Nel mondo dello sport esistono sottili ma inequivocabili linee di demarcazione. Contingenze che travalicano l’agonismo, gli occhi rossi del campo. Momenti che attuano spontaneamente un processo di osmosi emozionale, dove il risultato non resta che un fatuo algoritmo, cedendo il posto alle ragioni dell’anima. Nove anni con la stessa casacca. Roba da matti nel delirio “take away” dello sport globale, dove il binomio “CONTRATTO economico – CONTATTO emozionale” stride ai più, apparendo come il più evidente degli ossimori. “Solo la maglia”… è questo il motto che i tifosi riveriscono quasi fosse un mantra. Ci sono però, pochi ma significativi casi in cui un nome non resta indeterminato nelle edonistiche e vacue fattezze dell’individualismo. Esistono professionisti che acquisiscono determinazione geografica, assumendo di diritto quelle sfumature e quei colori che uniscono un popolo. La casacca del glorioso Basket Napoli fa al pari con il nome di Giovanni Dalla Libera, che abbiamo incontrato in esclusiva per voi, in occasione del match “BpMed Napoli-Bitumcalor Trento”, vinto dagli ospiti con il risultato di 65-70. Con classe e moderazione l’ex azzurro ha incitato i suoi beniamini per tutto il corso della gara e, al termine dell’incontro – nonostante l’evidente delusione – si è concesso ai nostri microfoni con immensa disponibilità.
Ciao Giovanni, credi che la sconfitta maturata domenica contro Trento possa pregiudicare il cammino play off della BpMed?
“Non credo. Nonostante la sconfitta, la squadra ha tutte le carte in regola per tentare il salto di categoria. Dico questo non solo per la bontà dell’organico partenopeo, ma anche per questioni squisitamente tattiche. Napoli ha impostato il suo gioco curando con estrema meticolosità la fase difensiva. Questa è una strategia che può certamente dare i suoi frutti nel prosieguo del cammino play-off.”
Nove anni con la stessa casacca sono un’eternità. Le tue sensazioni quando si parla della tua carriera all’ombra del Vesuvio.
“Ho vissuto a Napoli gli anni migliori della mia carriera, era un’epoca d’oro dello sport partenopeo. C’era un grandissimo interesse da parte dei tifosi, il Palazzetto dello Sport era quasi sempre pieno con 8-9mila sostenitori a partita. Questo perché il Napoli Basket fu abile a creare un gemellaggio con quello di Maradona, certamente più seguito vista la preponderante passione che i tifosi napoletani nutrono nei confronti del calcio. Un vero e proprio catalizzatore sociale che fece avvicinare ancor di più la gente di Napoli a questa meravigliosa disciplina sportiva.
Eppure il calcio a Napoli non è tutto. C’è fame di grande basket…
“Verissimo. Napoli non vuole solo ed esclusivamente calcio. È una città che ha fame di grande basket e il commovente entusiasmo di stasera è una logica quanto evidente dimostrazione delle mie parole. Sarebbe però importante riuscire a ricreare l’entusiasmo di allora. Questa è una città che sa sempre come ripagare gli sforzi imprenditoriali.”
Le tue emozioni nel constare l’affetto che il pubblico del Palabarbuto ha saputo riservarti quest’oggi.
“Nella stagione ’93/’94 sono stato il capitano della squadra, ma più in generale, ho difeso questi colori per 9 lunghi anni. Oggi sono felice nel constatare che la gente ha un ricordo nitido della mia persona. Il popolo azzurro mi acclama come se indossassi ancora questa casacca. Vuol dire che ho seminato bene, non solo sul parquet. Sono felice dell’accoglienza, solo Napoli può darti un amore così grande.”
Credi che l’attuale progetto dirigenziale possa portare Napoli a rivivere i fasti di un tempo?
“Assolutamente si! Ritengo che gli obiettivi societari siano di prestigio, oltrechè nobili. La franchigia partenopea è nata da un azionariato popolare. Gode di efficienza e trasparenza sotto il profilo squisitamente gestionale. Ora però – conclude l’ex bandiera del basket partenopeo – serve che i risultati accompagnino gli sforzi profusi in sede organizzativa. La città ha un bacino di utenza ragguardevole, merita un palcoscenico di tutto rispetto.”
Giovanni, quali sono i tuoi programmi per il futuro?
“Ora come ora, mi sto dedicando esclusivamente alla mia Scuola Basket, qui a Napoli. Non escludo però, l’ipotesi di tornare in pista nel prossimo futuro, visto che in passato ho allenato in B2, A1 femminile e, inoltre, ho gestito anche il settore giovanile di Avellino.”
Magari un futuro proprio qui a Napoli?
“Magari, sarebbe la soluzione ideale per me. Amo questo posto, la gente di Napoli e conosco bene l’ambiente.”
Grazie per la disponibilità, Giovanni.
“Grazie a te! Sempre forza Napoli Basket!”
Servizio a cura di Giovanni Ibello
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