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Gattuso su Inter-Milan: “Milan? Se mi chiamassero, sarebbe impossibile dire no. Sul derby…”

"Ho visto in tv Juve-­Barcellona e sono stato orgoglioso per il calcio italiano"

Inter-Milan, l’attesa è finita. Poche ore ancora e sarà Derby di Milano, con tutta la parata di ex a seguire le milanesi, a cominciare da Gennaro Gattuso. Per tanti anni protagonista in campo, il “ringhio” ha nostalgia della stracittadina e di Berlusconi:

Berlusconi ha venduto il Milan e noi abbiamo un po’ di capelli bianchi...” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Quando una pagina si chiude, anche se non vuoi fare bilanci la mente corre da sola. Mille ricordi, infinite emozioni. Voi sapete cosa vorrei fare… Vorrei giocare il derby di oggi per fare un regalo al presidente. Indosserei la maglietta bianca, quella delle finali e delle grande occasioni, i pantaloncini, i parastinchi. E poi via, in campo: con Paolo, Billy, Andrea, Pippo. Noi, il Milan. Per salutare Berlusconi e per vincere il derby. Il problema è che dopo cinque minuti sarei morto: ma in quei cinque minuti presserei anche gli steward e i tifosi”.

Organizzazione da top: “Berlusconi aveva costruito una macchina perfetta. Il segreto non era solo prendere i campioni, ma aver organizzato tutto nel modo migliore. Tu dovevi pensare solo a non dimenticare le scarpe, per il resto c’era la società. Però credo che stia soffrendo più Galliani. Però anche il presidente si sentirà vuoto. Ha preso il club in tribunale e l’ha portato in cima al mondo. Era capace di trasmetterti il suo entusiasmo e le idee, ti faceva credere nel progetto. Ricordo le sue parole la mattina delle finali: nessuno ci sapeva caricare come lui”.

Il Milan tornerà grande? “Solo il tempo darà le risposte. Anche all’Inter c’era preoccupazione ma adesso sono tutti soddisfatti e si parla di progetti e acquisti importanti. Però ai cinesi una cosa voglio dirla: il Milan deve stare nel suo habitat naturale, ossia l’Europa. Non può rimanere fuori dalle coppe. Questo deve essere il primo passo. E poi si deve pianificare partendo da quanto di buono è stato fatto quest’anno grazie al lavoro di Montella. Nel calcio ci sono pochi segreti per ottenere risultati. Uno è rappresentato dallo zoccolo duro delle squadre: valeva per noi all’epoca come per la Juve adesso. Io vedevo Maldini e Costacurta che si arrabbiavano per una partitella persa e mi adeguavo. Imparavo solo osservandoli”.

Derby, i miglioriricordi di Gattuso: “Potrei dire le battaglie nella semifinale di Champions del 2003 o il mio assist a Kakà. Ma preferisco ricordare il rispetto che c’era tra Milan e Inter. Una grande rivalità, tanti duelli duri, ma nessuna bastardata. Sono stati anni intensi e meravigliosi. Quando arrivai al Milan avevo l’incubo del corridoio di Milanello, quello in cui ci sono le foto in campo con i trofei. Speravo di finirci prima o poi in quel corridoio. Nel momento in cui fu affissa la prima foto con me dentro, beh, cominciai subito ad avere l’incubo della seconda foto. E così via. Dopo ogni vittoria se ne cercava un’altra: era la mentalità del mio Milan”.

Derby mancato? “Boca-­River alla Bombonera. Prima di andare al Sion avevo trovato l’accordo con il Boca, ma i bimbi erano troppo piccoli e alla fine decisi di evitare. Però la voglia mi è rimasta dentro”. Ci sono tre rossoneri da Grande Milan: Donnarumma sicuramente, ma anche Bonaventura perché sa fare tutto. Abate ha vissuto parte della mia epoca”. Elogi per i bianconeri: “Ho visto in tv Juve­Barcellona e sono stato orgoglioso per il calcio italiano. Qualcosa si sta muovendo, spero che la Juve vinca la Coppa e che tutto il movimento ne tragga beneficio”.

Futuro nel Milan? “Io sto facendo il mio percorso e ne sono fiero. Poi vedremo quello che accadrà. Se mi dovessero chiamare sarebbe impossibile dire no al Milan, anche perché questo club è sempre stato nel mio cuore. Da ragazzino applaudivo le loro Coppe Campioni, da uomo le ho alzate con quella maglia”. Gattuso non mancherà l’appuntamento delle 12 e 30:Certo. E meno male che il Milan gioca con la maglia bianca. Porta bene e poi all’andata non si capiva niente con quei colori: ero convinto che si fosse rotto il televisore. Gliel’ho detto, stiamo diventando vecchi…”

 

Fonte: Gianlucadimarzio.com

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