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ESCLUSIVA- Carpisa, parla Riboldi: “Con il Mozzecane conta solo vincere. Sulla società…”

Tante emozioni sabato scorso nel match del Collana tra Napoli Carpisa Yamamay e Torino: dalle 200 gare di Valeria Pirone, fino al ritorno in campo di Penelope Riboldi rimasta ferma da settembre a causa di un lungo infortunio La giocatrice azzurra con determinazione e grinta ha recuperato ed ora è a disposizione di Mister Marino. La Redazione intervista Riboldi sul suo infortunio, sul momento in campionato della Carpisa ma anche su come ha iniziato nel mondo del calcio femminile.

Penelope, facciamo un salto nel passato: come ti sei avvicinata al calcio?

“Il calcio è una passione che mi porto da quando ero piccola. Appena avevo un po’ di tempo libero lo sfruttavo sempre per giocare a pallone con i miei amici”.

Quali sono i tuoi modelli calcistici  a cui ti ispiri nel tuo ruolo di esterno d’attacco?

“Bella domanda. Nel maschile mi ispiro ad Alexis Sanchez, esterno offensivo del Barcellona ed ex Udinese, mi piace davvero molto. Invece nel contesto femminile ammiro Melania Gabbiadini del Bardolino Verona  ed Elisa Camporese del Tavagnacco, sono fortissime. Più o meno ricoprono il mio stesso ruolo. Entrambe hanno corsa, velocità, resistenza”.

Da quando sei a Napoli, cosa ti ha colpito di più della nostra città?

“Di Napoli posso dire che mi piace tutto. La gente napoletana è gradevole, accogliente e soprattutto solare. Un altro aspetto piacevole della vostra città è il mare che mi piace spesso vedere”.

Cosa ti piace delle tue compagne di squadra?

“Posso dire che sono molto simpatiche, sono ragazze molto disponibili. Le compagne di squadra che sono nate a Napoli hanno un grande pregio, sono spesso unite e nei momenti difficili fanno gruppo”.

Secondo te dove può arrivare il Napoli Carpisa Yamamay, anche se mancano ancora diverse partite da qui a fine stagione?

“Il mio giudizio sulla squadra è ottimo, essere al quinto posto è un gran bel piazzamento e visto che siamo una neo promossa direi che va più che bene. In organico abbiamo molte giocatrici che non avevo mai calcato il palcoscenico della serie A, un gruppo nuovo visto che la squadra è stata cambiata in 9/11 rispetto alla serie A2 e perciò si è fatto un lavoro straordinario. L’amarezza è forse che se non ci fossero stati diversi imprevisti e si aveva più esperienza potevamo avere più punti. C’è da fare i complimenti alle compagne di squadra, al nostro tecnico ed alla società azzurra”.

Mi troveresti tre parole per definire mister Marino e la società della Carpisa?

“Di mister Marino posso dire che una persona meticolosa nel suo lavoro, attento ai minimi particolari ed è comprensivo nei confronti di tutte noi. Della società c’è da dire che è molto ambiziosa, l’ho capito sin da quando sono arrivata qui, poi è abile nel gestirci in una piazza esigente ed infine ci segue tutti i giorni non facendoci mancare nulla”.

Cosa ne pensi della vicenda del medico di Bergamo che non ti voleva far operare a Napoli?

“Non si è affatto comportato bene nei miei confronti. Ha dubitato di me e di mia madre che è un fatto davvero inaudito, ed era scettico nei confronti di Napoli. E’ stata una forma pesante di discriminazione, pensavo che mandargli i referti medici era sufficiente per avere fiducia in me , ma per lui non bastava e tutto ciò lo reputo assurdo”

All’andata con il Mozzecane fu una gara incredibile, molto bella agonisticamente. Cosa vi aspettate dalla trasferta veronese?

“Secondo me dobbiamo andare in Veneto convinte dei nostri mezzi. Sulla carta siamo superiori a loro, però dovremo stare attente al tipo di clima che troveremo a Verona. Loro giocheranno la gara della vita, specie adesso che hanno cambiato l’allenatore ed hanno 5 elementi in meno nella rosa. In passato in quello stadio ci sono stati esempi di insulti razzisti nei confronti di altre squadre, dovremo non cadere in questa trappola e pensare al campo. Se giochiamo a calcio come sappiamo fare, i tre punti non potranno sfuggirci”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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