta a Giarre come quella di Castellamare e dei nuovi tempi. Dello Stadio Luigi Moccia e delle realtà calcistiche afragolesi; di Raffaele Maiello che ha debuttato in serie A. Il ragazzo di via Amendola che ha iniziato con l’Afragola 92 sul campo C nell’antistadio. Vorrei parlare di calcio e non di canzoni. Ho assistito, solo per caso, al concerto di Franco Simone (pochissimi gli spettatori in un oscuro e buio viale San Francesco) Per luglio hanno addirittura invitato I Pooh, Simone Schettino, Massimo Ranieri e Sal da Vinci. Si esibiranno davanti al tempio del calcio afragolese, nell’area dello Stadio Luigi Moccia, il 14, 19, 21 e 23 luglio. Afragola grandi eventi batte Sanremo, Saint Vincent, Rimini e Riccione. La Città che cresce si avvia a diventare il capoluogo dell’Area Nord di Napoli. Auguri.

RITIRO: DIMARO

Mazzarri ha scelto il nuovo ritiro. Di nuovo e sempre il Trentino. La domanda che vorrei fare a lui, Bigon e Aurelio nasce spontanea: conosce la Sila? Chiedo. No. La colpa è chiaro che è dei dirigenti che preferiscono il Nord. Ma come vogliamo farla l’Italia?

La Sila, l’Irpinia. Si è mai preoccupato qualche dirigente di portarvi Mazzarri? Verde e pace. E aria idonea a conservare la condizione atletica. Poi ci lamentiamo della ostilità che ci opprime!

Consigliamo alle società meridionale un bel ritiro a Pontida, sul Monviso, a Varese, con Bossi, Maroni, Calderoli, Borghezio e Speroni ospiti d’onore a bordo campo.

Citazione per Caffarelli, i cui meriti, chissà perché, non sono stati mai illustrati, come la sua maestria avrebbe suggerito. Il Napoli boys è opera sua. E’ un bravo tecnico Caffarelli e tutti abbiamo sempre trascurato e non dovremmo più.

Qualcosa si muove nel Napoli! Attenti al gioco.

Nando Troise

 

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