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German Denis: “Vedere il Napoli in alto mi rende felice”

In Italia lo fanno segnare Schelotto e Maxi Moralez, mentre dall’altra parte del mondo sono Messi, Pastore e l’amico Lavezzi ad esaltare le sue doti di «Tanque» (carrarmato) negli allenamenti. German Denis, la più bella sorpresa dell’Atalanta rivelazione in questa prima parte di stagione, sta vivendo mesi da sogno. I gol a raffica in serie A, le convocazioni con l’Argentina di Sabella e i rimpianti (velati) di Napoli e Udinese, le due formazioni che lo hanno fatto partire forse con troppa fretta visti i risultati ottenuti nel 2011-12: sono mesi di soddisfazioni per German che però non va a caccia di rivincite. A lui interessa solo salvare l’Atalanta. « La squadra viene prima di tutto » racconta snocciolando il credo di un attaccante che ha fatto la gavetta e provando a nascondere i sogni di un uomo che intravede il titolo da capocannoniere e (in futuro) una grande.

Denis, finora ha segnato 7 gol in 10 giornate: si aspettava un inizio di stagione così?
«Sinceramente non speravo in una partenza così buona. Sia da parte mia, sia da parte dell’Atalanta. E per questo sono doppiamente felice».

Non è che ha fatto un pensierino alla vittoria della classifica dei cannonieri?
«No, io rimango tranquillo. Voglio far bene per la squadra. E’ questo il mio unico obiettivo».

D’accordo, però vedere il suo nome al secondo posto nella graduatoria dei bomber alle spalle di Di Natale le farà piacere…
«Sì, sono contento, ma i miei gol passano in secondo piano rispetto alla squadra. Conta l’Atalanta, non Denis. E la mia non è una frase fatta. Sono cresciuto con questa mentalità. E poi se un attaccante segna, è merito del lavoro dei compagni».

Con le sue reti ha trascinato l’Atalanta dal -6 iniziale a 12 punti, a +4 sulla zona salvezza.

«Il nostro inizio di stagione è stato importante nonostante ad agosto tanti ci davano per spacciati. Essere partiti così forte avrà fatto ricredere qualcuno sul valore del nostro gruppo e sulle potenzialità dell’Atalanta».

Senza la penalizzazione sareste in zona Europa. Non è che continuando così inizierete a pensare più in grande?
«Vi assicuro che a Bergamo nessuno si monta la testa. Il nostro obiettivo è la salvezza. Per noi vale quanto uno scudetto».

Vietato sognare, dunque?
«Prima conquistiamo la salvezza arrivando a 40 punti, poi magari potremo pensare a divertirci. Adesso però la permanenza in serie A deve essere il nostro unico obiettivo».

Lei intanto un sogno lo sta vivendo in questi giorni, nuovamente convocato dalla Seleccion.
«Essere in nazionale è un onore, una grandissima felicità. E’ la seconda volta che Sabella mi chiama: il massimo…».

Quando le hanno comunicato che era stato nuovamente preferito a Tevez e Milito cosa ha pensato?
«L’Argentina ha grandi attaccanti ed essere qui per me è il massimo. Voglio far bene con l’Atalanta anche per tenermi stretta questa maglia».

Dagli assist di Maxi Moralez a quelli di Messi cosa cambia?
(Ride) «Come altezza siamo lì… Su Messi c’è poco da dire perché è il migliore al mondo, ma Maxi sta disputando un ottimo campionato. All’inizio forse non lo conoscevano in tanti, ma con il passare delle partite tutti hanno capito che è bravo».

Se vincerà la classifica dei cannonieri ha già pensato a un regalo da fare a Maxi Moralez e a Schelotto per i loro assist?
«Vediamo a fine stagione… Tra noi c’è una grande amicizia e se segno, oltre che per la squadra, sono contenti anche per me. Schelotto merita la nazionale».

A maggio quanti gol avrà firmato Denis?
«Non dico una cifra perché non mi piace, ma spero di far bene fino alla fine».

Il suo amico Di Natale l’ha già chiamata un po’ preoccupato perché vuole tenersi la corona di capocannoniere?
«Di Natale è un grande. Basta vedere la sua carriera. Ha sempre fatto gol e ne continuerà a fare tanti finché non smetterà. E’ inarrivabile, Totò».

Dell’Udinese sente qualcuno?
«Belardi, il dottore (Claudio Rigo, ndr) e altri. A Udine conservo amici e bei ricordi».

Non pensa che in Friuli si saranno pentiti di averla lasciata partire in prestito a fine agosto?
«E’ una domanda per i dirigenti dell’Udinese, non per me, ma non credo che siano dispiaciuti: hanno Di Natale e sono primi in Serie A…».

E lei è dispiaciuto di aver lasciato l’Udinese? Adesso avrebbe potuto essere lassù in testa alla classifica…
«Io avevo bisogno di giocare e non sono affatto pentito della mia scelta».

Com’è stato il primo impatto con Bergamo?
«Sono arrivato a fine ritiro e ho trovato un ambiente ideale. Colantuono mi ha dato fiducia fin dal primo momento e la società, con il dg Marino in testa, crede in me. Il resto lo ha fatto il tifo fantastico che ha l’Atalanta».

Se le dicessero che al termine della stagione l’Udinese la rivolesse a tutti i costi, cosa risponderebbe?
«Che a Udine sono stato bene perché ho trovato una società organizzata e tanti bravi compagni oltre ad un allenatore come Guidolin che è davvero bravo. Però…».

Però…
«A me piacerebbe restare all’Atalanta e spero che a fine stagione la società mi acquisti (servono meno di 2,5 milioni, ndr). Lo dico sul serio. Da qui proprio non mi vorrei muovere. A Bergamo mi hanno dato una maglia da titolare e hanno creduto nel sottoscritto fin dal primo giorno. Non potevo trovare un posto migliore».

D’accordo, ma se una grande bussasse alla sua porta, cosa risponderebbe?
«Beh, non nascondo che giocare in uno dei club che lottano per vincere qualcosa di importante è quello che sognano tutti, io compreso. Un giorno mi piacerebbe indossare la maglia di un top club, italiano o estero. Per il momento, però, mi godo l’Atalanta».

Dell’esperienza al Napoli cosa ricorda?
«Sono stati due anni fantastici e lì ho molti amici. Vedere il Napoli in alto è bello, ma io sono felice a Bergamo».

Se le domandano a quale grande attaccante argentino del passato assomiglia chi sceglie?
«Niente paragoni, non sono bravo a farli. Al massimo vi posso dire quelli ai cui mi ispiravo da bambino ovvero Batistuta e Crespo. Ho cercato di imparare tutto da loro e dagli allenatori che ho avuto».

Adesso gli argentini più forti del campionato italiano chi sono?
«Zanetti è un mito: non sente il passare degli anni, ha vinto tutto ed è sempre tra i migliori. E poi i miei amici Lavezzi e Campagnaro. Con il Pocho ci sentiamo ed è qui in nazionale con me: ha dei numeri incredibili e fa dei gol eccezionali».

Potenzialmente questa potrebbe essere la miglior stagione della sua carriera?
«Rifatemi la domanda a maggio. In Argentina con l’Independiente un anno ho segnato 27 reti. Bisognerebbe che arrivassi a quella cifra…».

Allora è questo l’obiettivo?
(Ride di nuovo) «Arrivederci, ho l’allenamento. A presto».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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