Per motivi di ordine pubblico Napoli-Roma si giocherà di pomeriggio. Prima di diventare una partita ad alto rischio, del resto, era il Derby del Sole: una festa tra le due tifoserie più calde d’Italia. L’orario, chiaramente, non basterà a tornare indietro nel tempo, non foss’altro perché è già capitato che alla luce del giorno sia accaduto di tutto. Nel 2001, nel 2005, nel 2008 e altre volte ancora. E quando Ciro Esposito è stato ucciso dal colpo di pistola sparato da Daniele De Santis, su viale Tor di Quinto non si era ancora visto il tramonto.
LA MICCIA — La leggenda vuole che il gemellaggio degli Anni 80 sia caduto per colpa del gesto dell’ombrello che Salvatore Bagni rivolse alla Curva Sud il 25 ottobre 1987. “È assurdo che se ne parli ancora, mi sono scusato da tempo”, ha detto l’ex mediano partenopeo in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. In realtà, proprio quel giorno, prima che Bagni si lasciasse andare, nel consueto scambio di bandiere tra le tifoserie al portacolori azzurro non fu riservata una splendida accoglienza. Nulla a che vedere, ovviamente, con quanto accaduto negli ultimi 15 anni.
LA STORIA — Nel 2001 diecimila tifosi della Roma invadono Napoli per festeggiare lo scudetto, che non arriva. Arrivano invece gli scontri allo stadio, con lancio di sassi verso i giallorossi, poi Fuorigrotta viene devastata. Su youtube troverete invasati che si esaltano per aver messo a ferro e fuoco le strade di Napoli. L’8 dicembre 2005 altra guerriglia, sempre a Napoli: è una partita di Coppa Italia, i partenopei perdono 3-0, ma è quanto avviene prima a fare notizia, con gli scontri tra tifosi e il commissariato preso d’assalto dagli ultrà partenopei. Il 4 maggio 2008 17 tifosi del Napoli vengono arrestati per un altro assalto, stavolta a un bus di romanisti diretti a Genova. Nell’agosto dello stesso anno la trasferta degli ultrà partenopei è un’odissea: verranno accusati di aver devastato il treno che li ha portati a Roma, ma poi sono stati scagionati. Nessun dubbio, invece, sull’accoltellato (un supporter azzurro) e i sette arresti, da entrambe le parti.
TRAGEDIA E SEGNALI — Il divieto delle trasferte e la tessera del tifoso riducono i disagi. Fino al 3 maggio 2014 quando in realtà all’Olimpico si gioca Napoli-Fiorentina, finale di Coppa Italia. Gli azzurri arrivano nella capitale e gli scontri cominciano sin dal primo pomeriggio. Saranno i magistrati a stabilire colpevoli e innocenti, l’unica certezza di quella giornata nefasta è che Daniele De Santis, per sua stessa ammissione (“dopo essere stato aggredito”), ha sparato dei colpi di arma da fuoco e uno di questi ha ucciso Ciro Esposito, morto il 25 giugno per le conseguenze di quello sparo. Nella storia del calcio italiano mai dei tifosi avevano utilizzato pistole. La speranza è che il fondo sia stato toccato, anche se subito dopo, al di là dei messaggi di pace della mamma di Ciro, non sono arrivati segnali del tutto incoraggianti, a partire dagli striscioni visti allo stadio fino ai due romanisti accoltellati a Napoli a luglio. Recentemente, però, a Roma è apparsa una scritta dei Fedayn Quadraro, storico gruppo giallorosso: era dedicata a ultrà morti in passato, c’era anche il nome di Ciro. Sul derby è ricomparso un po’ di sole.
Fonte: gazzetta.it
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