Si è svolto ieri pomeriggio presso il Circolo Oplonti di Torre Annunziata il primo seminario tattico organizzato dall’AIAC (Associazione Italiana Allenatori di Calcio). Tema principale di questo incontro davanti ad una platea di tecnici è stato il 4-3-3 e le sue caratteristiche, illustrate da un relatore d’eccezione: Mister Gigi de Canio che proprio nella città vesuviana ha mosso i primi passi come allenatore.
Il tecnico lucano ha sottolineato l’importanza di elementi quali equilibrio, razionalità e soprattutto elasticità che gli stessi allenatori devono essere in grado di trasmettere ai loro giocatori. “Essere elastici vuol dire sapersi adattare ai mutamenti della gara mantenendo nel contempo razionalità ed equilibrio. Il Barcellona è un chiaro esempio di ciò con la sua capacità di saper offendere pur subendo pochi gol.”
De Canio ha calamitato l’attenzione di un folto uditorio illustrando alla lavagna movimenti e schemi di difensori, centrocampisti e attaccanti, chiamati a difendere per primi quando rubano tempi e spazi ai difensori avversari, impedendo loro di impostare il gioco. Ci ha tenuto a precisare che esiste una differenza tra sistema ed organizzazione di gioco in cui è quest’ultima a prevalere: “Il calcio è e resta un gioco in cui fantasia, qualità e capacità tecnica di un giocatore devono essere sempre presenti, proprio come accade nella vita quando adottiamo strategie quotidiane. È l’allenatore che conosce i suoi giocatori e le loro caratteristiche e fa sì che questi siano liberi di improvvisare all’interno di un’idea comune.” Dunque la capacità di improvvisare è centrale all’interno di un sistema, di un modello di gioco che, in virtù dell’organizzazione, non deve essere rigido quanto invece elastico ed il 4-3-3 sembra essere lo schema che esalta al meglio questa elasticità permettendo “…una migliore dislocazione in campo per distribuire il pallone in modo tale che la circolazione gioco non risulti mai piatta.”. E all’interno dell’idea di una organizzazione di gioco in cui inventiva e intelligenza hanno un ruolo principe Mister De Canio ci tiene a lodare Ciro Caruso, suo giocatore al Napoli nel 2001-2002: “Aveva la capacità di prevedere e anticipare di un attimo gli attaccanti. Era dotato di grande intelligenza, per me era il più grande negli ultimi 20 anni, penalizzato purtroppo da gravi problemi fisici.”
Le lodi del tecnico vanno anche ai presidenti che investono i loro soldi e la loro passione, mentre un’ideale tirata di orecchie va ai dirigenti: “Tutti vorrebbero fare come l’Udinese che vende i suoi giocatori al Napoli al Barcellona e alla Juventus, che sembra indebolita e invece arriva terza. Non tutti però purtroppo hanno la competenza dell’Udinese nel saper costruire giocatori in funzione di un sistema di gioco.”
Dopo un breve saluto di Gianni Improta e di Nino Scarfato, presidente dell’AIAC, il seminario è stato arricchito dall’intervento del preparatore Armando Fucci che ha illustrato gli aspetti più squisitamente atletici relativi ad una partita di calcio e alle sedute di allenamento nel corso della settimana.
Dalla nostra inviata al Circolo Oplonti di Torre Annunziata Maria Villani
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