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ESCLUSIVA – Antonello Perillo: “Il Napoli di Mazzarri ricorda quello di Vinicio”

“Razzismo negli stadi? Basta applicare le regole”

Chiuso il girone d’andata con il maggior numero di punti nell’era De Laurentiis, si può tracciare un bilancio della stagione del Napoli che si fa interessante vista la posizione in classifica ed il mercato ancora da scoprire. Campionato ed Europa League possono essere disputati al meglio dall’undici azzurro se vengono affrontati con lo spirito visto nella gara contro la Roma. La Redazione di IamNaples.it intervista in esclusiva il vice-caporedattore della Rai Antonello Perillo sul campionato del Napoli, sul mercato e sui suoi inizi nel mondo del giornalismo sportivo.

Antonello, quando hai iniziato a fare il giornalista sportivo?

“Posso dire che è da una vita che faccio il giornalista sportivo; ho 51 anni, e a 17/18 anni, quando ero all’ultimo anno al Liceo “Umberto”, iniziai a lavorare in un’agenzia di stampa, la Rotopress, che curava il cosiddetto calcio minore della Campania per conto de “Il Mattino”. Con quest’agenzia di stampa cominciai a seguire il sabato pomeriggio o la domenica mattina le partite nei campi di periferia. Nella redazione della Rotopress ho collaborato con molti colleghi che hanno condotto una brillante carriera, collaborando poi per due settimanali gloriosi come:“Sport Sud” e “Lo sport del Mezzogiorno” che purtroppo non esistono più”.

Quali sono essere i valori aggiunti e gli handicap nella nostra professione?

“Bisogne essere sempre obiettivi e critici al punto giusto. Io sono un grande tifoso del Napoli, come molti miei amici sanno perfettamente, curo un blog che si chiama Azzurrissimo.it, però, se c’è da fare un appunto all’undici di Mazzarri non lo faccio una volta ma ben due volte, come un papà quando deve sgridare suo figlio lo fa per il suo bene e non per partito preso. Noi dobbiamo essere lucidi nelle nostre considerazioni, invece potrebbe rappresentare un limite avere amicizie troppe strette con alcuni protagonisti del calcio. Se io diventassi amico di un calciatore sarebbe complicato mettergli il voto che gli spetta, ma parliamo di piccole cose. Limitandoci a Napoli, abbiamo una classe giornalistica sportiva di altissimo profilo, ne sono veramente convinto”.

Dopo la splendida partita contro la Roma, è terminato il girone d’andata degli azzurri. Considerando l’attuale posizione di classifica, dove può arrivare il Napoli?

“Realisticamente credo a quello prefissato ad inizio stagione, la qualificazione in Champions e possibilmente andare avanti in Europa League; l’unico rammarico è essere usciti troppo presto dalla Coppa Italia. In campionato il Napoli ha tutto per arrivare al secondo posto, evitando così le forche caudine del turno preliminare. In Europa League, invece, io credo che gli azzurri possano fare tanta strada, con l’undici titolare non sono secondi a nessuno e con le gare di andata e ritorno il Napoli può fare la sua bella figura. Ragionassi da tifoso, il mio sogno sarebbe lo scudetto, ma secondo me la squadra non è attrezzata  per il tricolore e, al di là della clamorosa sconfitta interna contro la Sampdoria, la Juventus è ancora la più forte della serie A”.

Dal punto di vista tattico Walter Mazzarri sta dimostrando di essere tra i più preparati della massima serie. Ti ricorda qualcuno del recente passato del Napoli o di altri club?

“Sotto un certo profilo il Napoli di Mazzarri per dinamismo e fisicità mi ricorda quello di Luis Vinicio che per me è stato l’undici più bello della storia del club azzurro. Abbiamo avuto negli anni ’80 il Napoli vincente con Bianchi e poi quello di Alberto Bigon, che si basava su un grande fuoriclasse come Diego Armando Maradona. Quello più spettacolare è senza ombra di dubbio è quello del grande “O ‘Lione”, per ritmi, velocità e gioco lo considero il più bel Napoli di tutti i tempi. Il Napoli di Mazzarri non è spettacolare, ma ha una squadra solida, ben strutturata fisicamente per potersi avvicinare al tecnico brasiliano Vinicio. A Mazzarri riconosco tanti pregi oltre a dei difetti ma è indubbio che il suo Napoli ha sempre trasmesso emozioni”.

Siamo nel mese di gennaio, regna il calciomercato. A giorni potrebbero essere annunciati gli acquisti di Armero e dell’“Arciere” Calaiò, in difesa chi potrebbe arrivare per rimpiazzare lo squalificato Cannavaro?

“Per me l’obiettivo più raggiungibile per una questione di prezzo è Silvestre dell’Inter. La società di De Laurentiis guarda molto al bilancio e sinceramente per il reparto arretrato non vedo fenomeni in giro, ma, se dovessi scegliere un giocatore in particolare, prenderei il difensore della Roma Nicolas Burdisso. L’argentino ha carisma ed esperienza in ambito internazionale, in nazionale ha disputato in carriera 40 partite, bisogna capire se la Roma lo mette sul mercato e non so se il Napoli ci punti seriamente. Per me comunque è un buon difensore ma non un fuoriclasse come ad esempio lo sono i vari Thiago Silva, John Terry e David Luiz, giocatori inarrivabili per il Napoli. Se non dovesse arrivare un difensore bravo mi auguro che venga dimezzata o annullata completamente l’ignobile squalifica al nostro capitano Paolo Cannavaro, altrimenti è giusto puntare su Silvestre per puntellare la difesa azzurra. Spendere otto milioni per Neto rappresenta una follia, il Napoli poteva prenderlo due anni fa a costo zero, perché era svincolato e alla fine andò all’Internacional di Porto Alegre, non certo il Real Madrid. In estate è stato preso dal Siena per 1,5 milioni e prenderlo ora a queste cifre non sarebbe certamente un affare”.

L’episodio di razzismo a Busto Arsizio che ha coinvolto il milanista Boateng ha riaperto una piaga molto grave nel nostro paese. Tu come la sconfiggeresti una problematica così pesante che condiziona il nostro paese?

“Lo sconfiggerei nello stesso modo in cui si possono eliminare i tanti problemi della nostra nazione, facendo applicare le leggi. L’Italia è la patria del diritto, ma le regole non vengono applicate. Se esponi uno striscione offensivo o intoni dei cori di scherno verso l’altra tifoseria, l’arbitro ha la facoltà di far sospendere la partita e di mandare tutti negli spogliatoi. Non è possibile che quattro imbecilli possano offendere Boateng per il colore della pelle e lo stesso ragionamento vale anche per noi napoletani. Sono stanco che mi etichettano con il termine terrone, di sentire cori che inneggiano l’esplosione del Vesuvio o che con la sua lava ci dovrebbe lavare tutti, sono episodi vergognosi ed è scandaloso che nessuno prenda dei provvedimenti, basterebbe solo applicare le regole. Faccio i complimenti a Boateng per il coraggio avuto nell’interrompere il match scagliando il pallone a gara in corsa, manifestando un malessere generale del nostro paese”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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