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Gasperini: «Champions, niente rimpianti. Azzurri a testa alta con Chelsea e Bayern»

«La squadra di Mazzarri ha segnato due gol ai bavaresi come il Real Madrid»

Anche una sconfitta che fa ancora male come quella che ha eliminato gli azzurri dalla Champions League, che porta con sé delusione e rabbia, lasciando ancora l’amarissima sensazione della beffa impietosa e ingiusta, può rivelarsi la prova che il Napoli, questo Napoli, sta disputando una stagione davvero importante. «Il Chelsea in finale è indubbiamente una soddisfazione per il Napoli, in fondo si fa sempre il tifo per chi ti ha eliminato».Gian Piero Gasperini, il tecnico che ha guidato l’Inter per una manciata di gare, racconta la finale di Monaco di Baviera che sa un po’ d’azzurro.

 Gasperini, un piccola soddisfazione per Mazzarri?
«Beh, piccola davvero però. La sensazione che il Napoli a Stamford Bridge abbia gettato al vento un’occasione irripetibile per passare il turno è stato immediata. Ma non dove avere rimpianti, anzi la soddisfazione di aver fatto tremare una delle big. A distanza di un mese e mezzo magari ora tutti hanno capito che quel Chelsea non era affatto una squadretta e che davvero l’arrivo di Di Matteo ha prodotto una grande reazione in un gruppo che pareva allo sbando».

L’altra finalista è il Bayern che nel «girone della morte» ha sofferto contro Lavezzi e company.
«Ricordo bene sia la sfida dell’andata che quella del ritorno che il Napoli con un briciolo di attenzione in più in difesa avrebbe potuto pareggiare. Credo che in fondo, in Europa, in questa stagione solo il Real Madrid sia riuscito a fare due gol a Neuer. E solo il Napoli all’Allianz Arena. Gli azzurri hanno giocato a testa alta contro le due regine della Champions: credo che questo darà altre energie in questo sprint per il terzo posto».

 Per fortuna c’è Di Matteo a tenere alta la bandiera italiana?
«Un allenatore che sapeva che il Chelsea era più debole del Barcellona e si è regolato. No, non è stato il trionfo del gioco all’italiana: è stata la vittoria di una formazione umile. Come raramente succede ai team inglesi».

Da una parte un esordiente, dall’altra Jupp Heynckes che, per intenderci, era sulla panchina dello Stoccarda nella finale Uefa del 1989.
«Lui è un maestro. Non mi sorprende. Il Bayern aveva una priorità quest’anno, visto che organizza la finale di Champions. Forse per questo ha trascurato la Bundesliga».

 Il Barcellona: niente campionato, niente Champions e chissà quale futuro per la squadra più bella del mondo?
«Si diceva la stessa cosa due anni fa, dopo l’eliminazione da parte dell’Inter. Poi l’anno scorso ha vinto tutto e Guardiola è tornato a essere il più bravo».

Contento per l’eliminazione di Mourinho?
«Perché dovrei?».

 All’Inter l’ombra dello Special One non deve essere gradevole.
«Non sono andato via dall’Inter certo per colpa sua».

Come le è sembrata la stagione del Napoli?
«Dico che è una squadra forte. La qualità principale? Un gruppo molto motivato dove tutti, dal primo all’ultimo, danno la sensazione di far parte di un progetto. E questo li fa sentire importanti. E poi il Napoli ha grandi giocatori, alcuni grandissimi».

 Una squadra perfetta non si direbbe.
«Ormai le manca pochissimo per fare il grande salto internazionale. Il Napoli è vicinissimo a lottare stabilmente per lo scudetto».

A 62 punti c’è il terzo posto?
«Pare proprio di sì. Quando serve così poco per centrare la Champions è proprio difficile fare dei pronostici».

 Ci pensa, nonostante tutto anche l’Inter potrebbe farcela.
«Mancano quattro giornate e può succedere qualsiasi cosa. Qui le squadre muoiono e rinascono in poche giornate. Prendete proprio il Napoli, per esempio: dopo la sconfitta in casa con l’Atalanta sembrava essere fuorigioco».

Fosse in Allegri, sarebbe infuriato per l’episodio del gol di Muntari?
«No. Perché se il Milan perde lo scudetto non lo perde certo per quell’episodio».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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