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G Factor – Nicolò Barella, la promessa del Cagliari dalla scuola calcio “Gigi Riva” alla Nazionale

L’Italia dei giovani avanza, il calcio anche a suon di riforme sembra dare qualche segnale di comprensione, di apertura verso i talenti dei vivai. Mandragora, gettato nella mischia da Gasperini in Genoa-Juventus, funge un po’ da esempio, da apripista per le tante promesse che possono trovare spazio in Serie A. La leva del ’97 promette bene: dopo Mandragora e Bonazzoli, l’Italia dei giovani potrebbe fare tappa a Cagliari. L’allenatore Zdenek Zeman è un maestro nella valorizzazione, nella fiducia, nel coraggio, basterebbe chiedere al ’96 Donsah, l’ultimo della lista dei battezzati da Zemanlandia, che va da Totti a Romagnoli, per capirne la grandezza. Ci spera Nicolò Barella, una promessa tutta made in Sardegna, molto legata ai colori rossoblù, tanto da essere già molto apprezzato dalla curva del Cagliari. Basta sapere il luogo in cui ha dato i suoi primi calci per capire che il suo destino è intrecciato con la maglia del Cagliari. Barella ha iniziato da bambino alla scuola calcio “Gigi Riva” ma all’età di sette anni era già nel club sardo e, dopo due stagioni nella scuola calcio Cagliari, è stato inserito nelle formazioni giovanili. E’ così cominciato un percorso vissuto sempre bruciando le tappe, senza mai farsi condizionare dall’età inferiore rispetto agli avversari. Barella è un centrocampista centrale, moderno, eclettico, molto duttile, può giocare in tutti i ruoli sulla mediana, come interno o davanti alla difesa sia nel 4-3-3 che nel 4-4-2. La sua posizione in campo è stata, però, arretrata nel corso del suo cammino nelle giovanili; Barella, infatti, nasce trequartista ed addirittura nei Giovanissimi provinciali era schierato anche da attaccante. E’ nel passaggio ai Giovanissimi Nazionali che avviene la sua svolta tattica, nei Giovanissimi regionali da trequartista segna ben diciassette gol. Diventa presto leader e capitano dei Giovanissimi Nazionali, segnando otto gol e conquistando anche la qualificazione ai play-off. Nel 2012-13 Barella continua a bruciare le tappe, Inizia regolarmente il campionato con gli Allievi Nazionali ma durante la stagione è aggregato alla Primavera riuscendo a disputare anche sette partite da titolare. Un percorso che lo forma in termini di maturità, personalità, qualità evidenti nel suo modo di giocare. In campo sembra un veterano, guida la mediana con autorevolezza e mette in mostra grande entusiasmo e determinazione, come dimostra un aneddoto che racconta spesso il responsabile del settore giovanile del Cagliari Gianfranco Matteoli: “Qualche anno fa era il più piccolo del gruppo, in una partita il pallone uscì dal campo, lui non aspettò che qualcun altro lo recuperasse ma scavalcò una recinzione per andarlo a prendere”. Barella è un punto fermo anche delle Nazionali giovanili, dal 2011-12 è stato convocato in Under 15, 16, 17 e 18. Nelle ultime due stagioni vissute completamente con la Primavera del Cagliari ha mostrato il suo importante repertorio, unisce spiccate qualità tecniche, un buon calcio efficace anche su punizioni e rigori, un’ampia visione di gioco all’attenzione nella fase di copertura e alla capacità di andare al contrasto con decisione e coraggio pur non avendo un’imponente struttura fisica. Dovrebbe migliorare nel senso tattico, nella capacità di mantenere la posizione, un difetto da correggere soprattutto in vista di palcoscenici più importanti in cui può essere inserito. Il ’97 rossoblù ha un profilo così particolare, completo che sono tanti gli accostamenti compiuti dagli addetti ai lavori: da Gerrard a Nainggolan, da Marchisio a Lampard. Campioni di grandissima levatura, paragoni che potrebbero anche far montare la testa ad un ragazzo che solo a febbraio diventerà maggiorenne, ma non è il caso di Niccolò Barella, che aspetta con fiducia il suo momento. Mentre tanti ragazzini sognano i top team europei, Barella aspira a diventare una bandiera del Cagliari, s’emoziona al pensiero di arrivare un giorno al traguardo delle cento presenze in maglia rossoblù. Ragiona già da professionista, ha come idolo, infatti, Alessandro Del Piero e nei momenti di svago si dedica all’X-Box, anche nei ritiri della Nazionale con i suoi compagni Cassata e Bifulco, a cui ha servito un assist per il gol del momentaneo 2-0 dell’Under 18 contro la Croazia. Chissà se i movimenti non li hanno provati davanti ad un videogame, quando si dice dal virtuale al reale…

 

Fonte: Ciro Troise per gianlucadimarzio.com

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