NAPOLI (15 ottobre) – I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito in nottata un decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli a carico di 25 persone, ritenute affiliati o fiancheggiatori dei clan camorristici D’Alessandro ed Afeltra-Di Martino, attivi nella zona di Castellammare di Stabia.
Le persone fermate sono tutte indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata all’elusione delle misure di prevenzione patrimoniale, esercizio di scommesse clandestine, usura, estorsione e riciclaggio di denaro di provenienza illecita.
Nel corso delle indagini, effettuate dal 2008 ad oggi, i carabinieri hanno ricostruito le dinamiche camorristiche dell’area stabiese, delineando gli organigrammi dei clan ed individuando i canali di arricchimento dei sodalizi nell’usura, estorsioni e gestione, tramite prestanome, di centri scommesse, nonchè di un sito telematico per l’esercizio abusivo di scommesse e giochi d’azzardo.
Tra le persone fermate nell’operazione dei carabinieri contro i clan stabiesi c’è l’ex attaccante dell’Avellino Cristian Biancone, 33 anni, che in passato giocava nel Sorrento: è accusato di aver truccato la partita Juve Stabia-Sorrento del 5 aprile 2009 per agevolare il clan camorristico dei D’Alessandro, che gestiva un giro di scommesse clandestine. L’incontro terminò 0 a 1 . Secondo l’accusa, Biancone convinse anche il portiere, Vitangelo Spadavecchia, a falsare il risultato; in cambio, Spadavecchia, che è indagato a piede libero, ricevette, secondo l’accusa, 25.000 euro. Spadavecchia giocò soltanto nella partita di ritorno.
Nell’operazione dei carabinieri contro i clan della zona di Castellammare di Stabia sono state fermate anche un’avvocatessa del foro di Torre Annunziata, accusata di usura ed estorsione, e la moglie di un militare della guardia di finanza, accusata di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro. Quest’ultima gestisce quattro centri scommesse che sono stati sequestrati. I clan si arricchivano anche grazie alla coltivazione estensiva di marijuana sui Monti Lattari. L’ordine di fermo è stato emesso dai pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa e dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo.
Cristian Biancone, il calciatore di 33 anni, fermato questa mattina dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta contro i clan stabiesi, dopo aver giocato nella stagione 2009-2010 nell’Avellino in serie D era attualmente svincolato. Nel corso dell’ultima stagione ha subito diversi infortuni che ne hanno condizionato negativamente il rendimento. Alla fine della stagione il contratto si è risolto e Biancone attualmente era senza squadra. I fatti per i quali è stato fermato riguardano la sua permanenza nel Sorrento Calcio.
Scommesse col trucco. Il clan D’Alessandro ricavava guadagni altissimi dal gioco clandestino: gli investigatori hanno accertato l’esistenza di registri in nero – cosiddette “cartelline” – sui quali venivano annotate tutte le giocate ricevute. Quindi, le giocate rischiose, cioè quelle con maggiore possibilità di esito positivo per lo scommettitore, venivano fatte passare per i canali ufficiali delle linee «Intralot», cosicchè fosse proprio quest’ultima società ad accollarsi il pagamento dell’eventuale vincita, mentre le altre scommesse, che invece non passavano per il canale ufficiale, erano garantite, in caso di perdita, dall’organizzazione criminale.
Il clan si serviva dei giocatori. Il clan, è emerso dalle indagini, per truccare le partite si serviva di alcuni calciatori del Sorrento Calcio, in particolare di Cristian Biancone. Allarmante, secondo gli investigatori, è l’affermazione dello stesso calciatore coinvolto nella vicenda che, almeno in una conversazione intercettata, riferisce di conoscere in anticipo il risultato di una partita svoltasi in Germania in data 28 febbraio 2009, ove il Bochum batteva la squadra dell’Energie Cottbus per 3-2 (ultimo gol ottenuto dal Bochum su rigore).
Sorrento-Juve Stabia. In un’altra telefonata, invece, Biancone prospetta a Francesco Avallone, a sua volta fermato oggi, la possibilità di truccare una gara con la complicità di tre giocatori. La partita è Sorrento-Juve Stabia: il Sorrento perderà uno a zero nonostante l’avversaria sia l’ultima in classifica, proveniente da una lunga serie di sconfitte e con gravi contrarietà nella tifoseria.
Il calciatore chiede il pagamento anticipato: «Se questi dicono che sì è sì! Però io venerdì devo avere tutto in mano!».
Biancone: «Metà prima e metà dopo… Ma non esiste, Frà! Non si può fare così!».
Avallone: «Tu parla prima… poi vieni stasera facciamo tutto quanto! Vedi solo le assicurazioni tue….».
Biancone: «Io le situazioni mie già le ho viste, Frà!». Avallone: «Eh lo so! Ma tu ci devi dare una conferma al mille per mille… il diecimila per diecimila …».
Biancone: «Senz’altro. Io l’unica cosa… ecco perché ci voglio parlare! (con un altro affiliato ai D’Alessandro, ndr) Io l’unica cosa che ci voglio dire…».
Avallone: «Eh! Biancone: Eh… se succede qualcos’altro che non c’entra niente con me…».
Avallone: «Eh! Biancone: Io non c’entro niente!».
All’incontro va anche il portiere del Sorrento, Vitangelo Spadavecchia, che scommette 20 mila euro sulla sconfitta della propria squadra. Questo conforta i gestori del gioco clandestino: «Se Spadavecchia ha giocato già con i ventimila, mica si può tirare indietro». Dopo l’incontro, i giornali locali parlano di una «papera» del portiere del Sorrento, Spadavecchia, dalla quale era scaturito il goal partita: «Mineo insacca un gol che nemmeno nei suoi sogni era riuscito a realizzare».
FONTE il mattino
LA REDAZIONE
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