Antonio Careca era il grande bomber di quegli anni d’oro in cui il Napoli faceva tremare l’Europa. Ma a Mosca, 21 anni fa, era assente: si era fatto male contro il Milan. Tutti ricordano i capricci di Maradona che partì con volo privato e fece notte sulla Piazza Rossa, in pochi il forfait (forse decisivo) del fortissimo brasiliano, sia all’andata che al ritorno.
Careca, le ricorda le sue notti in Europa?
«Ricordo il mio esordio allo stadio San Paolo, c’era il Real Madrid e io ero arrivato da due mesi. La nostra prima Coppa dei Campioni. Avevo saltato la sfida al Bernabeu, quella a porte chiuse: al ritorno Buyo prese un mio tiro parandolo col sedere. Non ho mai capito come fece. Prima aveva pure fatto una prodezza su un mio colpo di testa. Una serata stregata. Gli dissi: “Ehi, che hai fatto prima di venire qui?”. Ridemmo».
Facciamo un balzo negli anni: novembre ’90. Mosca.
«Saltai tutti e due i match con lo Spartak, mi ero fatto male durante la gara di campionato con il Milan. Una disdetta. Incocciati prese il mio posto e se la cavò bene. Ma fummo eliminati ai rigori».
A Maradona rimproverò le bizze prima di partire?
«Con Diego avevo un buon rapporto, ne parlammo ma non gli dissi nulla. Per il Napoli aveva fatto sempre tanto. Io l’ho perdonato. Poi lui tutti i suoi errori li ha pagati a caro prezzo sulla propria pelle».
Negli anni d’oro, non furono solo amarezze europee?
«Certo, la Coppa Uefa. Nella mente ho la notte di Stoccarda: avevo avuto la febbre a 40 e Bianchi giustamente non mi voleva far giocare. Io lo guardai e gli dissi che l’avrei ammazzato. Pure Diego intervenne: Antonio deve giocare pure con una gamba».
In quella volata, cominciò col punire i greci di Salonicco, distrusse il Bayern e disintegrò lo Stoccarda.
«Cinque gol li feci solo contro le due squadre tedesche. Ero in una forma smagliante come tutto il Napoli. Fu una stagione meravigliosa, anche in campionato mostrammo tutto il nostro valore».
Stasera il Napoli torna in Coppa dei Campioni?
«Quel giorno non l’avrei mai detto che sarebbero passati 21 anni: non eravamo più la squadra meravigliosa degli anni precedenti, ma credevo di poter vincerlo un altro scudetto».
A Manchester schierebbe Pandev col tridente?
«Sì, spero che Mazzarri lo faccia. Noi andavamo in campo sempre con lo stesso modulo. Sia se giocavamo ad Ascoli che a Madrid».
A Barcellona ha segnato il suo erede, Pato?
«È vero, mi somiglia tanto. Forse è anche più forte di me».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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