E’ stato il giovedì dei giovani, l’ultima giornata dei gironi di Europa League in cui hanno trovato spazio alcune promesse dei vivai di Inter, Fiorentina e Torino, solo il Napoli è mancato all’appello della valorizzazione della “cantera”. L’Inter ha aperto le danze di un giovedì positivo per il calcio italiano, che ha sancito il passaggio di tutte le rappresentanti ai sedicesimi di Europa League. A far coppia con Osvaldo dal primo minuto un ragazzo di diciassette anni che sembra un veterano. Si tratta di Federico Bonazzoli, attaccante classe ’97 che sta già polverizzando i record. Mazzarri nella scorsa stagione lo fece debuttare in Coppa Italia contro il Trapani, risultando così il secondo esordiente più giovane nella storia dell’Inter dopo lo zio Bergomi. Bonazzoli non si è fermato lì, ha accumulato altre cinque presenze in prima squadra, tre in Serie A e due in Europa League, entrambe dal primo minuto in trasferta contro Saint Etienne e Qarabag. Non c’è solo l’Inter, l’attaccante di Manerbio ha raggiunto un traguardo anche in Nazionale, essendo il più giovane debuttante nella storia dell’Under 21. Ci sono altri due nerazzurri che a Baku hanno vissuto la gioia della prima volta. All’84’ è entrato Federico Di Marco, che poco più di un mese fa ha compiuto diciassette anni. Amico storico di Federico Bonazzoli, con cui ha condiviso tutta la trafila nel settore giovanile interista da quando entrambi avevano solo otto anni, Di Marco è un esterno sinistro di grande prospettiva. Ricorda Roberto Carlos, ha resistenza, velocità, forza, esplosività, è bravo in entrambe le fasi, è stato uno dei più giovani del gruppo dell’Under 17 di Zoratto a vivere da protagonista sia l’Europeo che il Mondiale di categoria. Al 91′ contro il Qarabag Mancini ha mandato in campo anche Enrico Baldini, esterno d’attacco classe ’96, cresciuto nello Spezia fino alla stagione disputata con i Giovanissimi Nazionali, in cui segna ventidue gol. L’Inter decide di valorizzare gli ottimi rapporti con la società ligure e lo porta ad Interello. Tre anni dopo a Baku l’esordio in prima squadra, un momento che non dimenticherà mai.
E’ stato il Torino l’ultima italiana a staccare il pass per i sedicesimi di Europa League, qualificandosi alle spalle del Bruges con la vittoria sul campo del Copenhagen. Al 66′ al posto di El Kaddouri è entrato Giovanni Graziano, mezzala classe ’95 che, dopo aver dato i primi calci nella Pro Vercelli, è da dieci anni nel vivaio granata, dai Pulcini alla Primavera di Moreno Longo. Giovedì l’esordio nella formazione di Ventura, coinciso poi anche con un grande traguardo raggiunto da Quagliarella e compagni. Il Toro continua la sua avventura europea e festeggia anche un ragazzo del proprio settore giovanile che sta ottenendo risultati importanti, come la finale del Campionato Primavera persa ai rigori contro il Chievo lo scorso giugno, e sfornando talenti protagonisti in Serie B come Aramu, Barreca e Parigini con le maglie di Trapani, Cittadella e Perugia.
La storia più bella del giovedì europeo è quella di Simone Minelli, esterno d’attacco classe ’97 della Fiorentina. I viola, già primi matematicamente nel girone, perdono in casa 2-1 contro la Dinamo Minsk con una prestazione molto scialba. L’unica nota lieta della serata è il debutto di Minelli, capitano della Nazionale Under 18 e talento del settore giovanile della Fiorentina. Minelli è entrato al 69′ al posto di Cuadrado, non ha per niente avvertito l’emozione della prima volta al “Franchi” e ha incantato soprattutto per la personalità. All’87’ ha servito l’assist a Marin per il gol con cui la Fiorentina ha tentato di riaprire la gara e si è reso protagonista di un’ottima prova. Minelli è alla Fiorentina da quando aveva quattordici anni, la società toscana lo prelevò dalla Reggiana, battendo la concorrenza di Genoa, Roma ed Inter. Con la maglia nerazzurra ha disputato in prova un paio di tornei a Tenerife e a Lisbona, ma l’Inter non l’ha tesserato, ha mostrato dei dubbi per la sua fisicità. Minelli è l’ennesima vittoria dei brevilinei, ricorda Sebastian Giovinco e Lorenzo Insigne, è un giocatore duttile, molto interessante. Può giocare da esterno d’attacco o da trequartista, ruolo in cui è stato schierato la scorsa stagione negli Allievi Nazionali, che lo allena anche in Primavera. E’ Guidi il suo maestro nelle ultime tre stagioni, tra Allievi e Primavera. Tanti sacrifici per battere con il talento il deficit della fisicità, per crescere sotto il profilo della convinzione nei propri mezzi. Ha nell’uno contro uno e nelle giocate di qualità le risorse più importanti, caratteristiche con cui si è affermato nel vivaio viola. Nei Giovanissimi Nazionali realizzò 3o gol, nel passaggio sotto età nella categoria Allievi tante difficoltà nei primi mesi, poi un gol in rovesciata contro la Sampdoria e un percorso di crescita significativo fino alle soddisfazioni dei giorni nostri, con la chiamata di Montella e la “prima volta” tra i grandi.
Fonte: Ciro Troise per gianlucadimarzio.com
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