Il campionato di Serie A va ormai verso la fase conclusiva, quella dei verdetti. Domenica prossima a San Siro il Napoli si gioca una fetta di secondo posto, che significherebbe accesso diretto alla Champions League. Ne abbiamo parlato in esclusiva con lo scrittore e grande tifoso del Napoli Maurizio De Giovanni:
Nelle ultime tre partite il Napoli ha ritrovato gioco e risultati e si prepara alla trasferta di Milano con grande entusiasmo. Come affronteresti la formazione rossonera che giocherà solo per i tre punti?
“Il Napoli è trascinato dai risultati che rappresentano un po’ la benzina per le squadre di calcio. La formazione di Mazzarri è riuscita a trovare una sintesi di gioco e risultati nel momento migliore della stagione, degli insuccessi in questa fase avrebbero rappresentato un grave problema dal punto di vista psicologico ed avrebbe favorito il sorpasso del Milan. A San Siro ci sono tutte le condizioni tattiche per fare una buona partita; i rossoneri devono vincere e non potranno disporre del loro miglior giocatore, Balotelli, catalizzatore di gioco ed elemento che può fare la differenza anche sui calci piazzati come nella partita contro il Chievo Verona. Il Napoli deve essere molto coperto in difesa per colpire di rimessa. Il buon momento di forma di Hamsik, Maggio, Dzemaili e la ritrovata vena realizzativa di Pandev, sono i fattori su cui puntare per dare un volto importante al match contro il Milan. Non bisogna prendere gol nei primissimi minuti, resistere al meglio per poi costringerli a sbilanciarsi e a lasciare spazi. La difesa del Milan non mi sembra impeccabile, concederà delle occasioni che il Napoli dovrà sfruttare”.
Uno degli argomenti più discussi è il futuro di Cavani, tu che sensazioni hai su questo tema?
“Penso che i giochi siano già fatti considerando le grandi cifre che si possono ottenere con il trasferimento di Cavani. Da tifoso mi auguro che possa rimanere e poi penso che altrove non troverà gli stessi equilibri che nel Napoli gli permettono di fare grandi cose. Il “Matador” tra l’altro è l’unico catalizzatore offensivo nella formazione di Mazzarri e non vedo altre squadre in grado di offrirgli le stesse opportunità del Napoli. Nell’Uruguay non è la prima punta, ruolo svolto da Suarez ed, infatti, il rendimento del Matador non è straordinario come nel Napoli che gli ha garantito anche un ingaggio da top player; fossi in lui, per tutti questi motivi rimarrei a Napoli. Andare via da Napoli gli porterà dei grandi vantaggi economici, ma a livello tecnico ho seri dubbi. De Laurentiis non può rifiutare una proposta di 63 milioni e a quel punto non resta che cederlo al miglior offerente. Tenere Cavani controvoglia sarebbe nocivo per tutti, potrebbe convincerlo a restare la costruzione di una squadra molto competitiva”.
Si parla tanto anche del futuro di Mazzarri. Nelle ultime settimane c’è molto ottimismo sulla sua permanenza, ma dovesse andare via chi preferiresti come tecnico?
“Per Mazzarri è difficile trovare una squadra adatta alle sue esigenze, Inter e Roma hanno grande blasone ma non possono garantirgli grande competitività. La presidenza americana della Roma e Moratti non hanno intenzione di sborsare moltissimo per costruire grandi organici e Mazzarri vuole gestire squadre di grande valore per obiettivi importanti. Riguardo alle panchine estere, si tratta solo di voci; inoltre andare all’esterno non mi sembra un’ipotesi molto gradita a Mazzarri, perciò ritengo molto probabile la sua permanenza a Napoli. Dopo un suo eventuale addio, mi piacerebbe Spalletti, un tecnico esperto e di livello internazionale, in alternativa Pioli che apprezzo per la duttilità e per l’imprevedibilità che dà alle sue squadre”.
Il Napoli è ormai stabilmente al vertice della classifica del campionato di Serie A. Cosa manca agli azzurri per lottare per lo scudetto?
“La rosa del Napoli ha delle enormi carenze tecniche, avere solo 14 giocatori validi non è sufficiente per lottare per i primi posti della classifica combattendo su più fronti. Bisogna capire se è Mazzarri a volere una rosa così corta oppure ci possono essere altri fattori che noi non conosciamo. Sono convinto che per essere alla pari delle migliori squadre servono almeno 16/18 calciatori davvero forti. La Juventus tiene in panchina o addirittura in tribuna Caceres, il Milan a Gennaio ha acquistato Balotelli, il Napoli Calaiò. Il Napoli deve attrezzarsi in tal senso, altrimenti rischiamo di stare sempre al vertice senza vincere”
I risultati del settore giovanile sono molto confortanti, come dimostrano i risultati della Primavera e dei Giovanissimi Nazionali. Cosa manca anche su questo versante per fare il salto di qualità?
“Ci vogliono le strutture adatte, bisogna saper coltivare al meglio i giocatori che hai nelle varie rose. La prima squadra dovrebbe essere più attenta al vivaio: sicuramente in Primavera ci sono centrocampisti che possono dare più garanzie di Donadel. Mi riferisco a Palma, Fornito e Radosevic, calciatori adatti a fare la quarta alternativa nella mediana azzurra, mentre il Milan e l’Inter sono molto più attrezzati riguardo questo discorso. La panchina lunga consente di inserire anche calciatori validi della Primavera, sarebbe giusto portare i ragazzi nel palcoscenico della serie A”.
Dopo il libro “Vipera” che ha riscosso enorme successo, quali sono i tuoi prossimi impegni letterari?
“Sono contento di dire che “Vipera” è nei primi sei posti per il premio “Bancarella”, uno dei più importanti a livello letterario. Tutto ciò mi riempie d’orgoglio, sto scrivendo un altro romanzo che ha a che fare con i personaggi del libro “Il metodo del coccodrillo”, uscito lo scorso anno. Mi auguro di essere all’altezza dei lettori anche in questa circostanza”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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