Per molti, agenzie di scommesse comprese (la vittoria della Juventus era ieri quotata ad 1.20), quella del Luperi di Sarzana tra Primavera bianconera e Berretti dell’Avellino, doveva essere la cosiddetta sfida tra Davide e Golia, con gli irpini di sicuro non nel ruolo del leggendario gigante: grazie ad acume tattico, orgoglio, qualità e tanta, tanta passione, i lupi biancoverdi hanno invece venduta cara la pelle, cedendo ai più quotati avversari solo a 90” dal triplice fischio. Il 2-1 finale permette infatti alla compagine campana di uscire dal rettangolo di gioco a testa alta, conscia di aver spaventato quella che sarà l’ avversaria degli azzurrini nella doppia finale di Coppa Italia del 13 e 23 marzo prossimi. Antonio Iandolo, esperto tecnico con un più che corposo curriculum nel settore giovanile irpino, concede ai microfoni di IamNaples.it un’intervista molto interessante, una sorta di “radiografia” di Beltrame e compagni.
Alla fine avete ceduto, 2-1 al 90′. Ma, dato il gap tecnico in campo, siete arrivati a meno di un palmo dallo scrivere una piccola pagina della storia del Viareggio.
“Lo so, ne siamo consci ed anche se siamo un pò rammaricati per la sconfitta finale, non posso che fare un plauso ai miei ragazzi per la grande prestazione fornita quest’oggi (ieri ndr). Abbiamo dimostrato, pur rispettando un avversario così forte, di non temere la Juventus. Abbiamo curato molto l’aspetto tattico e, specie nella prima frazione di gioco, abbiamo giocato una partita molto importante. Sapevamo di avere difronte un avversario superiore a noi, ma abbiamo preparato bene la gara. Per questo devo fare i complimenti a tutti, dai miei giocatori a tutto lo staff, ai miei collaboratori Vecchione e De Angelis, al direttore Vecchia e all’allenatore in seconda Borrazzo, che tanto bene sta facendo con i giovanissimi nazionali, ai tifosi, accorsi per l’evento da Avellino, che ci hanno sostenuto ed incoraggiato per tutti i 90′. Non era facile giocare contro una squadra che può annoverare nelle sue fila giocatori del calibro di Beltrame, Ruggiero e Schiavone, elementi forse già pronti per l’esperienza in prima squadra. Nonostante ciò, non mi è sembrato di vedere un Avellino inferiore: forse l’1-1 sarebbe stato il risultato più giusto.”
Sugli spalti molti addetti ai lavori sono rimasti sorpresi dalle qualità di Amedoro, oggi tra i migliori in campo. Ci racconti chi è questo giovane talento.
“Simone Amedoro è un centrocampista molto tecnico, dallo spiccato acume tattico, è il nostro capitano. Intorno a lui è incentrato il nostro sistema di gioco: posso dire che Amedoro è il nostro fulcro. E’ un classe ’94 originario di Pescara, qui con noi ad Avellino da due stagioni, prelevato dalla Renato Curi Angolana. Personalmente ho il piacere di allenarlo da inizio stagione, ma già dallo scorso anno, vissuto con il mio collega Finestra, sta dimostrando grandi qualità. Ha, come è normale che sia, dei difetti: deve migliorare la fase difensiva ed il carattere, un pò troppo chiuso, ma se riuscirà a limare questi aspetti della sua persona, può arrivare molto in alto. Oggi, comunque, mi sembra riduttivo parlare solo di lui: un plauso va a tutta la squadra ed in particolare ai vari Guidelli, Pellegrino, Cozzolino e Minelli, che ha recuperato bene da un brutto infortunio. Bravi tutti oggi, anche l’ex Napoli Musto, al quale ho chiesto di sacrificarsi anche in fase di non possesso.”
A proposito di Napoli, dopo aver affrontato la Juventus, che consigli darebbe a Saurini in ottica della finale di Coppa Italia Primavera? Come si affrontano i bianconeri?
“Non credo che un allenatore preparato come Saurini abbia bisogno dei miei consigli, ma è logico che abbia una mia idea dell’impostazione di gioco bianconera: sono una squadra molto compatta, che dev’essere affrontata con grande predisposizione al sacrificio e grande acume tattico. La Juve ha un ottimo giro-palla e sa coprire molto bene l’ampiezza del campo, riuscendo a sfruttare gli inserimenti di Ruggiero e la qualità di Beltrame. Il loro faro è di sicuro Schiavone, ma sono sicuro che Saurini saprà limitare il suo raggio di gioco”
Si è fatto un’idea della Primavera Azzurra?
“Certo, si parla molto dell’undici partenopeo, capace di impressionare in Coppa Italia e campionato e ben figurare nella gara d’esordio al Viareggio. La compagine azzurra è molto attrezzata, con ottimo gioco corale e buone individualità: credo che sia tra le quattro realtà migliori di questa splendida competizione e che potrebbe riuscire ad avere la meglio sui bianconeri. Poi, nonostante abbia il cuore biancoverde, devo ammettere che un certo affetto mi lega alla maglia azzurra e allora, da tifoso, posso dirvi che il Napoli può riuscire nel colpaccio e vincere tutto. Domani porterò i miei ragazzi al “Bresciani” di Viareggio per tifare per gli azzurri e ammirare una bellissima realtà, che ci dev’essere da esempio.”
Chi sono i suoi modelli?
“Nella stagione di Zeman qui ad Avellino, stagione purtroppo culminata con la retrocessione dalla Serie b all’allora C1, ho cercato di carpire molto, durante le riunioni tecniche, sul suo modo di approcciare alla fase offensiva. E’ molto affascinante poter discutere di calcio con lui, specie se si tratta di attaccare: la sua logica è vincere segnando un gol in più dell’avversario, logicamente questo va un pò a scapito della fase di non possesso”
Che consiglio da ad un giovane aspirante calciatore?
“Non tutti possono farcela e perciò consiglio di impegnarsi molto negli studi: è importante avere vari sbocchi nella propria vita per condurre un’esistenza importante, ambiziosa. Poi, entrando nello specifico del giovane calciatore, se devo dare un consiglio, è quello di essere sempre umili, di seguire chi ti da dei consigli per il tuo bene, di non perdere mai la voglia di divertirsi e di non dare troppo peso alle pressioni esterne. Ho allenato molti giovani poi diventati calciatori importanti, vedi i vari Riccio, Sirignano, Pecchia ed altri, ma non tutti possono arrivare a quei livelli. La figura dell’allenatore-educatore è molto importante e mi affascina molto, mi tocca nel profondo: ecco perché ho sempre preferito gestire squadre del settore giovanile nonostante potessi ambire al cosiddetto salto”
Col Maribor giocherete praticamente per l’onore: le possibilità, anche in caso di vittoria, di arrivare agli ottavi sono quasi pari allo zero. Cosa chiederà ai suoi?
“Di vendere cara la pelle per i nostri colori, per dimostrare che siamo una bella realtà e che non è un caso che la Juve ha sudato per portare i tre punti a casa contro l’Avellino. Inoltre abbiamo rispetto per chi ci viene a vedere e per le altre compagini che ambiscono al secondo posto nei vari gironi e giocheremo per vincere”
Dai nostri inviati a Viareggio Mirko Panico, Ciro Troise e Alessandro Sacco
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