Valorizzare i giovani italiani. Questo l’obiettivo di Michele Uva, direttore generale della Federcalcio, uno dei volti nuovi del calcio italiano insieme al presidente Carlo Tavecchio e al commissario tecnico della Nazionale Antonio Conte. L’obiettivo del manager federale? La creazione di 200 centri federali, che costeranno complessivamente 9 milioni di euro l’anno. Con il modello tedesco come esempio da seguire, Uva ha già in testa quello che diventerà il calcio giovanile in Italia: un modo per far crescere i piccoli e adolescenti giocatori in maniera gratuita, con la stessa possibilità di essere osservati dai club professionistici. Sia che si giochi a Nuoro piuttosto che a Cuneo o Caltanisetta.
confessa Uva al ‘Corriere della Sera’. “Si parte con un centro, poi cinque, dieci, fino a duecento. Ma è modulabile: se ci rendiamo conto che ci dobbiamo consolidare, ci fermiamo.Le rappresentative di nazioni molto più piccole ottengono grandi risultati, da noi c’è una dispersione del talento”.
La soluzione al problema italiano sono dunque i centri: “Perchè se nasci a Pisticci in provincia di Matera e nessuno ti viene a vedere, magari smetti per motivi di studio o di famiglia. I centri sono del tutto gratuiti. E abbiamo a disposizione un fondo per i casi difficili, per aiutare a non far smettere i ragazzi”.
Il calcio maschile e quello femminile sono lontani anni luce, ma il progetto di Uva vuol far crescere anche il secondo: “La progettualità è molto interessante, prevede l’obbligo per le società di A e B di avere 20 ragazze quest’anno, 40 l’anno prossimo, anche under 12. Obbligo esteso anche a Lega Pro e serie D. Il movimento che cresce”.
Occhio però ad esultare, ci vottà tempo: “Le riforme che stiamo facendo daranno i loro frutti solo tra sei anni. Parlo anche del pareggio di bilancio, del tetto alle rose, del fatto che tra quattro anni sarà impossibile fallire. Scherzi a parte, l’unico vero dispiacere è la litigiosità a livello politico”.
Chiusura riguardante Carlo Tavecchio, boss federale: “Tavecchio è stato bravissimo a separare la parte gestionale da quella politica. Le sue uscite? Ci sono stati dei rallentamenti, ma non ci possiamo fermare. All’estero la nostra posizione si è molto rafforzata, specie dopo che ha dichiarato di non voler votare Blatter. Questo ha portato una maggiore indipendenza,possiamo diventare il punto di riferimento per molte altre federazioni”. Si vedrà.
Fonte: goal.com
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